Il n.1 della Fia ed ex capo Ferrari su Schumacher, che il 3 gennaio compie 50 anni: "Vedremo ancora tanti GP insieme e sentir¨° nostalgia se un giorno Hamilton batter¨¤ i suoi record
Jean Todt, 72enne presidente francese della Fia e per quattordici anni, dal 1993 al 2007, responsabile della Gestione Sportiva Ferrari, si trova dall'altra parte del mondo per trascorrere qualche giorno di vacanza. Ha accettato di buon grado di raccontarci il suo Michael Schumacher alla vigilia del 50¡ã compleanno dell'ex-pilota tedesco. La voce che arriva dal suo cellulare durante tutta l'intervista ¨¨ forte, carica di emozione, a tratti travolgente. Vicino a lui c'¨¨ l'inseparabile compagna, l'attrice malaysiana Michelle Yeoh. Le prime parole sono proprio per lei: "Avete visto Crazy&Rich? E' stato un grande successo. Mi raccomando non dovete perdervi questo film".
Poi Todt entra subito nel mondo di Michael, il pilota che ha regalato alla Ferrari un ciclo vincente ma anche l'amico intimo con il quale per tanto tempo ha condiviso e, se vogliamo, condivide ancora gioie e dolori. Quell'amico la cui vita ¨¨ come entrata in un'altra dimensione il 29 dicembre 2013 dopo un banale quanto drammatico incidente sugli sci.
Poi Todt entra subito nel mondo di Michael, il pilota che ha regalato alla Ferrari un ciclo vincente ma anche l'amico intimo con il quale per tanto tempo ha condiviso e, se vogliamo, condivide ancora gioie e dolori. Quell'amico la cui vita ¨¨ come entrata in un'altra dimensione il 29 dicembre 2013 dopo un banale quanto drammatico incidente sugli sci.
Presidente Todt, domani, il 3 gennaio, Michael Schumacher compir¨¤ 50 anni: che cosa rimane di lui nella F.1 di oggi?
"Mah, la vita ¨¨ fatta di capitoli e questo discorso vale anche per la Formula 1. Michael con la Ferrari ha realizzato qualcosa di incredibile. Cos¨¬ come oggi stanno facendo la Mercedes e Hamilton. Tanto di cappello perch¨¦ non ¨¨ facile dominare come hanno fatto loro sino ad ora. Anche se bisogna sottolineare che fino a Monza la Ferrari e Vettel erano in testa ai due campionati e hanno comunque portato a termine un grande lavoro. Noto, nei confronti della Mercedes, la stessa situazione che ho gi¨¤ vissuto molto tempo fa. Con la gente che prima era stanca perch¨¦ la Ferrari non vinceva e poi perch¨¦ lo faceva sempre. Ricordo che mi fermavano per strada e dicevano: "Signor Todt quando si vince?"; poi dal 2003 trovavo gente che confessava "Non guardo pi¨´ i GP perch¨¦ mi annoio, vince sempre Michael!".
"Mah, la vita ¨¨ fatta di capitoli e questo discorso vale anche per la Formula 1. Michael con la Ferrari ha realizzato qualcosa di incredibile. Cos¨¬ come oggi stanno facendo la Mercedes e Hamilton. Tanto di cappello perch¨¦ non ¨¨ facile dominare come hanno fatto loro sino ad ora. Anche se bisogna sottolineare che fino a Monza la Ferrari e Vettel erano in testa ai due campionati e hanno comunque portato a termine un grande lavoro. Noto, nei confronti della Mercedes, la stessa situazione che ho gi¨¤ vissuto molto tempo fa. Con la gente che prima era stanca perch¨¦ la Ferrari non vinceva e poi perch¨¦ lo faceva sempre. Ricordo che mi fermavano per strada e dicevano: "Signor Todt quando si vince?"; poi dal 2003 trovavo gente che confessava "Non guardo pi¨´ i GP perch¨¦ mi annoio, vince sempre Michael!".
Dieci anni insieme a Michael: qual ¨¨ il ricordo pi¨´ bello?
"Facile, il GP del Giappone nel 2000, quando abbiamo riportato a Maranello un campionato che mancava dal 1979, da Jody Scheckter. Gi¨¤ salendo sul podio di Suzuka dissi a Michael: 'Abbiamo compiuto la nostra missione, la nostra vita sportiva d'ora in poi non sar¨¤ pi¨´ la stessa'..".
E i momenti difficili?
