Il tracciato giapponese ¨¨ fra i luoghi che hanno legami forti con la F1 delle origini, grazie a caratteristiche tecniche particolari e molti episodi che ne hanno rafforzato un'aura mitica: vediamo quali sono, ripercorrendone la storia, curva per curva
Cosa sarebbe il calcio brasiliano senza il Maracan¨¤? Oppure ancora il tennis senza il Centre Court di Wimbledon, il ciclismo senza la Parigi-Roubaix e la boxe o il grande basket senza il Madison Square Garden di New York? Luoghi che sono parte integrante delle grandi storie di sport che vengono raccontate in queste pagine. Gli sport motoristici ovviamente non fanno eccezione, anche alcuni autodromi sono diventati luoghi speciali in cui si ¨¨ scritta la storia dello sport, le cui analogie con i palazzetti e i grandi stadi sono molte. Si tratta solitamente di luoghi costruiti in anni non recenti, ma soprattutto in cui si sono consumate le pi¨´ intense glorie cos¨¬ come le pi¨´ deludenti sconfitte. Sono teatri di lacrime, provocate dalla magia di una vittoria, come, purtroppo, da una tragedia.
nel club dei grandi circuiti
¡ª ?Il club dei grandi circuiti nella storia del Motorsport ha determinate caratteristiche: sono spesso strutture create in epoche lontane dalla nostra, adagiandosi sulla naturale conformazione del territorio originale e in qualche caso anche sfruttando le strade gi¨¤ esistenti. Sono quindi luoghi molto connessi al territorio circostante, di cui assorbono in qualche modo le caratteristiche. Piste come Monaco, Monza, Imola, Spa, il Nurburgring, Silverstone, Le Mans, Watkins Glen, Sebring e molte altre. Ne esiste una che per¨° non ¨¨, n¨¦ europea, n¨¦ americana ed ¨¨ appunto la pista di Suzuka. Parliamo di una pista difficile,?selettiva per uomini e mezzi?e che, esattamente come le altre grandi, ha un indice di?pericolosit¨¤ maggiore rispetto a impianti progettati in tempi pi¨´ recenti. Autodromi magari pensati per essere prima di tutto sicuri ed efficienti sotto l¡¯aspetto logistico, ma per questo pi¨´ ¡°freddi¡± e poco inseriti nel territorio. Non bisogna nascondersi dietro un dito: bellezza e selettivit¨¤ dei circuiti passano anche attraverso una certa difficolt¨¤ tecnica: ¨¨ il fattore che li rende pi¨´ divertenti, innalzandone per¨° anche il livello di pericolosit¨¤. Le 18 curve?di Suzuka sono tutte particolarmente tecniche, tanto da meritarsi, come quelle di altre piste europee, una certa aura ¡°sacra¡±, grazie alle imprese sportive che vi sono state realizzate.
la 'scintilla' di soichiro honda
¡ª ?La creazione di Suzuka si deve a Soichiro Honda, il mitico fondatore dell¡¯omonima casa costruttrice che intendeva dotarsi di una 'test-track'. Da un territorio collinare suddiviso in grosse terrazze per la coltivazione del riso, il progettista John Hugenholtz, gi¨¤ autore di tra le altre di Zolder, del Motodrom di Hockenheim e di Jarama, tracci¨° un tracciato unico nel suo genere, con un disegno a forma?di 8?e un incrocio che sar¨¤ una delle sue peculiarit¨¤. Suzuka, inaugurata nel 1962, ¨¨ una delle pochissime piste al mondo che grazie al peso della sua propriet¨¤ divenne importante, non solo per le corse automobilistiche, ma anche per quelle motociclistiche, visto che dal 1978 si corre la storica gara endurance della 8 Ore di Suzuka. Anche se ¨¨ entrata nel calendario della F1 solo nel 1987, ogni punto della pista rimanda a un episodio famoso, anche perch¨¦ ¨¨ stata a lungo inserita come ultima o penultima gara del calendario, rendendola spesso fondamentale per la conquista del titolo.
