Il personaggio
Alguersuari 2, il ritorno (nei kart). "F1 bella e dannata. E quella sfuriata di Helmut Marko...¡±
Tutto ¨¨ nato da un invito di Sete Gibernau. E cos¨¬, dopo aver abbandonato i motori nel 2015, si ¨¨ riaccesa la scintilla per Jaime Alguersuari, che a 31 anni ¨¨ tornato a gareggiare nel campionato spagnolo di kart Cek Finetwork lo scorso weekend a Campillos (Malaga), procurandosi per¨° una frattura intercostale lato sinistro. L'ex Toro Rosso dovr¨¤ ora osservare sei settimane di riposo assoluto, ma la sua partecipazione al Mondiale di kart KZ nell'appuntamento di Kristianstad, in Svezia, non ¨¨ a rischio. Attivo nel Circus dal 2009 al 2011 con il team di Faenza, lo spagnolo racconta le emozioni del ritorno in pista, andando anche indietro nel tempo fino all'esperienza dolceamara con Helmut Marko e la Red Bull.
Alguersuari, sono passati sei anni ma la velocit¨¤ non ¨¨ mai scomparsa.
"Meno male. Tornare sui kart ¨¨ stata una riscoperta. Dopo aver detto addio alla F1 a fine 2011, ero talmente stufo dei motori che ho voluto staccare da tutto. Mi sono concesso giusto l'esperienza in Formula E tra il 2014 e il 2015, ma era un ambiente completamente diverso".
Quello svenimento in gara a Mosca ¨¨ stato il segnale definitivo per lasciare?
"Esatto, arrivavo da un periodo nel quale non stavo bene. Vivevo con troppo stress, rancore e odio di Red Bull e del sistema F1 in generale. Ho avuto anche una crisi d'ansia. Lo svenimento di Mosca ¨¨ stato il segnale definitivo che mi ha fatto capire come le cose non andassero bene. Serviva un cambio nella mia vita, cos¨¬ mi sono chiesto cosa volessi fare".
La carriera da deejay
"Ho iniziato a scrivere canzoni, produrre musica. Mi sono sentito libero di cavalcare una passione che c'¨¨ sempre stata. Dal 1975 i miei genitori andavano a Ibiza, da quando avevo tre anni, nel 1993, portavano anche me. Respiravo musica elettronica, guardavano i deejay mixare, compravo un sacco di Cd quando viaggiavo a Berlino. Mi sono chiesto se non fosse il caso di produrre brani che nascessero dentro di me, che oggi sono arrivati in diversi paesi. Cos¨¬ ho trovato il mio nome d'arte, "Squire" (in inglese "Scudiero", ndr), e ho iniziato. Peccato che l'industria musicale abbia sofferto con il Covid, spero che da questa estate possiamo tornare alla normalit¨¤".
? grazie alla pandemia che le ¨¨ tornata la passione per i kart?
"Tutta colpa di Sete Gibernau (ride, ndr)! Lui ¨¨ un grande amico di famiglia da molti anni. Una volta mi ha invitato a casa sua, dicendomi che voleva un po' correre nel circuito di kart che ha nel suo giardino di casa. Una pista spettacolare, mi sono divertito tanto dopo anni che non praticavo pi¨´ questo sport".
Chi ha vinto allora?
"Io. Se avesse vinto Sete, meglio non tornare a gareggiare (ride, ndr)".
Sabato della settimana scorsa ¨¨ sceso in pista nel campionato spagnolo a Campillos, ma ha saltato la gara di domenica. Un weekend dalle emozioni contrastanti?
"Ho fatto diversi allenamenti prima della gara. Il problema ¨¨ stato tornare a correre senza il paracostole, perch¨¦ ai tempi pre-F1 facevo sempre cos¨¬. Nel primo allenamento a Lonato (Brescia), mi sono procurato una lesione intercostale sul lato sinistro che non ¨¨ mai passata. In questo periodo non sono comunque mai sceso dal kart e dopo dei test a Malaga e a Barcellona, sono ritornato a Campillos. Ho fatto pole e strappato un terzo posto nella gara del sabato. Ma la pista era veloce perch¨¦ aveva sempre pi¨´ grip con il passare dei giri, cos¨¬ mi sono fratturato la parte che gi¨¤ avevo dolorante. Domenica ho girato nel warm-up e mi sono ritirato prima del via, quando facevo le curve a destra non riuscivo a respirare".
E adesso?
"Ora devo stare fermo sei settimane, intanto ho gi¨¤ iniziato la riabilitazione con magnetoterapia e ultrasuoni. Non credo comunque che l'infortunio bloccher¨¤ la mia preparazione. L'importante era essere veloci in pista. Salter¨° un appuntamento di prossima settimana, ma conto di esserci gi¨¤ il mese prossimo a Valencia o ad agosto nell'appuntamento del campionato europeo di Adria (vicino a Rovigo, in Veneto). Per la prima gara a settembre del Mondiale di kart KZ a Kristianstad, potr¨° dire la mia".
