Tra trionfi e tragedie, la 156 consolid¨° la posizione della Ferrari tra le "grandi" della Formula 1, grazie all'ottima intesa dello staff che concep¨¬ la monoposto: fu la prima col motore nella parte posteriore del telaio
Concepita nel 1961 da una ¨¦quipe tecnica comprendente tra gli altri i motoristi Carlo Chiti, Franco Rocchi e Mauro Forghieri e il telaista Walter Salvarani, la Ferrari 156 F1 fu la prima ¡°rossa¡± con il propulsore collocato sulla parte posteriore del telaio. La Ferrari si adegu¨° alla tendenza inaugurata nel biennio 1958-1959 dai costruttori britannici trasferendo il motore alle spalle del pilota. Una soluzione tecnica indubbiamente molto vantaggiosa sia a livello di pesi sia a livello aerodinamico, che miglior¨° considerevolmente la guidabilit¨¤ delle monoposto. Lavorando sulla base di una Cooper della Scuderia Centro-Sud, il gruppo di lavoro di Carlo Chiti riusc¨¬ a creare un nuovo telaio con struttura a traliccio in tubi d¡¯acciaio, che poteva meglio sostenere il motore Dino V6 della ¡°Rossa¡±.
IL DEBUTTO DEL "MUSO A SQUALO"
¡ª ?La lunghezza della monoposto era di 4.030 mm, a fronte di una larghezza di 1.400 mm e di un¡¯altezza di 1.000 mm, ed il peso era piuttosto contenuto per il periodo: solo 420 kg. Il cambio fu sistemato presso il mozzo delle ruote posteriori, mentre la frizione era Multidisco. Le sospensioni, sia anteriori che posteriori, furono supportate da una combinazione di quadrilateri deformabili, molle elicoidali e ammortizzatori telescopici lasciando le ruote indipendenti; quanto all¡¯impianto frenante, si fece ricorso all¡¯affidabile sistema con quattro freni a disco della Dunlop. I serbatoi del carburante furono sistemati sui lati della 156 F1, mentre avveniristiche furono le due prese d¡¯aria frontali a supporto del radiatore, per le quali fu coniato il termine ¡°muso a squalo¡±, in seguito ripreso dalla F1 degli anni Novanta.
L' AMARO TRIONFO del 1961?
¡ª ?A livello agonistico il 1961 fu un anno di enormi soddisfazioni. Gi¨¤ nella prima gara a Monaco la 156 F1 conquist¨° il secondo, terzo e quarto posto rispettivamente con Ginther, Phil Hill e Wolfgang Von Trips. Il tedesco port¨° quindi alla ¡°Rossa¡± la prima vittoria in Olanda davanti a Hill. L¡¯americano vinse invece in Belgio, dove venne registrata una quaterna delle 156 F1. In Francia, memorabile fu la vittoria di Giancarlo Baghetti, all¡¯esordio assoluto nella massima formula, quindi arrivarono una tripletta in Inghilterra e una doppietta in Germania. Hill e Von Trips restarono i pretendenti al titolo piloti. Purtroppo, la contesa si risolse con un terribile incidente a Monza costato la vita a Von Trips e a quattordici spettatori. La Ferrari si aggiudic¨° il primo titolo costruttori ed il quinto titolo piloti in un¡¯atmosfera amara.
IL MESTO EPILOGO DELLA 156 F1
¡ª ?Nel 1962 le scuderie inglesi corsero al riparo sviluppando nuove monoposto in grado di tenere testa pi¨´ facilmente alla 156 F1. La vettura di Maranello perse rapidamente la sua supremazia, con il secondo posto di Hill a Monaco quale migliore risultato unito a tre terzi posti. A compromettere ogni possibilit¨¤ di successo, anche delle agitazioni sindacali a Maranello che portarono il Cavallino Rampante a saltare le gare in Francia, USA e Sudafrica
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