caos calendari
Formula 1: cancellati Azerbaigian, Singapore e Giappone
La notizia era nellĄŻaria, ma adesso ¨¨ ufficiale. QuestĄŻanno non si disputeranno il GP dellĄŻAzerbaigian, di Singapore e del Giappone di Formula 1. Una decisione che Ross Brawn, responsabile per lo sport di Liberty Media, aveva gi¨¤ anticipato in via ufficiosa e dovuta alle conseguenze dellĄŻepidemia mondiale.
Niente gare in citt¨¤
ĄŞ ?In particolare nella capitale azera non si potr¨¤ correre perch¨Ś lĄŻallestimento del circuito cittadino comporterebbe investimenti molto onerosi da parte del governo locale, senza la certezza che la gara possa poi disputarsi davvero e nelle condizioni ideali, visto il protrarsi dellĄŻemergenza causata dal coronavirus. Lo stesso motivo ha portato allĄŻannullamento della gara a Singapore, visto che quello di Marina Bay ¨¨ un altro circuito che si snoda fra le strade della citt¨¤. Nel caso del Giappone, infine, le permanenti restrizioni adottate dalla nazione in materia di viaggi aerei dallĄŻestero, non danno sufficienti garanzie ai promoter per lĄŻorganizzazione dellĄŻevento.
Obiettivo 15-18 GP
ĄŞ ?Si allunga dunque la lista delle nazioni che finora hanno visto cancellato il loro GP: lĄŻAustralia a marzo, poi Monte Carlo (cittadino) e adesso altre tre tappe. Mentre Liberty spera ancora di potere recuperare a fine stagione Cina, Vietnam e Bahrain. Il via del Mondiale 2020 resta invece fissato il 5 luglio in Austria, al Red Bull Ring di Zeltweg. Ą°Abbiamo ancora fiducia di poter avere un calendario finale con 15-18 GP prima di concludere a met¨¤ dicembre ad Abu Dhabi - assicura Liberty -. Siamo in contatto con molti promoter, alcuni nuovi, interessati dalle condizioni particolari per ospitare una gara nel 2020Ąą.
Diritti al ribasso
ĄŞ ?Il riferimento ¨¨ al fatto che questĄŻanno i promoter locali potranno organizzare gli eventi pagando molto meno (o quasi nulla) i diritti. Si discute fra lĄŻaltro della possibilit¨¤ di inserire un secondo GP in Italia, accanto a Monza, con in pole la candidatura del Mugello, circuito della Ferrari.
Gazzetta dello Sport
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