Ma parliamo un po' del suo passato in F1, come arriv¨° la chiamata della Red Bull?
"Venivo dalla vittoria nel campionato 2008 di F3 inglese con la Carlin. Mi sentivo alla grande, avevo realizzato il mio sogno. Il tutto vincendo con una stupenda vettura Dallara, che per me ¨¨ un'opera d'arte per la categoria junior e facilissima da guidare. In Inghilterra ero cresciuto imparando su piste old school. Da membro dell'Academy Red Bull sapevo intanto che i vertici di Milton Keynes mi stavano osservando, che se non avessi vinto non mi avrebbero tenuto. Probabilmente avrei smesso di correre, perch¨¦ non avevo un piano B nella vita. A luglio dell'anno seguente ero in Germania sulla pista di Wachendorf ad allenarmi e mi arriv¨° la chiamata di Helmut Marko, che mi disse che dal GP di Ungheria della fine di quel mese sarei sceso in pista con la Toro Rosso, al posto di S¨¦bastien Bourdais".
Chiss¨¤ la gioia...
"A dire il vero rimasi di stucco, ero anche un po' preoccupato. Non conoscevo per niente n¨¦ la STR4, n¨¦ una vettura di F1 in generale. Dovevo lasciare da parte tutto e farmi trovare subito pronto, con una monoposto che non poteva lottare per la vittoria e per il podio. Non era facile".
All'esordio all'Hungaroring ha chiuso 15¡ã, ma stabilito anche un record: quello di pilota pi¨´ giovane nel debuttare in F1. Allora ha battuto il record di Mike Thackwell, che nel 1980 poco pi¨´ 19enne scese in pista a bordo di una Arrows nel GP d'Olanda. Le attenzioni della stampa creavano in lei ancora pi¨´ pressione?
"Il record poteva anche farmi piacere, in molti allora lo vedevano come un qualcosa di speciale. Ma a me non importava nulla, volevo solo fare bene. Avevo bisogno di tempo per crescere, per adattarmi alla vettura e alla F1. ? stato un po' un crescendo: nel 2009 non avevo preparazione e soffrii molto, l'ultima stagione del 2011 fu molto buona con un 7¡ã posto sia a Monza che in Corea del Sud, o con l¡¯8¡ã in Canada. Facemmo 26 punti senza avere l'F-Duct, che invece era presente in tutte le monoposto delle altre scuderie tranne Caterham e Virgin. Ricordo ancora quel sorpasso su Nico Rosberg come se fosse ieri".
Vuole descrivercelo?
"Nico era pi¨´ veloce di me con la Mercedes, io non riuscivo a superarlo. All'ultimo giro, per¨°, nel lunghissimo rettilineo tra le curve 2-3 ho tentato una strategia estrema: ho attivato tutto il Kers facendolo consumare fino a fine, poi con il Drs ho sviluppato quei 50 Cv in pi¨´ rubandogli due secondi in 400 metri. Il sorpasso non fu difficilissimo, ma l'idea in s¨¦ ¨¨ stata veramente estrema e presa all'ultimo. Ricordo ancora Marko nei box, venne ad abbracciarmi esclamando pi¨´ volte ?Good job!?".
Un modo per fare pace dopo la discussione di quel sabato mattina, cosa accadde precisamente?
"Sebastian Vettel aveva gi¨¤ vinto il secondo dei suoi quattro titoli in carriera. Non si giocava nulla, mentre la Toro Rosso lottava per la settima posizione contro la Sauber. Noi avevamo l'ordine dalla Red Bull di lasciar passare i loro piloti. Accadde che il venerd¨¬ aveva piovuto sempre, mentre sabato era asciutto e i piloti, tra cui io, stavano provando il passo gara per la domenica. Sebastian invece entr¨° con poca benzina per provare il tempo e me lo trovai davanti due volte nell'out-lap. Ho vanificato due giri per rispettare la decisione della Red Bull, ma mancavano pochi minuti alla fine della sessione e alla terza volta che mi trovai davanti Seb non potevo pi¨´ perdere un altro instante. Cos¨¬ ci fu un mio sorpasso e poi un suo contro-sorpasso. Helmut per¨° non sapeva cos¡¯era successo, ascolt¨° solo Vettel via radio e venne furioso al mio box. Inizi¨° a gridare, cercai di spiegargli le cose con calma ma non ci riuscivo. Ho provato in tutti i modi a farmi capire in inglese; ma se una persona ¨¨ un muro, il suono ritorna indietro".
