A 52 anni, l’ultimo re italiano (1999) ha chiesto all’Uci di essere inserito nel sistema antidoping.Nascer¨¤ un docu-film
Andrea Tafi, 52 anni. Soriano
“Ti risulta che Tafi torni a correre?”. Comincia cos¨¬, con il messaggio di un amico. E continua con la domanda al diretto interessato: “Allora, Andrea?”. “Ma chi ve lo ha detto? Mi ¨¨ venuta questa pazza idea, s¨¬: tornare a correre con uno scopo, disputare un’altra volta la Parigi-Roubaix. Vent’anni dopo averla vinta. Un sogno impossibile? Forse. Ma voglio provarci…”.
Prima di approfondire, qualche spiegazione. Andrea Tafi, toscano nato a Fucecchio e di stanza a Lamporecchio, ha 52 anni. Pro’ dal 1988 al 2005, ha vinto 3 Monumenti su 5: Lombardia, Fiandre e Roubaix. In particolare, ¨¨ l’unico italiano della storia capace di trionfare sia nella Ronde che all’Inferno del Nord. Ed ¨¨ l’ultimo dei nostri ad avere trionfato nella regina delle classiche: 11 aprile 1999. Nel 2019 si disputer¨¤ tre giorni dopo, il 14. E’ quella la data che al Gladiatore ha cominciato a ronzare in testa, a lui che idealmente ha “il pezzo di pav¨¦ che danno al vincitore al posto del cuore”. Nell’agriturismo che ha aperto a Lamporecchio, gli appartamenti si chiamano con i nomi delle classiche vinte. Questa storia assomiglia a una “missione impossibile”: chi ha mai corso la Roubaix a 52 anni? E di sicuro c’¨¨ chi la considerer¨¤ una follia non troppo lucida.
Tafi, ¨¨ vero che non c’¨¨ un limite di et¨¤ per il professionismo, ma non si pu¨° non chiederglielo: che cosa le ¨¨ saltato in mente?
“Ho corso la Roubaix 13 volte. Un primo, un secondo, un terzo posto. L’ho sempre finita. Credo di avere acquisito un Master in questa gara straordinaria. E cos¨¬ ho pensato a un percorso storico che parta da quel 1999. In 20 anni il ciclismo ¨¨ cambiato tantissimo e forse di queste evoluzioni non ne abbiamo la piena consapevolezza. Rifare la Parigi-Roubaix con le nuove soluzioni tecnologiche non sarebbe una passeggiata. Ma io, uomo di sfide, potevo tirarmi indietro? Sarebbe qualcosa di unico”.
Non potrebbe correrla tra gli amatori?
“Se nessuno mi ingagger¨¤, sar¨¤ cos¨¬. Ma la vera missione ‘impossibile’ ¨¨ quella che dicevo. In ogni caso, documenteremo il percorso pure via social e con le immagini per realizzare un docu-film”.
Quando ha iniziato a pensarci?
“In estate mi ha contattato un amico ungherese. Ho fatto prima una Gran fondo, poi prendendo una tessera master dell’Uci ho partecipato a luglio a una gara 1.2 sempre in Ungheria (157 km da Debrecen a Ibrany, l’ha chiusa 37ˇă, ndr). Ero in mezzo a tanti giovani e la cosa mi ha fatto tornare un po’ indietro. E’ stata molto veloce, abbiamo fatto oltre 48 di media. Sono stato bene. E qualcuno mi ha detto ‘Perch¨¦ non rifai la Roubaix...’ ”.
Naturalmente lei sa che ci sono regole precise in merito a reperibilit¨¤, controlli antidoping, passaporto biologico da seguire a cominciare - almeno - dai sei mesi precedenti alla gara.
“Certo. Il ciclismo ha fatto passi da gigante nella direzione giusta. Mi sono gi¨¤ mosso, ho contattato l’Uci. Sarei a posto, abbiamo fatto la richiesta”.
E la squadra? La Roubaix la corrono di diritto le 18 World Tour, poi ci sono sette invitate e in questi ultimi tempi nessun team italiano ¨¨ riuscito a guadagnarsi la wild-card. Sta pensando a una realt¨¤ belga o francese?
“Ho avuto contatti in Italia e in Belgio. Non World Tour. Ma non c’¨¨ stata finora una cosa concreta per dire, ok, si va. Per¨° l’idea non ¨¨ dispiaciuta. Contatti con gli organizzatori dell’Aso? Ho il numero di Prudhomme, devo sentirlo, ma so che qualcuno gli ha gi¨¤ fatto arrivare la cosa”.
Per¨°, Tafi, la Roubaix non ¨¨ certo come una gara di meta luglio in Ungheria... Perch¨¦ mai un team dovrebbe ingaggiarla?
“Perch¨¦ ho gli stessi pensieri e stimoli di vent’anni fa. Non voglio certo fare un circo. Mi ci dedicherei al 110%, lo farei con tutti crismi. Non ho paura, potrei staccarmi subito... ma non sarebbe la priorit¨¤. Evidentemente i giovani hanno un altro passo. Ma chi ha vinto la Roubaix non si tira indietro davanti a niente. Faccio ancora 18/19.000 km all’anno e peso 79/80 chili. La maglia tricolore 1998 l’ho riprovata in Ungheria, mi va ancora bene”.
Quante possibilit¨¤ si d¨¤?
“Qualcuna s¨¬. Non devo fare tutta la stagione. Il progetto ¨¨ disputare la Roubaix”.
Come la preparerebbe?
“Far¨° tutto nei minimi dettagli, so quello a cui vado incontro. Spero di non rendermi ridicolo agli occhi di nessuno. Ma pazienza. Sono tranquillo. Sereno. Lasciatemi sognare. Lasciatemi il gusto di questa missione impossibile”?.
Ciro Scognamiglio
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