"Tanti. Penso ad esempio a Jerez '97, quando perse il titolo. Michael era arrivato da solo un anno, sarebbe stato sensazionale se avesse vinto allora. E poi l'incidente sotto l'acqua con Coulthard doppiato a Spa '98, il botto di Silverstone '99 dove rimase senza freni e si frattur¨° una gamba. E poi ancora in Giappone nel 2006 quando si ruppe il motore e perse il titolo".
Ci racconta i retroscena del suo ingaggio in Ferrari nel 1995?
"Era ovvio che dopo la scomparsa di Senna fosse lui il pilota da prendere. Ai tempi in Ferrari i motoristi se la prendevano col telaio, i telaisti col motore, i piloti con la macchina. Allora abbiamo deciso di ingaggiare quello che era il pilota di riferimento per toglierci almeno questa variabile. Il primo a contattare Willy Weber (l'allora manager di Michael; n.d.r. ) fu Niki Lauda, che era consulente del Cavallino. Poi lo vidi io. Quindi incontrai Schumacher assieme all'avvocato della Ferrari, Henry Peter. Il vertice decisivo nella mia stanza all'Hotel de Paris di Montecarlo dur¨° 12 ore, era fine luglio del 1995. L¨¬ venne firmato il pre accordo. Ogni qualvolta c'era qualche nodo da sciogliere telefonavo al presidente Luca di Montezemolo. Volevo essere sicuro di avere la possibilit¨¤ di fare ci¨° che stavo facendo visto che la Ferrari non era di mia propriet¨¤".
Lei dovette gestire anche il primo ritiro di Schumi alla fine del 2006.
"Anche su questo punto sono state scritte e dette un sacco di stupidaggini. Come quella che io lo volessi tenere e che Montezemolo puntasse invece su Raikkonen. Nulla di vero. Michael voleva smettere forse per dare spazio a Felipe Massa, di cui aveva fiducia e per il quale nutriva simpatia. Disse che non aveva pi¨´ voglia di sentire addosso tutta quella pressione, di vivere tutti quegli impegni. Solo allora abbiamo chiamato Kimi. A Schumacher offrimmo il ruolo di consulente, per sfruttare nome ed esperienza, anche se non aveva grande passione per questa posizione. Poi, dopo l'incidente di Massa a Budapest 2009, quando io ero ormai andato via dalla Ferrari, so che Montezemolo gli offr¨¬ di tornare. Lui era pronto, ma si era fatto male in moto e non era in grado ancora di guidare una Formula 1, cos¨¬ non pot¨¦ accettare. Quindi lo cerc¨° la Mercedes e, visto il nostro rapporto, chiese la mia opinione anche se la decisione l'aveva gi¨¤ presa. Gli dissi che era meglio quella scelta di qualsiasi gara di moto".
"Facile, il GP del Giappone nel 2000, quando abbiamo riportato a Maranello un campionato che mancava dal 1979, da Jody Scheckter. Gi¨¤ salendo sul podio di Suzuka dissi a Michael: 'Abbiamo compiuto la nostra missione, la nostra vita sportiva d'ora in poi non sar¨¤ pi¨´ la stessa'..".
E i momenti difficili?
"Tanti. Penso ad esempio a Jerez '97, quando perse il titolo. Michael era arrivato da solo un anno, sarebbe stato sensazionale se avesse vinto allora. E poi l'incidente sotto l'acqua con Coulthard doppiato a Spa '98, il botto di Silverstone '99 dove rimase senza freni e si frattur¨° una gamba. E poi ancora in Giappone nel 2006 quando si ruppe il motore e perse il titolo".
Ci racconta i retroscena del suo ingaggio in Ferrari nel 1995?
"Era ovvio che dopo la scomparsa di Senna fosse lui il pilota da prendere. Ai tempi in Ferrari i motoristi se la prendevano col telaio, i telaisti col motore, i piloti con la macchina. Allora abbiamo deciso di ingaggiare quello che era il pilota di riferimento per toglierci almeno questa variabile. Il primo a contattare Willy Weber (l'allora manager di Michael; n.d.r. ) fu Niki Lauda, che era consulente del Cavallino. Poi lo vidi io. Quindi incontrai Schumacher assieme all'avvocato della Ferrari, Henry Peter. Il vertice decisivo nella mia stanza all'Hotel de Paris di Montecarlo dur¨° 12 ore, era fine luglio del 1995. L¨¬ venne firmato il pre accordo. Ogni qualvolta c'era qualche nodo da sciogliere telefonavo al presidente Luca di Montezemolo. Volevo essere sicuro di avere la possibilit¨¤ di fare ci¨° che stavo facendo visto che la Ferrari non era di mia propriet¨¤".