Helmut Marko ¨¨ una persona difficile?
"S¨¬, ma ci tengo a dire che con lui ho comunque avuto una grande relazione e che l'accaduto non c'entra nulla con la loro decisione di lasciarmi fuori a fine stagione. Sar¨° sempre grato a lui, alla Red Bull e al proprietario del team Dietrich Mateschitz. Mi hanno dato la possibilit¨¤ di stare in F1, un po' come se fossi all'universit¨¤. Sono maturato come persona. Posso solo che considerarmi un privilegiato nell'aver fatto questa vita, anche se poi ho sofferto molto da l¨¬ in avanti".
Nel 2012 poi ¨¨ stato sostituito da Daniel Ricciardo, pu¨° raccontarci come le dissero addio alla fine della stagione precedente?
"Ancora non mi capacito di come sia potuto accadere. Avevo chiuso avanti al mio compagno di squadra S¨¦bastien Buemi, cancellai persino un contratto con la Lotus ad Abu Dhabi per fare il secondo pilota di Kimi Raikkonen (alla fine venne scelto Romain Grosjean, ndr). Quelli della Renault mi dissero che avrei dovuto firmare subito o l'offerta sarebbe svanita, ma decisi di continuare con la Toro Rosso perch¨¦ c'era una buona atmosfera intorno a me dopo i risultati all'altezza di quella stagione. Per di pi¨´ dal GP di Canada avevamo risolto il problema del consumo delle gomme in gara, portando la STR6 quasi sempre in top-10".
E poi?
"Anche a fine stagione mi chiamavano quelli del team dicendo che ci sarebbero state buone sensazioni per il 2012, che sarebbero arrivati pezzi nuovi dalla McLaren e che l'auto sarebbe stata pi¨´ performante. Io ero carico, mi presentai a Madrid per un evento con uno sponsor della Toro Rosso. Il giorno dopo mi chiam¨° Marko e mi disse che per me e Buemi non c'erano possibilit¨¤ per rimanere. Ci rimasi male per il trattamento. Rimaneva la Hrc, ma che senso aveva scendere in pista con un team che era l'ultimo della griglia?".
Con l'attuale team principal Red Bull, Christian Horner, come era invece il rapporto?
"Non c'era, n¨¦ con lui n¨¦ con Adrian Newey. Anche in pista, Christian non era un tipo molto amichevole. Un po' ¨¨ anche dovuto al fatto che dal 2010 costruivamo interamente le nostre vetture a Faenza, dove vivevo all'epoca. Avevamo un telaio completamente Made in Italy. A Milton Keynes andavamo solo per allenarci al simulatore".
Oggi la F1 ¨¨ cambiata molto rispetto ai tuoi tempi, con vetture ibride e non pi¨´ con i motori aspirati di una volta. Le piace?
"Sinceramente no. Io vorrei si ritornasse al passato, con vetture con poco grip, meno carico aerodinamico e i motori aspirati. Un po' come nel 2003-2004. Ma capisco anche che i tempi si siano evoluti. Non vedo l'ora di vedere l¡¯anno prossimo con il budget cup e il cambio dei regolamenti come saranno le nuove monoposto".
Alla Ferrari quest'anno ¨¨ arrivato un suo connazionale: Carlos Sainz. Cosa ne pensa di lui, pu¨° fare bene alla Ferrari?
"Carlos ¨¨ un pilota unico, nel senso che ha i valori da sportivo vero. La F1 oggi purtroppo non funziona come altri sport, dato che ricchi imprenditori mettono dei soldi e possono anche assicurarsi dei sedili per far correre i loro piloti. Lui ¨¨ bravo non solo in questo sport, ma anche a golf e a tennis. Un amico che rappresenta il mio Paese e gli d¨¤ un'immagine bella, tutto ci¨° che il Circus necessitava. Ha saputo reinventarsi e non era facile, dato che ha un pap¨¤, Carlos Sainz senior, che ¨¨ un due volte campione del mondo rally. Sono sicuro che alla Ferrari far¨¤ bene".
E della "sua" AlphaTauri ? Il terzo posto di Pierre Gasly a Baku dimostra che l'auto di Faenza ¨¨ competitiva come l'anno scorso.
"Una vettura che arriva sempre nei primi otto dimostra che ¨¨ competitiva. Basta vedere dai tempi in qualifica il suo potenziale: se un'auto ¨¨ veloce lo si vede facendo la media dei tempi in qualifica, per poi comparare il giro con quello dell'auto pi¨´ veloce che quasi sempre ¨¨ la Mercedes o la Red Bull. L'AlphaTauri ¨¨ sempre a un secondo e mezzo di differenza da loro, quindi pu¨° dire la sua. Ai miei tempi ce n'erano 16-17".
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