S24 Ultra, le 5 cose che ci sono piaciute dell'AI phone Samsung

"Fa anche il caffè?". Chi non lo ha sentito dire almeno una volta, soprattutto ai bei tempi dei primi iPhone che promettevano di rottamare in un sol colpo mp3, macchine fotografiche, sveglie, orologi, contapassi e via cantando? Ecco, al Samsung Galaxy S24 Ultra manca solo di fare il caffè. La casa coreana lo ha riempito di specifiche tecniche da prima della classe, a cui ha aggiunto una quantità di funzionalità per l’intelligenza artificiale finora non ancora vista in un singolo smartphone (ma il Mwc ha già riservato alcune novità dei concorrenti). C’è da chiedersi se un possessore medio di smartphone abbia bisogno di spendere così tanto e l’utilità di alcuni degli strumenti di AI è ancora limitata, ma abbiamo provato il top di gamma Samsung per oltre un mese ed ecco le cinque cose che ci sono piaciute di più.?

1. Il display

Sì, il Galaxy S24 viene pubblicizzato per il suo ingresso nell’intelligenza artificiale generativa, ma è lo schermo il suo pezzo forte con una luminosità sorprendente anche all’esterno in una giornata di sole pieno, questo grazie al debutto del vetro Corning Gorilla Armor e a un rivestimento che riduce i riflessi fino al 75%. Arriviamo buon ultimi: a premiarlo come il "meglio fico del bigoncio" ci hanno già pensato gli esperti di DxOMark. Ma tant’è. Lo schermo è un Oled QHD+ da 6,8 pollici e raggiunge i 2.600 nit in condizioni di luce intensa (contro i 2000 dell’iPhone 15 Pro). La casa lo ha dotato di una funzionalità mutuata da quella del concorrente californiano che permette di oscurare lo schermo pur mantenendolo attivo, questo però incide sulla durata della batteria: uno dei punti meno forti, ci è parso, del nuovo Galaxy rispetto allo stesso iPhone. Il display ha i bordi piatti, ed è la grande novità dell’Ultra dal punto di vista estetico e dei materiali, insieme all’adozione del titanio per la scocca: proprio bello da vedere e anche funzionale all’utilizzo dell’S Pen - l’irrinunciabile stilo per i fan dell’erede del Note (ma per tutti gli altri a rischio di inutilità) -, che così diventa meno scivoloso.

2. Le fotocamere

A proposito di ciò che, da un bel po’, si richiede a un buon telefono, anche la fotografia mantiene le promesse. Ci sono quattro fotocamere sul retro e la principale risfodera i 200 megapixel: in sostanza è lo stesso apparato del predecessore S23, ma la vera novità dell’Ultra è nel teleobiettivo 5x da 50MP. E’ il sostituto del 10x che era presente nell’S23. C’è chi ci è rimasto male: riteneva quella fotocamera una delle cose migliori dello smartphone, ma a dire il vero non sembra esserci questa differenza (zoom più piccolo però associato a un sensore più grande, hanno fatto notare alcuni) e gli usi del 5x sono più pratici, con risultati non granché dissimili.

3. la scelta strategica

L’introduzione dell’AI generativa, si diceva. Ma ciò che è da premiare nella svolta di Samsung è l’alleanza con Google, grazie al diffuso ricorso alle funzionalità di Gemini. L’intelligenza artificiale richiederà investimenti da paura e farli in compagnia è sintomo di saggezza. Certo, alcune delle cose viste sull’S24 erano già presenti sul Pixel 8 Pro, ma qui sembrano aver fatto un passettino in avanti, in attesa di rivederle a breve su diversi altri telefoni Android di fascia alta.

4. le funzioni ai

Alcune delle funzionalità di intelligenza artificiale sono davvero interessanti, sono l’annuncio di ciò che potrà venire a cambiarci la vita, come lo fecero i primi smartphone. La traduzione in (quasi) simultanea delle telefonate, per esempio. Sarà molto utile per chi si trova all’estero e deve prenotare un ristorante o chiamare un taxi, ma lo è forse di meno per chi deve fare lunghe conversazioni: ha bisogno di elaborare la frase e restituirla all’interlocutore nella sua lingua. Questo richiede molta pazienza, senza contare inflessioni, dialetti, espressioni gergali… Utilissimi i riepiloghi automatici delle registrazioni vocali che avvicinano l’S24 Ultra ai Google Pixel, anche se ancora non in tempo reale come quelli del telefono Google. Poi “Cerchia e cerca”, la funzione grazie alla quale basta cerchiare un oggetto sullo schermo per ottenere informazioni sullo stesso, anch’essa mutuata dalla esperienza del Pixel 8 e, in sostanza, evoluzione di Google Lens. Una funzionalità geniale nella ricerca immediata: ricevo un indirizzo su whatsapp, lo cerchio e senza uscire dalla messaggistica vedo come raggiungerlo. Il ricorso all’AI generativa non si esaurisce qui, ma non ci dilungheremo tranne per la funzione che permette di modificare una foto, spostare oggetti al suo interno, cancellarli del tutto, ricostruendo lo sfondo, seppure solo se è disponibile una connessione internet.

5. Gli aggiornamenti

Qui Android 14 dà il meglio, con in più la novità dell’estensione gratuita degli aggiornamenti software e di sicurezza a ben 7 anni dal rilascio. Una politica che Google aveva già intrapreso con i suoi Pixel 8 e che anche in questo affianca Samsung ad Apple, allungando la vita di un telefono che sta in cima alla piramide dei prezzi (1499 euro per la sua configurazione minima). Samuel Gibbs sul Guardian ha scritto che l’Ultra è “il coltellino svizzero degli smartphone”: definizione perfetta per un costoso tuttofare.