Il mal di cuore
non porta i pantaloni

Recenti studi hanno dimostrato che le donne sono meno colpite dalle malattie vascolari fino ai 50-55 anni, ma poi... Ecco come prepararsi, prevenire, curare...

• Mail
• Stampa
• commenti
• 
• OkNotizie
• badzu
• Condividi su MySpace!
• Facebook
• Gazzatown

MILANO, 8 marzo 2009 - Si è sempre creduto che il cuore delle donne fosse più protetto dal rischio d’infarto di quello degli uomini grazie agli ormoni femminili prodotti durante l’età fertile. Recenti studi hanno dimostrato che le donne sono meno colpite dalle malattie vascolari fino ai 50-55 anni, ma con l’arrivo della menopausa perdono questo vantaggio. Dopo la menopausa, infatti, l’assetto degli ormoni femminili cambia e la probabilità delle donne di essere colpite da infarto, ictus e trombosi si avvicina a quella degli uomini di pari età. In effetti, è confermato che le arterie e le vene di una donna si ammalano quanto e come quelle degli uomini: in Europa 55 donne su 100 muoiono per malattie vascolari (40 su 100 sono gli uomini). L’ictus è nell’uomo la terza causa di decesso, nella donna è la seconda, e la terapia ormonale sostitutiva non protegge dal rischio di infarto, anzi, in alcuni casi addirittura aumenta il rischio di trombosi. Il cuore dell’altra metà del cielo, trascurato dai medici, esposto a continui stress dalle stesse donne, ignorato dalla farmaceutica e dal Governo, è oggi vittima della 'Sindrome di Cenerentola' e, con il passare degli anni, diventa sempre più fragile, mettendo a dura prova il mito della longevità femminile. A rilevarlo è un'indagine demoscopica condotta dal Dipartimento Studi Sociosanitari dell'Istituto di Ricerche Datanalysis su un campione di mille donne over 50. Quella fotografata dalla ricerca è una generazione di donne impegnata contemporaneamente su più fronti: sul lavoro, nella gestione della casa, nell’accudire i figli. Donne in bilico fra famiglia e carriera che non riescono più a ritagliarsi un po' di tempo per la cura della propria salute. Quando lo stress pesa di più? Proprio dopo i 50 anni, quando l'organismo della donna ha meno energie disponibili e la fatica viene quindi avvertita maggiormente.

STRESS E SEDENTARIETÀ - I 'nemici' della salute cardiovascolare femminile variano a seconda della zona geografica. Se al Nord è lo stress da lavoro ad accomunare le esistenze dell'89% delle over 50 intervistate, al Sud e nelle Isole è piuttosto la sedentarietà, dal momento che una donna su due dichiara di non fare alcun tipo di attività fisica o, comunque, di muoversi molto poco. Non solo, ma è proprio dopo i 50 anni, la fase più delicata e a rischio della donna, che cala l’attenzione sulla propria salute fisica. Solo l'11,5% delle over 50 misura il proprio girovita, il 20% tiene d'occhio la pressione arteriosa, il 18% si preoccupa di monitorare con frequenza i livelli di colesterolo e di glicemia a digiuno, una su tre non sa neanche quale siano i parametri nella norma. Mentre il 70% circa delle intervistate dichiara di non conoscere, né di frequentare centri specializzati in benessere della donna. In Italia, secondo stime dell’Istituto Superiore di Sanità, una donna in menopausa su due è ipertesa, il 38% ha il colesterolo alto, il 48% non fa sport, il 14% fuma più di 12 sigarette al giorno, una su tre è in sovrappeso e il 22% è obesa.

SPORT ... AMICO DEL CUORE - La sedentarietà è uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, mentre, al contrario, svolgere una regolare attività sportiva aumenta il colesterolo buono (HDL), diminuisce quello cattivo (LDL), abbassa la pressione arteriosa e i livelli di glicemia, migliora la capacità contrattile del cuore e la sua irrorazione coronarica, rende più elastico il sistema circolatorio, ottimizzando il ritorno venoso, ma, soprattutto, riduce il rischio di aritmie minacciose e di morti improvvise. L'esercizio fisico, inoltre, scongiura il rischio di condizioni tipiche della vita sedentaria: l'obesità, il diabete, l'ipertensione, e tutte le patologie legate al sistema cardiocircolatorio, tra cui l'infarto, una delle cause di morte più diffuse nel mondo occidentale. Secondo recenti studi statunitensi, l'esercizio fisico ridurrebbe del 25% i rischi di mortalità da infarto. Gli esercizi anti-infarto sono: nuoto, tennis, footing possibilmente all'aperto e, comunque, mai meno di quattro volte a settimana per 40 minuti a seduta. I risultati dipendono dal tipo di sport e dal tipo di sforzo fisico che comporta: le attività anaerobiche (senza produzione di ossigeno) stressano l'apparato cardiovascolare, ma contribuiscono a bruciare grassi e a diminuire la quantità di colesterolo LDL nel sangue; gli sport aerobici (con produzione di ossigeno) come la corsa di fondo o il ciclismo allenano il cuore, migliorandone l'efficienza e la resistenza. È inoltre doveroso precisare che, quando si parla di attività fisica, non ci si riferisce esclusivamente ad un esercizio di tipo sportivo, ma anche ad altre attività che si effettuano quotidianamente quali salire le scale, camminare per la città o praticare hobby dinamici come il giardinaggio.

NON E' MAI TROPPO TARDI - 15mila infermiere americane over 40 si sono prestate a uno studio sul rischio cardiovascolare. Messe sotto osservazione costante dai ricercatori, oggi sono la prova vivente di come l’esercizio fisico possa influire positivamente sulla salute in rosa, anche se precedentemente non si è mai praticata alcuna attività sportiva. Con 30' quotidiani di camminata a passo svelto, abbinati ad abitudini alimentari sane, in 15 anni sono riuscite a ridurre del 15% il rischio cardiovascolare, hanno registrato cali di peso, pressione arteriosa regolare, livelli ridotti di colesterolo cattivo, mentre quello buono è aumentato.