da sportweek
70 anni fa nasceva Villeneuve: storia di un mito di nome Gilles
"Il telefono squill¨° e and¨° uno della famiglia a rispondere: 'Gilles, ¨¨ per te, chiamano dall¡¯estero'. Gilles prese in mano la cornetta con una certa curiosit¨¤ e dall¡¯altra parte del filo c¡¯era un tale che si qualific¨° come un esponente della Ferrari. Dopo i soliti convenevoli, arriv¨° al dunque: te la sentiresti di venire a Maranello per farti conoscere e fare un test sulla pista di Fiorano? Gilles rispose di s¨¬, naturalmente. Ma quando abbass¨° il ricevitore per qualche ora pens¨° che si trattasse di uno scherzo di qualche suo amico. Solo quando si ritrov¨° un signore che lo aspettava all¡¯aeroporto di Malpensa si rese conto che era tutto vero". Le parole di Joanna Villeneuve ripercorrono il preludio della breve ma intensa carriera di suo marito alla Ferrari che oggi, 18 gennaio, avrebbe compiuto 70 anni (era del 1950 anche se andava dicendo che era del 1952).
leggenda
¡ª ?Un pilota la cui fama ¨¨ inversamente proporzionale ai suoi successi: solo 6 GP in meno di cinque stagioni in rosso fino al volo mortale di Zolder che, come spesso accade a chi muore tragicamente giovane, si chiami John Fitzgerald Kennedy o James Dean, lo ha trasformato in una leggenda senza tempo.
amato dal drake
¡ª ?"Gil", come spesso i tifosi abbreviavano il suo nome sugli striscioni che appendevano sulle tribune, piaceva da matti e a tutti, dagli appassionati doc alle adolescenti che tenevano la sua foto nei diari di scuola (io allora 12enne ne sono stato testimone). Piaceva Gilles per le stesse ragioni per cui piaceva ad Enzo Ferrari: "Nella sconfinata tipologia dei campioni del volante mi piace l¡¯ardimentoso, generoso e combattente, audace interprete dell¡¯epica agonistica, romantico cavaliere dell¡¯avventura, quello che nel gergo del nostro sport viene definito un garibaldino ¨C scrisse nella sua ultima fatica biografica proprio per la Gazzetta dello Sport, 'Ferrari racconta', in edicola col giornale il 30 giugno 1988, a meno di due mesi dalla morte, avvenuta il 14 agosto -. Ecco penso a Gilles Villeneuve che a sua volta rievocava in me il grande Tazio Nuvolari¡Uomini che su qualunque tipo di vettura, in qualsiasi circostanza e su qualunque percorso hanno personificato la massima espressione di spregiudicatezza a bordo di una macchina e hanno offerto ogni volta la loro totale dedizione e la loro perentoria voglia di vincere".
show e prodezze
¡ª ?Proprio cos¨¬. Le gare come uno show, le macchine da maltrattare per tirarne fuori il massimo. Senza mai arrendersi anche di fronte alla cattiva sorte. Sono probabilmente pi¨´ conosciute le prodezze di Gilles nelle giornate storte che in quelle vincenti: il giro su tre ruote a Zandvoort nel 1979 per provare a tornare ai box per sostituire una gomma afflosciata (ritirato) o quelli pericolosamente percorsi sotto il diluvio della sua Montreal con l¡¯ala alzata davanti alla visiera che limitava ulteriormente la visibilit¨¤ (arriv¨° terzo).
il duello con Arnoux
¡ª ?Ma la sua grandezza ¨¨ senz¡¯altro legata al duello con Ren¨¦ Arnoux nel GP di Francia del 1 luglio 1979: un ruota a ruota nelle fasi finali che ha fatto dimenticare come quella corsa a Digione venne in realt¨¤ vinta da Jean Pierre Jabouille, compagno di squadra di Arnoux e rappresent¨° anche la prima vittoria per una vettura turbo, la Renault. "Io ero ai box ¨C ¨¨ il ricordo di Joanna che riemerge dagli archivi Gazzetta ¨C ma non mi accorsi di nulla perch¨¦ Ren¨¦ e Gilles fecero i matti nelle curve lontane dal rettifilo principale (le tv in pista erano una rarit¨¤; n.d.r.). Per lui quella battaglia con Arnoux fu una cosa semplicemente normale in quanto non concepiva che in pista uno dovesse tirarsi indietro di fronte al rischio. Anzi".
