Modenese, ingegnere aerodinamico di grande talento, ha lavorato in Formula 1 con Ferrari e Williams-Bmw. ? morta in un incidente stradale nel Regno Unito
Un incidente stradale in Inghilterra. E' un epilogo crudele e beffardo quello che ha chiuso prematuramente la vita di Antonia Terzi, a soli 50 anni. S¨¬ perch¨¦ Antonia, prima ingegnere donna alla Ferrari e tra i primissimi in Formula 1, sulla strada per far sfrecciare ¡° le sue creature¡± ci viveva fin da bambina. D¡¯altronde era nata a San Felice sul Panaro, in quel Modenese che echeggia di rombi di motori per natura. E allora lei , anche negli anni pi¨´ teneri, alla fatidica domanda ¡°Che vuoi fare da grande?¡± rispondeva ¡°Disegnare auto. Non modellini: vere e per la F1¡±. Decisa e spiazzante. Con una laurea, allora pionieristica, in ingegneria aerodinamica, non aveva perso tempo: in Ferrari se l¡¯erano accaparrata che ancora era una ragazzina. Erano gli anni d¡¯oro: Jean Todt e Michael Schumacher al potere.
il passaggio in williams
¡ª ?L¨¬, al Cavallino, rimase per 5 anni. Anni, fitti di idee e successi, anni in cui non rimase mai dietro le quinte ma scese sempre, in prima linea, in pista: in un¡¯epoca in cui le donne in F1 ricoprivano al massimo ruoli di sponsor o comunicazione, un¡¯innovazione senza precedenti. Sbigottito e spaesato rimaneva cos¨¬ chi la intravedeva nel box con le sue cuffie e la sua aria competente sempre presente all¡¯appello. Non pass¨° inosservata neanche agli occhi della Williams che presto la strapp¨° a Maranello. Antonia allora aveva 31 anni e tante idee nel suo serbatoio: la pi¨´ emblematica fu quella del muso a tricheco, visto sulla FW26 nel 2004 con Juan Pablo Montoya e Ralf Schumacher. Senza addentrarci troppo nel gergo tecnico: attacchi delle sospensioni sporgenti dalla scocca capaci di regalare un maggior passaggio d¡¯aria alla parte inferiore. Un¡¯auto che non attirava l¡¯attenzione per il suo lato estetico ma che faceva del pragmatismo la sua punta di diamante. Ed era il riflesso del carattere di Antonia: una che all¡¯ostentazione ha sempre preferito riservatezza e praticit¨¤.
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lo studio e l¡¯universit¨¤
¡ª ?Anche lo studio era suo compagno costante: accantonata dai suoi binari l¡¯esperienza in F1 si ¨¨ subito dedicata alla ricerca. Poi una parentesi alla Dallara e via in Olanda con l¡¯intento di trasmettere ci¨° che esperienza e vita le avevano insegnato: ingegneria, neanche a dirlo, la sua cattedra. Sempre in viaggio, sempre sull¡¯onda di idee innovative: il superbus, mezzo da 23 posti in fibra di carbonio e un¡¯iconica apertura ad ¡°ali di gabbiano¡± fu il suo ultimo regalo al mondo dei motori: una creatura da 250 chilometri all¡¯ora che magari presto sfreccer¨¤ anche nelle nostre strade. Chiamata dall¡¯Universit¨¤ di Canberra, in Australia, stava per trasferirsi. Poi la strada...
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