Lei dovette gestire anche il primo ritiro di Schumi alla fine del 2006.
"Anche su questo punto sono state scritte e dette un sacco di stupidaggini. Come quella che io lo volessi tenere e che Montezemolo puntasse invece su Raikkonen. Nulla di vero. Michael voleva smettere forse per dare spazio a Felipe Massa, di cui aveva fiducia e per il quale nutriva simpatia. Disse che non aveva pi¨´ voglia di sentire addosso tutta quella pressione, di vivere tutti quegli impegni. Solo allora abbiamo chiamato Kimi. A Schumacher offrimmo il ruolo di consulente, per sfruttare nome ed esperienza, anche se non aveva grande passione per questa posizione. Poi, dopo l'incidente di Massa a Budapest 2009, quando io ero ormai andato via dalla Ferrari, so che Montezemolo gli offr¨¬ di tornare. Lui era pronto, ma si era fatto male in moto e non era in grado ancora di guidare una Formula 1, cos¨¬ non pot¨¦ accettare. Quindi lo cerc¨° la Mercedes e, visto il nostro rapporto, chiese la mia opinione anche se la decisione l'aveva gi¨¤ presa. Gli dissi che era meglio quella scelta di qualsiasi gara di moto".
C'¨¨ stato un momento in cui Michael ¨¨ passato da pilota ad amico?
"I miei rapporti con Michael sono cresciuti nel tempo. All'inizio erano solo professionali ma gi¨¤ nell'estate del 1996 si saldarono: ricordo che nelle prove private (a Monza; n.d.r.), quando in molti chiedevano la mia testa, disse che se fossi andato via, sarebbe venuto con me. Mi conosceva poco, ma aveva capito che eravamo sulla strada giusta. Poi io gli sono stato vicino quando lui ha avuto dei momenti difficili. E ho conosciuto meglio Corinna che a sua volta ha creato una eccellente relazione con la mia signora. Abbiamo fatto le vacanze insieme coi figli. E' nata un'amicizia totale. Per questa ragione quando ha avuto l'incidente, e noi eravamo gi¨¤ a Bali, ho preso il primo aereo e mi sono precipitato a Grenoble. E' cos¨¬ che con il passare del tempo mi sono ritagliato un ruolo importante all'interno della sua famiglia".
Si fidava ciecamente di lei...
"Michael non ¨¨ un uomo che d¨¤ facilmente fiducia ma mi ha sempre ascoltato. Mi viene in mente quando gli ho chiesto di essere tra i finanziatori dell'ICM (l'Istituto per le cure neurologiche di Parigi, ndr). Lui mi rispose semplicemente: "Se me lo chiedi, ti seguo". Sapeva che, se gli domandavo qualcosa,andava a suo beneficio. In quella occasione io volevo anche dargli un'altra immagine all'esterno".
E lei oggi ricambia in qualit¨¤ di testimonial della Fondazione "Keep fighting".
"Questa ¨¨ una iniziativa della sua famiglia, molto seguita da Sabine Kehm (la manager ed ex portavoce di Schumacher, n.d.r. ) Se mi chiedono qualcosa, e non ¨¨ in contrasto con il mio ruolo, lo faccio volentieri".
? stato toccante venire a sapere nelle scorse settimane che ha visto l'ultimo GP del Brasile accanto a lui....
"Questa notizia ¨¨ stata riportata male. Lo sapete, io sono sempre stato discreto sulla sua vita privata. Mi hanno chiesto dove ho visto quella gara e io con naturalezza ho detto a casa di Michael. Con lui ho guardato tanti GP prima e anche dopo l'incidente. Uno dei pi¨´ dolorosi fu quello d'Ungheria 2008, quando Massa ruppe il motore a pochi chilometri dal traguardo mentre era al comando con largo margine su Kovalainen. Ripeto, ne abbiamo viste tante di gare insieme e ne vedremo ancora molte".
In queste occasioni, secondo lei, Michael percepisce di averla accanto e intuisce che state vedendo la F.1?
"Qui mi fermo".
Con quale frequenza va a fargli visita?
"Un paio di volte al mese".
