Il tracciato del GP di Gran Bretagna conserva il suo fascino pur dopo tante modifiche: ha delle curve leggendarie come la Copse e la Stowe, alte medie sul giro e un impegno basso per l'impianto frenante
Nel weekend del 18 luglio si corre nella casa della F1, a Silverstone, dove il 13 maggio 1950 fu disputato il primo GP del campionato mondiale. Lo storico tracciato inglese, nato da un ex aeroporto militare, nonostante le numerose modifiche conserva ancora tra le pi¨´ alte velocit¨¤ medie dell¡¯intero calendario e un fascino notevole.
molta efficienza, poca frenata
¡ª ?? una pista lunga 5.891 metri, da percorrere 52 giri, con 10 curve a destra e 8 a sinistra e molti i curvoni in appoggio a raccordare dei rettifili. Qui conta molto l¡¯efficienza aerodinamica, per generare carico senza offrire molta resistenza all¡¯avanzamento, e l'impegno per l'impianto frenante ¨¨ modesto: secondo i dati forniti dalla Brembo si spende in frenata solo il 15% del tempo del giro.
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Che fascino quel "serpentone"
¡ª ?I punti pi¨´ duri per i freni sono tre: alla staccata della curva 3 (Village), della 6 (Brooklands) e della 16 (Vale), anche se i punti di maggiore fascino e impegno per i piloti sono rappresentati dalle curve 1 e 2, una destra-sinistra larga che si affronta a 290 km/h; dalla Copse, a destra da circa 270 orari, e soprattutto dal serpentone Maggotts-Becketts-Chapel che si affronta al alta velocit¨¤.
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le frenate pi¨´ dure
¡ª ?Analizziamo i punti pi¨´ impegnativi per i freni. Alla curva 3 si entra a 320 km/h e si esce a 125 km/h con una decelerazione massima di 4,8 G; alla curva 6 si passa dai 328 a 167 orari, con 149 metri di spazio di frenata, mentre alla curva 16 si scende dai 294 km/h a 107 km/h, con un tempo di frenata di 2"23.
Occhio alla Stowe
¡ª ?Di assoluto rilievo, infine, la Stowe: una piega a destra dove si entra con la velocit¨¤ pi¨´ elevata di ogni altra curva del tracciato (343 km/h) e dove Michael Schumacher si frattur¨° tibia e perone in un brutto incidente con la Ferrari nel 1999. ? un punto chiave. Per lo show, i sorpassi e fare il tempo.
Gazzetta dello Sport
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