Dai fumogeni agli scontri, nello svolgimento della gara pi¨´ importante del mondo passa in secondo piano rispetto alla cronaca
Povero Tour de France, non gliene va bene una. Chiusa la porta ai fumogeni, entrano dalla finestra i lacrimogeni. La corsa rischia di finire fuori controllo e le dichiarazioni dei protagonisti (leggi Brailsford) aggiungono, pericolosamente, legna al fuoco delle polemiche.
E cos¨¬ lo svolgimento della gara pi¨´ importante del mondo passa in secondo piano rispetto alla cronaca, nera, grigia, fumosa… che tracima dalle tappe. Geraint Thomas prosegue la sua avventura in maglia gialla con oltre un minuto e mezzo sul suo capitano Chris Froome, ma in primo piano ci sono fattacci che poco hanno a che fare coi risultati. Il Tour pedalato sta per atterrare a Parigi senza essere mai decollato.
il clima —
Ma che diavolo sta succedendo. E perch¨¦ succede? Nel nome del nostro giornale si organizzano corse come il Giro d’Italia, la Milano-Sanremo e il Lombardia da oltre un secolo: sappiamo bene che il ciclismo ¨¨ uno sport esposto ai rischi e agli imprevisti della strada. Viviamo questo momento difficile del Tour con un senso pieno di condivisione e di solidariet¨¤.
Ma le domande restano e qualche risposta ci viene spontanea. Intanto pensiamo che il clima avvelenato sia figlio di qualche errore di percorso. Se i tifosi francesi, e non soltanto loro, odiano Froome e pi¨´ in generale il gruppo Sky, ¨¨ anche perch¨¦ il vincitore di quattro maglie gialle e i ragazzi di Brailsford non sono stati accolti a braccia aperte. Anzi. Le frasi pesantissime di Bernard Hinault e la presa di posizione degli organizzatori che ritenevano Froome ?indesiderato? (per il caso Salbutamolo) prima del verdetto che lo ha assolto, non hanno fatto che alimentare i sentimenti negativi che si sono poi trasformati in sputi, insulti, pugni e spinte lungo il percorso. L’altra faccia della medaglia ¨¨ la posizione di Brailsford che, attaccando il Tour, i corridori e i tifosi francesi, non ha certo mitigato il clima.
incidenti —
E poi ci sono gli incidenti di percorso come quello dell’Alpe d’Huez (c’erano comunque troppe moto) che ha costretto Nibali al ritiro e l’episodio dei lacrimogeni urticanti cha la polizia ha usato ieri contro la protesta degli agricoltori. L’effetto della cosiddetta tolleranza zero rischia di lasciare il Tour al chilometro zero. E a questo proposito crediamo che l’organizzazione rimpianga direttori di gara di lungo corso come Jean Francois Pecheux o Laurent Bezault che, un po’ come fa il ?nostro? Mauro Vegni al Giro d’Italia, sapevano essere al momento giusto nel posto giusto per risolvere o prevenire i problemi.
timori —
Mancano quattro tappe prima della tradizionale passerella degli Champs Elys¨¦es. La speranza ¨¨ che alla fine vinca il ciclismo con tutta la retorica della sua storia. I tifosi, anche francesi, si ricordino che si tifa per e non contro e si dimentichino quei fumogeni che fanno parte di altre liturgie. E la polizia metta il verbo prevenire davanti a reprimere. C’¨¨ ancora tempo per chiudere con lo spettacolo di una lotta in famiglia che va oltre le frasi di circostanza. Froome vuole conquistare la quinta maglia gialla firmando una doppietta Giro-Tour che manca da quando ci riusc¨¬ Pantani nel 1998. Ma Thomas appare come un solido leader. Potrebbe risultare decisiva la tappa bonsai di oggi: la partenza con le griglie fa pi¨´ folclore che clamore, ma quei 4000 metri di dislivello in soli 65 chilometri sono un invito all’agonismo puro. Ecco la nostra speranza ¨¨ che oggi in primo piano ci siano soltanto i corridori e la loro concentrata sfida alla salita.
Pier Bergonzi
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