Il pilota McLaren rivela la sua ammirazione per il fuoriclasse della Nascar, scomparso il 18 febbraio 2001 in un incidente alla Daytona 500. E racconta: ¡°Avrei voluto ereditare il suo soprannome 'The Intimidator'¡±
Un violento contatto all'ultimo giro riscrive la storia della Daytona 500 del 2001. Lo fa in maniera sinistra e tragica. L'incidente, infatti, risulta fatale per Dale Earnhardt. Il fuoriclasse della Nascar muore in pista a 49 anni, lasciando senza parole il mondo dei motori, nuovamente dilaniato da dubbi e polemiche legate alla sicurezza. Il mito di ¡°The Intimidator¡± non ¨¨ svanito e rivive nella memoria dei suoi fans.
RICORDO
¡ª ?Quel terribile 18 febbraio 2001davanti al televisore che annunciava la triste notizia c'era anche un undicenne australiano distrutto dal dolore. Quel ragazzo era Daniel Ricciardo. Il pilota della McLaren ha raccontato pi¨´ volte di essere stato un grande tifoso di Earnhardt. E in occasione del ventesimo anniversario della sua scomparsa, ai media della scuderia di Woking ha raccontato la sua reazione di fronte a quell'evento cos¨¬ traumatico: ¡°Ricordo molto bene la gara in cui Dale mor¨¬. Ricordo anche la mia reazione alla notizia: stavo piangendo. Ho chiamato Steven, un mio amico, che era a sua volta tifoso di Earnhardt. Avevamo corso gare di kart insieme. Ci siamo messi a piangere insieme al telefono¡±.
AMMIRAZIONE
¡ª ?Un idolo rappresenta un punto di riferimento importantissimo, quasi sacro, agli occhi di un tifoso. Earnhardt ha rappresentato questo per Ricciardo, come ha spiegato Daniel: ¡°Per me era un eroe: nel 2014, quando ho scelto il numero 3, avrei voluto anche prendere il suo soprannome 'The Intimidator'¡±. L'australiano prosegue: ¡°Volevo essere quel pilota capace di fare un sorpasso o una manovra spettacolare senza paura. Quando sono passato in Red Bull mi sono creato una fama simile sotto questo aspetto. Quindi penso proprio che Dale sia stato fonte di ispirazione per me¡±.
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