"I miei rapporti con Michael sono cresciuti nel tempo. All'inizio erano solo professionali ma gi¨¤ nell'estate del 1996 si saldarono: ricordo che nelle prove private (a Monza; n.d.r.), quando in molti chiedevano la mia testa, disse che se fossi andato via, sarebbe venuto con me. Mi conosceva poco, ma aveva capito che eravamo sulla strada giusta. Poi io gli sono stato vicino quando lui ha avuto dei momenti difficili. E ho conosciuto meglio Corinna che a sua volta ha creato una eccellente relazione con la mia signora. Abbiamo fatto le vacanze insieme coi figli. E' nata un'amicizia totale. Per questa ragione quando ha avuto l'incidente, e noi eravamo gi¨¤ a Bali, ho preso il primo aereo e mi sono precipitato a Grenoble. E' cos¨¬ che con il passare del tempo mi sono ritagliato un ruolo importante all'interno della sua famiglia".
Si fidava ciecamente di lei...
"Michael non ¨¨ un uomo che d¨¤ facilmente fiducia ma mi ha sempre ascoltato. Mi viene in mente quando gli ho chiesto di essere tra i finanziatori dell'ICM (l'Istituto per le cure neurologiche di Parigi, ndr). Lui mi rispose semplicemente: "Se me lo chiedi, ti seguo". Sapeva che, se gli domandavo qualcosa,andava a suo beneficio. In quella occasione io volevo anche dargli un'altra immagine all'esterno".
E lei oggi ricambia in qualit¨¤ di testimonial della Fondazione "Keep fighting".
"Questa ¨¨ una iniziativa della sua famiglia, molto seguita da Sabine Kehm (la manager ed ex portavoce di Schumacher, n.d.r. ) Se mi chiedono qualcosa, e non ¨¨ in contrasto con il mio ruolo, lo faccio volentieri".
? stato toccante venire a sapere nelle scorse settimane che ha visto l'ultimo GP del Brasile accanto a lui....
"Questa notizia ¨¨ stata riportata male. Lo sapete, io sono sempre stato discreto sulla sua vita privata. Mi hanno chiesto dove ho visto quella gara e io con naturalezza ho detto a casa di Michael. Con lui ho guardato tanti GP prima e anche dopo l'incidente. Uno dei pi¨´ dolorosi fu quello d'Ungheria 2008, quando Massa ruppe il motore a pochi chilometri dal traguardo mentre era al comando con largo margine su Kovalainen. Ripeto, ne abbiamo viste tante di gare insieme e ne vedremo ancora molte".
In queste occasioni, secondo lei, Michael percepisce di averla accanto e intuisce che state vedendo la F.1?
"Qui mi fermo".
Con quale frequenza va a fargli visita?
"Un paio di volte al mese".
Che ruolo ha avuto e ha nella carriera di Mick, il figlio di Schumacher, che dopo aver vinto in Formula 3 la prossima stagione correr¨¤ in Formula 2?
"Un ruolo minimo. Lui ha iniziato a correre nei kart seguito dal padre. Poi si ¨¨ costruito da solo il proprio destino. Non ¨¨ facile perch¨¦ c'¨¨ un'attesa enorme su di lui con il cognome che porta. In F.3 non era partito bene, poi ha fatto una seconda met¨¤ di stagione eccezionale e ha vinto meritatamente un campionato difficile, con una grande concorrenza. Ora ha deciso di salire di categoria. Deve andare avanti passo dopo passo".
Sembra scritto che un giorno guider¨¤ una Ferrari...
"Gli auguro il successo pi¨´ grande. Ma poi toccher¨¤ a chi lo vuole ingaggiare farsi avanti, questo non ¨¨ pi¨´ di mia competenza".
Secondo lei Mick ci punta?
"Senza dubbio punta alla F.1, ma sa che la strada ¨¨ ancora lunga. Per¨° ha i numeri per arrivarci".
Corinna ¨¨ contenta che il figlio corra?
"S¨¬, come lo ¨¨ della passione di Gina Maria, l'altra figlia, per i cavalli. Perch¨¦ vede che fanno ci¨° che li rende felici".
A proposito, che donna ¨¨ Corinna Schumacher?
"Corinna ¨¨ straordinaria, una donna di basso profilo, umile, che ha sempre dato priorit¨¤ alla famiglia. D'altronde Michael ha sempre voluto vivere da uomo normale malgrado la sua fama e quasi ci ¨¨ riuscito perch¨¦ ha tenuto celati i suoi figli sino a poco tempo fa. E aggiungo che sua moglie ¨¨ diventata ancor pi¨´ straordinaria dopo l'incidente a Michael, standogli vicino ogni giorno".
Oggi il dominatore della Formula 1 ¨¨ Lewis Hamilton. Le dispiace che possa battere i record di Michael?
