f1 story
Ligier JS5, l'orgoglio di Francia. Bella... dentro, con un motore che ha urlato
Bella dentro s¨¬, bisogna ammetterlo. La Ligier JS5 ¨¨ stata una monoposto dal grande cuore, con 12 cilindri palpitanti sotto la carrozzeria azzurro/bianca e con il suo urlo straripante, uno dei migliori della storia del motorsport. Tutto questo poteva essere di per s¨¦ sufficiente a riservarle un posto nella storia della Formula 1. A renderla famosa per¨°, ¨¨ stato un suo ¡°difetto¡± fisico, un gobbone massiccio e sproporzionato che, suo malgrado, l¡¯ha resa iconica. In realt¨¤, forme sgraziate a parte, non ¨¨ stata assolutamente una monoposto da buttare. Il motore, appunto, ha una storia che a raccontarla oggi, in un¡¯epoca di Formula 1 ibride, ha quasi dell¡¯incredibile. Matra (da leggersi rigorosamente Matr¨¤) era un gruppo industriale francese specializzato in aeronautica militare, che, con la cessazione del secondo conflitto mondiale, si dedic¨° alla produzione automobilistica e al motorsport. Gareggi¨° e vinse in Formula 1 sotto la gestione della scuderia di Ken Tyrrell ¡°il boscaiolo¡±, che all¡¯epoca non era ancora un costruttore. Il motore di quella vettura campione del mondo 1969, pilotata da Jackie Stewart, non era per¨° francese, ma un solido, leggendario, britannicissimo, Cosworth DFV. Apriti cielo! Il presidente francese Charles De Gaulle in persona, si adoper¨° per stanziare una cospicua somma a favore della Matra per la realizzazione di un motore orgogliosamente francese. Il V12 che ne venne fuori fu degno di questo sacro frazionamento e anche se i primi anni di F1 furono complicati, trov¨° la gloria in una serie di velocissime vetture sport, capaci di cogliere 3 vittorie consecutive a Le Mans dal '72 al '74. Ma in F1 zero: gli altri, italiani e inglesi, erano pi¨´ bravi.
l'orgoglio francese, di nuovo
¡ª ?Nel 1976, ¡°le drapeau fran?ais¡±, torn¨° in Formula 1 con l¡¯equipe Ligier. L¡¯orgoglio francese ci riprovava. Guy Ligier l¡¯aveva fondata nel 1969 e in quel 1976 vedeva il suo esordio nella massima serie con la JS5 progettata dal francese G¨¦rard Ducarouge, ingegnere aeronautico, gi¨¤ progettista della Matra campione del mondo e in seguito, tra le altre, progettista Lotus F1 tra l¡¯83 e l¡¯88. A completare l¡¯equipe transalpina arrivarono anche un bravo pilota, Jaques Laffite, uno sponsor, la Gitanes e il gi¨¤ citato motore Matra V12, ora accreditato di oltre 520 cv. La stagione 76, oltre alla famosa sfida Lauda-Hunt, ¨¨ la stagione in cui, a cominciare dal quarto GP di stagione, vennero bannati i grossi airscope a periscopio posti sopra la testa dei piloti e diventati spropositatamente grandi dal 74 in poi. Ma fino a quel momento, per quelle 4 gare, la Ligier JS5 fu famosa proprio per questo (grosso) particolare. Ducarounge disegn¨° complessivamente una bella vettura ma con questo enorme airscope, era quasi grottesca. Il muso della vettura per¨° era piuttosto interessante, a tutta larghezza e con le prese d¡¯aria per i freni integrate. Ducarouge aveva intuito quanto fosse rilevante il disturbo aerodinamico causato dagli pneumatici e per questo disegn¨° un¡¯ala capace di proteggere particolarmente bene il profilo della ruota anteriore. Il V12 longitudinale a V stretta aveva generato un corpo vettura stretto e alto, lateralmente presentava dei fianchi squadrati e tesi, con un andamento curioso, quasi ad anticipare le linee che avremmo visto del decennio successivo. Sempre sui fianchi c¡¯erano delle prese d¡¯aria a geometria variabile, evidentemente ereditate dall¡¯esperienza aeronautica del suo progettista.
come andava
¡ª ?Vista con il grosso periscopio appare bizzarra, sgraziata, ma, dopo l¡¯eliminazione dell¡¯airscope, era invece moderna e aggressiva. In ogni caso, pur contando su una sola vettura, seppur al primissimo anno di corse, Lafitte e la JS5 filavano discretamente bene. Tanti ritiri purtroppo, ma anche un quarto posto negli Stati Uniti, un terzo posto in Belgio, un quarto in Svezia, un secondo in Austria e poi in Italia, dove sigl¨° la pole position e un bel terzo posto in gara, nel giorno dell¡¯epico rientro di Lauda dopo il rogo del Nurburgring. Un esordio niente male. E quindi, quella vettura che a inizio stagione appariva sgraziata e appesantita, a fine stagione si dimostr¨° una vettura interessante e discretamente veloce. Bruttina fuori e bella dentro. Ma soprattutto, grazie al sui 12 cilindri, con una voce straordinaria.
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