Fangio, Hill, Senna e il grande sogno di Leclerc: perché la F1 a Montecarlo è leggenda

C’è chi dice sia anti-storico e chi dice sia invece irrinunciabile. C’è chi lo bolla come noioso perché non si vede un sorpasso e chi, vincendolo, si ricopre di gloria ed entra in un club super esclusivo. Sul GP di F1 a Montecarlo ci si dividerà sempre: non ci sarà mai un giudizio univoco su una folle corsa in cui le monoposto sfiorano le barriere, in cui la differenza tra il complimento più sfrenato e la critica più feroce si misura in quei millimetri che restano tra la gomma dei pneumatici e il metallo dei guard rail. Eppure Montecarlo e il GP di Monaco sono sempre lì (interruzioni per Covid permettendo), tappa croce o delizia per via di un risultato che non sarà mai come quello delle altre gare, fosse anche solo per la cerimonia di premiazione: solo qui si viene premiati su una scalinata rossa al posto del podio dai regnanti locali, la famiglia Grimaldi. A Montecarlo team e monoposto sfilano come fossero il prolungamento di un’esclusiva passerella di moda, con gli yacht ormeggiati e gli esclusivi attici speciali tribune per le quali non c’è un biglietto d'ingresso.?