"E' ovvio che tenga molto ai record di Michael, avendoli conquistati insieme a lui. Ma non siamo proprietari dei primati. Quello che sta facendo Lewis ¨¨ incredibile, ha gi¨¤ il record di pole (83; n.d.r.), ha conquistato 73 gare e ha una macchina che ¨¨ capace di vincere, dunque pu¨° batterlo. Se succeder¨¤, sar¨¤ senz'altro meritato, anche se io sentir¨° un po' di nostalgia".
Che augurio si sente di fare a Michael in occasione del 50¡ã compleanno?
"Non amo molto i compleanni. In questi giorni sono lontano dall'Europa. Ci sentiremo con la famiglia al telefono e quando torner¨° andr¨° a trovarlo. I suoi 50 anni dimostrano che il tempo corre a una velocit¨¤ che ogni tanto fa paura. Diciamo che abbiamo la fortuna di aver vissuto tanti capitoli belli di cui ricordarci".
Un'ultima cosa: avremo mai un aggiornamento sulle reali condizioni di Schumacher?
"Non credo che ci sia una ragione per tornare su questo punto. Si sa che ha avuto questo incidente terribile cinque anni fa. Sta lottando e continuer¨¤ a farlo. Ha una squadra vicino a lui, la sua famiglia, che ¨¨ straordinaria. Tutto il resto ¨¨ privato, ed ¨¨ giusto che resti cos¨¬".
"Un ruolo minimo. Lui ha iniziato a correre nei kart seguito dal padre. Poi si ¨¨ costruito da solo il proprio destino. Non ¨¨ facile perch¨¦ c'¨¨ un'attesa enorme su di lui con il cognome che porta. In F.3 non era partito bene, poi ha fatto una seconda met¨¤ di stagione eccezionale e ha vinto meritatamente un campionato difficile, con una grande concorrenza. Ora ha deciso di salire di categoria. Deve andare avanti passo dopo passo".
Sembra scritto che un giorno guider¨¤ una Ferrari...
"Gli auguro il successo pi¨´ grande. Ma poi toccher¨¤ a chi lo vuole ingaggiare farsi avanti, questo non ¨¨ pi¨´ di mia competenza".
Secondo lei Mick ci punta?
"Senza dubbio punta alla F.1, ma sa che la strada ¨¨ ancora lunga. Per¨° ha i numeri per arrivarci".
Corinna ¨¨ contenta che il figlio corra?
"S¨¬, come lo ¨¨ della passione di Gina Maria, l'altra figlia, per i cavalli. Perch¨¦ vede che fanno ci¨° che li rende felici".
A proposito, che donna ¨¨ Corinna Schumacher?
"Corinna ¨¨ straordinaria, una donna di basso profilo, umile, che ha sempre dato priorit¨¤ alla famiglia. D'altronde Michael ha sempre voluto vivere da uomo normale malgrado la sua fama e quasi ci ¨¨ riuscito perch¨¦ ha tenuto celati i suoi figli sino a poco tempo fa. E aggiungo che sua moglie ¨¨ diventata ancor pi¨´ straordinaria dopo l'incidente a Michael, standogli vicino ogni giorno".
Oggi il dominatore della Formula 1 ¨¨ Lewis Hamilton. Le dispiace che possa battere i record di Michael?
"E' ovvio che tenga molto ai record di Michael, avendoli conquistati insieme a lui. Ma non siamo proprietari dei primati. Quello che sta facendo Lewis ¨¨ incredibile, ha gi¨¤ il record di pole (83; n.d.r.), ha conquistato 73 gare e ha una macchina che ¨¨ capace di vincere, dunque pu¨° batterlo. Se succeder¨¤, sar¨¤ senz'altro meritato, anche se io sentir¨° un po' di nostalgia".
Che augurio si sente di fare a Michael in occasione del 50¡ã compleanno?
"Non amo molto i compleanni. In questi giorni sono lontano dall'Europa. Ci sentiremo con la famiglia al telefono e quando torner¨° andr¨° a trovarlo. I suoi 50 anni dimostrano che il tempo corre a una velocit¨¤ che ogni tanto fa paura. Diciamo che abbiamo la fortuna di aver vissuto tanti capitoli belli di cui ricordarci".
Un'ultima cosa: avremo mai un aggiornamento sulle reali condizioni di Schumacher?
"Non credo che ci sia una ragione per tornare su questo punto. Si sa che ha avuto questo incidente terribile cinque anni fa. Sta lottando e continuer¨¤ a farlo. Ha una squadra vicino a lui, la sua famiglia, che ¨¨ straordinaria. Tutto il resto ¨¨ privato, ed ¨¨ giusto che resti cos¨¬".
Andrea Cremonesi-Gianni Valenti
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