1) Le truppe russe nel territorio ucraino: la crisi tra Mosca e Kiev ¨¨ entrata in una fase sempre pi¨´ drammatica.
la crisi in Ucraina
Usa e Ue, scattano le sanzioni a Putin. Da Berlino stop al gasdotto, ma Mosca alza la posta
Biden: intervento pi¨´ duro del 2014, truppe e jet in arrivo nel Baltico. Pure Bruxelles colpisce banche e oligarchi, Scholz blocca Nord Stream 2. La Russia: "Kiev rinunci a Crimea e Donbass: smilitarizzare il Paese"
I colpi sferrati dal presidente russo Vladimir Putin, a partire dal riconoscimento dell’indipendenza delle regioni separatiste russofone di Donetsk e Lugansk, nel Donbass, e dall’invio di soldati per "mantenere la pace" nell’area, hanno fatto precipitare la situazione. Provocando la reazione del resto del mondo. Il presidente Usa, Joe Biden, ha detto che "da parte della Russia ¨¨ iniziata l’invasione dell’Ucraina". Confermando che scatteranno sanzioni "coordinate con gli alleati": "Andremo oltre i passi che vennero presi nel 2014 con l’annessione della Crimea. ? una flagrante violazione della legge internazionale e necessita di una risposta dura".
Il capo della Casa Bianca ha pure autorizzato "un dispiegamento aggiuntivo" di truppe e jet Usa nei paesi Baltici membri Nato. Anche il premier britannico, Boris Johnson, ha parlato di "invasione di uno stato sovrano". E i leader dell’Ue, con accordo unanime, applicheranno sanzioni verso Mosca da oggi. Nelle ore successive al decreto di riconoscimento varato dallo “zar”, si sono riuniti il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e il Consiglio straordinario Nato-Ucraina, al termine del quale il segretario generale Jens Stoltenberg ha dichiarato: "Non ¨¨ mai troppo tardi per non attaccare, continuiamo a chiedere alla Russia di fare un passo indietro e trovare una soluzione politica".
Ma Putin ¨¨ andato oltre e in direzione opposta. Ha ottenuto l’autorizzazione dal Senato per l’uso delle forze militari all’estero. Ha chiesto la Crimea e la smilitarizzazione dell’Ucraina. E riconosciuto la sovranit¨¤ dei separatisti "sull’insieme delle regioni" di Lugansk e Donetsk, e non soltanto sulla porzione di territorio in loro controllo. Vale a dire pure sulle zone in cui sono presenti le truppe ucraine, che Kiev ha assicurato non si ritireranno. Per il presidente russo gli accordi di Minsk sono "morti da tempo".
2) Nel Donbass, intanto, continuano i combattimenti.
Proprio in quella che ¨¨ un’area particolarmente appetibile per i russi, per via della presenza di vasti giacimenti di carbone che hanno favorito il sorgere dell’industria siderurgica, sono stati 39 gli attacchi compiuti ieri dalle forze armate ucraine contro i ribelli di Lugansk. Sempre secondo il ministero della Difesa di Kiev, sono stati due i soldati ucraini uccisi nella notte tra luned¨¬ e marted¨¬ dai bombardamenti filorussi e altri 12 militari sono rimasti feriti, mentre il bilancio di ieri riportava la morte di un altro militare pi¨´ sei feriti. Dal fronte opposto, Mosca ha dichiarato invece di aver ucciso cinque soldati ucraini, perch¨¦ "avevano oltrepassato il confine". E nella drammatica contabilit¨¤ della guerra, continua crescere pure il numero di rifugiati che dal Donbass raggiungono la Russia: sono saliti a 93.500.
3) Attorno alle sanzioni si condensa la “rappresaglia” dei Paesi terzi.
Gli Usa sono stati i primi a vietare investimenti nelle due repubbliche separatiste. Oltre a colpire la Veb, la pi¨´ grande corporation di Stato russa e la banca militare, a imporre sanzioni sul debito sovrano e sulle famiglie di oligarchi. Johnson ha annunciato azioni contro cinque banche russe e il congelamento dei beni di tre oligarchi vicini a Putin. Banche di Mosca nel mirino anche dell’Ue, che ha predisposto misure nei confronti di 351 membri della Duma e 27 funzionari "che hanno ruolo nel minare o minacciare l’integrit¨¤ territoriale, la sovranit¨¤ dell’Ucraina e la sua indipendenza".
L’Alto Rappresentante Ue, Josep Borrell, ha detto che saranno colpiti i rapporti commerciali con i territori dei separatisti, "esattamente come facemmo con la Crimea" e l’abilit¨¤ del governo e lo stato russi di accedere al mercato di capitali e servizi finanziari dell’Ue: "Misure che nel complesso faranno molto male a Mosca". Anche il governo italiano si ¨¨ adeguato, mantenendo comunque una linea di cautela: "Il dialogo resta essenziale, ma lavoriamo alle sanzioni", ha precisato il premier Mario Draghi. Che riferir¨¤ in Aula la prossima settimana, mentre oggi sar¨¤ il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ad illustrare alle Camere la posizione dell’Italia.
4) E poi c’¨¨ l’affare del Nord Stream 2, il grande “gioco del gas” tra la Russia e l’Europa.
Un nodo in grado di condizionare i rapporti per il futuro tra Germania, Ue e Russia. Il Nord Stream 2 ¨¨ un tubo di acciao del diametro di un metro e mezzo, posato sul fondale del mar Baltico, lungo pi¨´ di 1.200 chilometri, che trasporta il gas siberiano dall’area di San Pietroburgo alle coste tedesche: ¨¨ il raddoppio del gasdotto gi¨¤ esistente (operativo dal 2012) che, quando verr¨¤ completato, potrebbe trasportare a regime circa 55 miliardi di metri cubi di gas l’anno, portando cos¨¬ il totale a 110 miliardi. La Germania ne consumerebbe 90-95 miliardi l’anno, il resto verrebbe venduto all’Europa. Una dipendenza reciproca, tra la Russia che incassa il denaro e la Germania che consuma, fortemente a rischio con le sanzioni in arrivo.
E si spiega, in questo senso, anche la tempestivit¨¤ con cui gli attori del conflitto ne hanno parlato ieri. L’ucraino Zelensky ha chiesto lo stop immediato al nuovo gasdotto. Invito cui ha fatto seguito il tweet dell’ex presidente ed ex premier russo Dmitry Medvedev: "Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha emesso un ordine per interrompere il processo di certificazione del gasdotto Nord Stream 2. Bene. Benvenuti nel nuovo coraggioso mondo in cui gli europei pagheranno molto presto 2 mila euro per mille metri cubi di gas naturale!". La Russia, ha poi riferito l’agenzia Tass, "si aspetta che la frenata sul Nord Stream 2 sia temporanea", a riprova di come siano fortissimi gli interessi attorno alla questione gas.
5) Sono anche i costi delle materie prime ad allarmare i Paesi Ue.
Il gas ma anche il grano e il mais, i cui prezzi sono saliti alle stelle. Le aziende italiane, ha sottolineato Cia-Agricoltori, sono fortemente dipendenti dal mais, di cui Kiev ¨¨ il secondo Paese fornitore con 700 mila tonnellate. E le ricadute della crisi in Ucraina, spiega Confagricoltura, avranno un effetto pure sui concimi. Uno scenario che non risparmia nessuno.
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