un giro nella storia della f1
¡ª ?Percorrendo un giro di pista virtuale non serve nemmeno fare un metro che gi¨¤, sul rettifilo, vengono in mente le partenze con spegnimento del motore e relativa rimonta di Micheal Schumacher nel 1998 e di Ayrton Senna nel 1988. Se nel caso del pilota tedesco la sua rimonta spettacolare si concluse con un ritiro e la relativa vittoria del titolo per Mika Hakkinen, quella del pilota brasiliano diede ai libri di storia una narrazione totalmente differente: la mitica McLaren MP4/4 che si spegne, il gruppo che lo fa scomparire dall¡¯inquadratura, il manto stradale in leggera discesa che permette per inerzia l¡¯avviamento del motore, e poi la furibonda rimonta, il sorpasso su Prost sempre in fondo al rettilineo e poi la vittoria che gli regal¨° il suo primo, incredibile, titolo mondiale. Pochi metri dopo il punto del suo sorpasso dell¡¯88 c¡¯¨¨ la staccata della ¡°first curve¡± dove sempre Senna e Prost si resero protagonisti di una delle vicende pi¨´ controverse della storia della F1: il tamponamento ¡°vendetta¡±?di Senna sulla Ferrari di Prost, la cinica manovra che gli valse il secondo titolo del 1990. Dopo le prime due bellissime curve verso destra, inizia uno dei tratti pi¨´ amati dai piloti, le ¡°S curves¡±, a raggio variabile e difficilissime da fare senza commettere errori: in questa sequenza i piloti ¡°danzano¡± da una parte all¡¯altra in modo spettacolare, consci che ¨¨ uno dei punti dove ¨¨ possibile fare la differenza. Nella quinta e ultima curva delle 'esse', nelle qualifiche del GP del 1987 usc¨¬ di pista, infortunandosi, Nigel Mansell sulla Williams-Honda. L'incidente cost¨° caro al pilota inglese perch¨¦ si fece male alla schiena e dovette lasciare la vittoria del campionato al suo compagno di squadra Nelson Piquet, in una gara che vide la bellissima vittoria di Gerhard Berger su Ferrari.
dalla dunlop al traguardo
¡ª ?Dopo le 'S' c¡¯¨¨ un¡¯insidiosa curva a sinistra, la Dunlop, divenuta tragicamente nota con l¡¯incidente di Jules Bianchi nel 2014. Poi si arriva alle due Degner, che piegano verso destra, dedicate al motociclista tedesco Ernst Degner, eroe del motociclismo giapponese fuggito dalla Germania Est per diventare un pilota Suzuki: la prima curva ¨¨ molto veloce e spettacolare; la seconda ¨¨ pi¨´ lenta e immette nel breve tratto che passa sotto l¡¯incrocio dell¡¯ 'otto' e porta fino al mitico Hairpin, un lungo tornante verso sinistra che ¨¨ pure il punto pi¨´ lento del tracciato. Dopo l¡¯Hairpin arriva un altro tratto molto tecnico, con curve veloci ¡°da pelo¡±: prima la 200R, una curva ampia verso destra da fare in pieno; poi le mitiche Spoon, da percorrere raccordandole come se fosse una curva sola, lasciando scorrere la vettura fino al momento di aprire tutto il gas; infine la mitica 130R, una curva secca a sinistra che con le F1 moderne si percorre normalmente in pieno a oltre 320 km/h con un carico sul collo che pu¨° arrivare a 3,5 G. Dopo la 130R si arriva alla Casio Triangle, la chicane che ha sempre offerto ghiotte opportunit¨¤ di sorpasso e che si ¨¨ prestata all¡¯ennesima pagina di storia scritta da Prost e Senna, questa volta nel 1989: il contatto fra i due compagni in McLaren, la ripartenza del brasiliano, la sua qualifica e la vittoria della gara che va ad Alessandro Nannini, mentre il campionato se lo aggiudica lo stesso Prost. L¡¯ultima curva, in discesa, verso destra, non pu¨° che portare alla mente quella mattina del 2000 grazie alla vittoria di Micheal Schumacher e della Ferrari che riportarono il titolo piloti a Maranello dopo 21 anni di digiuno, mentre quello costruttori era arrivato gi¨¤ nel 1999, sempre a Suzuka, nell¡¯anno dell¡¯infortunio di Schumi e della sfortunata stagione di Eddie Irvine. Un giro virtuale per ripercorrere i tanti avvenimenti in questa pista mitica, teatro anche di altre grandi imprese, come quella di Eddie Irvine nel 1997 o di Kimi Raikkonen nel 2005 su McLaren, quando vinse partendo dalla diciassettesima casella in griglia, fino ad arrivare agli anni recenti, con i successi della Mercedes e poi della Red Bull.
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