Zak Brown: "La McLaren non vende. Audi? Siamo aperti alle opportunità"

Parla iI boss della scuderia di Woking: "La 500 Miglia di indianapolis? Abbiamo buone chance. Ma con le nuove regole in F1 presto saremo da titolo"

Zak Brown, 51 anni, dal 10 aprile 2018 responsabile esecutivo di McLaren Racing, questo fine settimana sarà a bordo pista. Non a Montecarlo dove si corre la settima prova iridata di Formula 1 ma a Indianapolis, scenario dell’edizione numero 106 della 500 Miglia: i due piloti Pato O’ Ward e Felix Rosenquist partono in terza fila con le Arrows McLaren. “Spero di ottenere un buon risultato a Monaco, ma ovviamente abbiamo maggiori possibilità a Indy", spiega il dirigente californiano.

In effetti il pronostico della 500 Miglia è aperto: mentre in F.1 il duello è tra Ferrrari e Red Bull. Crede che con le nuove regole ci si possa avvicinare al modello americano?

“Beh già in passato era così, ci sono stati anni in cui c’erano almeno tre o quattro team che potevano lottare per la vittoria. Io credo che con questa nuova filosofia costruttiva e con il tetto alle spese un giorno anche noi si possa lottare regolarmente per le vittorie e per il Mondiale”.

In Spagna avete introdotto tante modifiche, ma non è che avete fatto un grande balzo in avanti.

“Troppo presto per arrivare a una conclusione, il danno sulla macchina di Lando nelle libere ha un po’ compromesso i nostri piani”.

Resta il fatto che Lando si è fatto perdonare in gara: malgrado la tonsillite è arrivato ottavo. Eroico.

“Sì ha fatto un lavoro incredibile in condizioni difficili”.?

Ricciardo invece continua ad avere problemi come l’anno scorso.

“Fatica a trovare quelle prestazioni che lui e noi vorremmo, stiamo lavorando duramente perché quello che ha mostrato a Monza l’anno scorso (vinse; n.d.r.) possa tornare la normalità”.

Ma quanto a lungo siete disposti ad aspettarlo?

“E’ materia che riguarda Andreas Seidl (il team principal; n.d.r.). Lando ha un accordo a lungo termine, Daniel uno più breve. Credo che ora si inizierà a lavorare per il futuro”.?

In queste settimane si sta discutendo se adeguare il tetto alle spese all’inflazione. Qual è la posizione della McLaren?

“Che dobbiamo essere flessibili, pensare a ciò che sta succedendo nel mondo. Se i prezzi salgono, il tetto alle spese può creare dei problemi. Se l’inflazione va fuori controllo dobbiamo per forza aggiustare parti del budget cap”.

Non teme che qualcuno possa approfittarne per trarre un vantaggio prestazionale?

“No, abbiamo bisogno di allentare la presa su certe voci come i trasporti, i viaggi, bloccando aree specifiche”.?

Si parla con insistenza di un vostro matrimonio con l’Audi. La vostra intenzione è quella di avere degli azionisti come fu ai tempi della Mercedes negli anni ’90 o semplicemente un fornitore di power unit?

“Abbiamo avuto delle conversazioni. I nostri azionisti sono entusiasti e motivati e non hanno alcuna intenzione di vendere la McLaren. Sotto il profilo della fornitura abbiamo un contratto con la Mercedes, del quale siamo soddisfatti e che finisce con la prossima generazione di motori. Ovviamente guarderemo le opportunità che ci sono per il 2026 ma ripeto non siamo interessati a vendere”.

Il suo è uno dei team che ha introdotto un nuovo sistema per la sponsorizzazione, aprendo a clienti che intendono sfruttare l’immagine della macchina senza pretendere spazi particolari sulla macchina. E’ la mossa giusta per incrementare il fatturato?

“Ognuno si muove come meglio crede. Abbiamo deciso di non avere uno sponsor principale, vogliamo mantenere integra l’identità McLaren ma abbiamo creato un ambiente “custumizzato” dove i marchi possono sposare il team e i nostri piloti. Non solo F.1 ma anche Indycar, Formula E, Extreme E: perché? Perché siamo un’azienda che fa automobilismo sportivo. Che gareggia. La F.1 è il nostro sangue, la IndyCar è per avere una presenza permanente sul mercato americano, la Exreme E per quel messaggio di sostenibilità ambientale importante per noi e i nostri clienti. Da qui il passo alla Formula E è stato quasi naturale”.?

Il campionato è sceso da 23 a 22 gare.?

“Il patto della Concordia ne consente 25 gare, quest’anno avevamo un calendario complicato: siamo andati a Miami, ora corriamo in Europa, poi si vola ancora a Montreal. Dobbiamo rendere la stagione più efficiente. In quel caso un paio di gare in più non sarebbero un problema”.

La Sprint Race è stato argomento di discussione dell’ultima F1 Commission, ci sono stati dei contrasti con il presidente della Fia Mohammed Ben Sulayem.?

“Non contrasti, ma una discussione per valutare l’impatto di questo format. Ma i dati dicono che gli appassionati amano questo formato e dunque noi dobbiamo seguire che cosa vogliono i nostri fans”.