al massimo con tutti i mezzi
¡ª ?Esagerato in pista ma anche fuori: Gil andava al massimo con qualsiasi mezzo a motore, fosse una motoslitta, un¡¯automobile o un elicottero. Il tragitto Montecarlo-Maranello era un gran premio extra. Una volta una pattuglia della Stradale lo intercett¨° a Lodi. Riuscirono a fermarlo solo a Reggio Emilia dopo aver steso una barriera sull¡¯asfalto con catene chiodate. Scese sorridente, dicendo: "Je suis Gilles Villeneuve". Ma solo l¡¯intervento di Maranello gli evit¨° il carcere e il ritiro della patente.
"gli volevo bene"
¡ª ?Ferrari, immortalato da Ercole Colombo mentre gli stampa un bacio sulla nuca in atteggiamento paterno, gli perdonava tutto. "Gli ho voluto bene", disse candidamente alla conferenza di fine 1982. Di certo la scelta di quello sconosciuto canadese fu fortemente sua. Per dimostrare a Niki Lauda che lo aveva piantato in asso per la Brabham Alfa Romeo a fine '77, che la Ferrari era superiore a qualsiasi pilota e che con le sue macchine poteva vincere chiunque.
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il titolo di Scheckter e le ingenuit¨¤
¡ª ?Gilles sfior¨° il titolo, nel 1979, quando a imporsi fu l¡¯amico Jody Scheckter . "Rispettando gli ordini di squadra, dovette accettare il secondo posto nel mondiale, senza mai attaccare Jody. Una cosa dura da digerire per lui", dir¨¤ anni dopo la moglie Joanna. In realt¨¤ erano state le ingenuit¨¤ di Gilles in Belgio, dove era rimasto senza benzina mentre dominava, e in Olanda, quando per resistere ad Alain Jones, fin¨¬ in testa coda, disintegrando la gi¨¤ citata gomma posteriore sinistra della sua 312 T4, a fare in modo che nella fase cruciale del mondiale si trovasse alle spalle del sudafricano.
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la vittoria pi¨´ bella
¡ª ?La pi¨´ bella delle sue sei vittorie? Joanna non ha dubbi: Spagna '81, tenendosi per buona parte della gara dietro 5 vetture potenzialmente pi¨´ veloci della sua. "Oggi ¨C mi disse quel giorno ¨C ho vinto pi¨´ io della macchina".
il tradimento e lo schianto
¡ª ?La tragica fine per un tradimento. Quello di Pironi a Imola '82. Frutto del famigerato cartello "slow" che lui e Didier avevano interpretato in maniera differente: posizioni congelate per il canadese; ritmo pi¨´ blando, ma libert¨¤ di correre per il francese. Quando Ferrari di fronte alla sua ira, lo accolse dicendo "in fondo ha vinto una Ferrari", Gilles prese la decisione: a fine anno sarebbe andato via. "Era gi¨¤ d¡¯accordo con Gerard Ducarouge (1941-2015, tecnico F.1 di Matra, Ligier, Alfa, Lotus e Lola Larrousse; n.d.r.), avrebbero costruito una loro macchina nel sud della Francia che si sarebbe chiamata Villeneuve", disse una volta Joanna.
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l'erede jacques
¡ª ?Un progetto spezzato dallo schianto di Zolder con la sua 126 C2 decollata sulla March di Jochen Mass. Ma il sogno di diventare iridato sar¨¤ realizzato 15 anni pi¨´ tardi dal figlio Jacques, oggi commentatore Sky: meno irruento e pi¨´ freddo in pista, vinse con la sua Williams il braccio di ferro di Michael Schumacher . "Gli ho spiegato ¨C scrisse per noi Joanna nel 1988 ¨C che gli sar¨¤ difficile correre con quel cognome. ¡°Non ti preoccupare ¨C mi ha risposto ¨C un giorno quando la gente dir¨¤ Villeneuve si riferir¨¤ a me". Ha avuto ragione solo in parte.
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