Caccia a Verstappen: da Hamilton a Leclerc, tutti gli oppositori del tiranno Max

Abbiamo avuto un inverno intero per metabolizzare, eppure è come se Max Verstappen l’anno scorso con le sue bordate ci abbia storditi tutti. Quasi non ci rendiamo conto della portata di quel che ha fatto: 19 vittorie su 22 gare è un qualcosa che non ha precedenti nella storia di un Mondiale che pure ha vissuto quasi tutti i suoi tre quarti di secolo sotto il dominio di tiranni. Dittatori spesso poco o per nulla contrastati, perché di volta in volta messi in condizione di vincere da un mezzo superiore a quello degli altri. E se le 19 vittorie ancora non dovessero rendere l’idea, ecco un altro dato: in 22 gare, col punto addizionale per il giro veloce e quelli delle sei Sprint, sul piatto nel 2023 è andato un totale di 620 punti. Verstappen ne ha fatti 575, ovvero se n’è preso il 92,7%. Tutti quelli (Ascari, Fangio, Clark, Graham Hill, Brabham) che hanno avuto percentuali più alte, le hanno messe insieme ai tempi in cui si scartavano i risultati peggiori.?

basta guglielmo

? una premessa importante, perché è da lì che partiamo. Da un anno in cui abbiamo imparato a memoria “Il Guglielmo”. ? così che gli olandesi chiamano affettuosamente il loro inno, Het Wilhelmus, che mai aveva risuonato su una pista di F.1 prima dell’avvento di Max e che negli ultimi anni, grazie a lui (o a causa sua), è diventato sempiterna colonna sonora di ogni fine settimana. Ecco, la speranza è di cambiar musica, per avere un poco più di incertezza, se non altro. E con l’aspirazione casomai di sentire Fratelli d’Italia dopo l’inno monegasco o spagnolo. La logica suggerisce che il divario dovrebbe essersi ridotto, se non proprio colmato. Un anno dopo, a parità di regolamento, un avvicinamento di performance dovrebbe essere fisiologico. E gli stessi test in Bahrain, con moderazione, lo hanno confermato. Tanto più che la Red Bull ha azzardato. Altro che “squadra che vince non si cambia”: Adrian Newey con la RB20 ha stravolto linee e concetti della RB19 che pure era stata la macchina più dominante di sempre. Può essere – ed è il timore di tutti – che ancora una volta abbia visto quello che altri non immaginavano e che la sua vettura sia sempre uno o più passi davanti a tutti. Verstappen che dice di averla "guidata sorridendo" non promette granché di buono per il resto della griglia. Ma un po’ di speranza legata anche all’incertezza bisognerà pur concedersela, quantomeno per le prime gare di stagione. Specie perché – e questo è un dato di fatto – le altre sono migliorate, la Ferrari su tutte. Di certo in termini di degrado gomme e di guidabilità, di facilità di comprensione. E dunque, di conseguenza, si spera, sul passo gara, aspetto in cui più di tutti l’anno scorso pagava nei confronti della Red Bull. Su questo, soprattutto, si basa la speranza di Leclerc e di Sainz, In Bahrain apparsi sollevati, prima ancora che fiduciosi. Della Mercedes invece si sa meno. ? quella che più di tutte pare essersi nascosta. James Allison si dice certo di essere davanti alla Ferrari e che la Red Bull però è lontana. Vedremo. E capiremo presto anche quanto Hamilton sarà messo nelle condizioni giuste per provare l’inseguimento.

il guaio

In realtà però non si direbbe che sia la RB ad essere lontana. Verstappen lo è. Da una parte, pensando al pazzesco livello di complessità raggiunta dalle vetture e al geniale acume di Newey capace di svettare in un panorama già di livello altissimo, verrebbe da concludere che quasi il campionato piloti non abbia senso. Vince l’ingegnere (gli ingegneri) più bravo. Tanto vale allora considerare solo la classifica Costruttori. Però poi vedi la differenza tra le performance di Max e quelle di Sergio Perez e capisci che, anche se il suo dominio ci è venuto a noia, c’è qualcosa di straordinario da osservare. Mentre si tifa Ferrari, o per chiunque altro, non si può non ammirare un capolavoro iniziato a Imola 2022 e a cui nessuno è ancora stato capace di trovare rimedio. Non si può non riconoscere a Verstappen, apparentemente il più freddo e robotico dei piloti in pista, che sta salvando il fattore umano nella F.1 spaziale del 2024.