Dall’Ungheria la bocciatura: l’EPowers non si far¨¤

Niente da fare. Dopo un mare di promesse e di rinvii ma pochissimi fatti e niente soldi, soprattutto dopo avere fatto firmare una cinquantina di contratti tra corridori e personale che ora si trovano senza lavoro, dall’Ungheria arriva in serata il no definitivo. La EPowers Factory Team, che faceva parte - almeno cos¨¬ sostenevano gli ideatori capeggiati da Tamas Pocze ed Hering Zoltan - di una faraonico progetto quinquennale da 500 milioni di euro che comprende anche la partenza del prossimo Giro d’Italia da Budapest e lo sviluppo del ciclismo in Ungheria, non prender¨¤ il via. Quella che doveva essere la prima squadra Professional magiara non si far¨¤: bocciata. Non dall’Uci per¨°, dall’Ungheria stessa che non intende investire in questo team. La motivazione, anche se domani mattina dovrebbe arrivare la comunicazione ufficiale (ma dopo tante chiacchiere, non ¨¨ detto), sarebbe legata al fatto di destinare i fondi per questa squadra a un team, con lo stesso nome, per¨° di bici elettriche.

Nucleo italiano

Il team, che secondo le prime intenzioni avrebbe dovuto essere di categoria Professional, era stato affidato a Sandro Lerici come team manager, a Valerio Tebaldi come responsabile dei direttori sportivi, e aveva in Davide Rebellin l’uomo di riferimento. Ma coinvolgeva anche Andrea Tafi ancora all’inseguimento dell’“ultima Roubaix”. Il sogno, o l’illusione, degli ungheresi arriva persino alla partecipazione del prossimo Giro d’Italia. Quello vero. E in questo senso aveva persino speso parole Szabo Tunde, vice-ministro dello sport. La realt¨¤, invece, li riporta ai “successi” del Giro-E tanto celebrati a Budapest e dintorni. Giro-E che per¨° non era una gara. Hanno “vinto” una cicloturistica. Ci potrebbero riprovare.