(2-prosegue) Mattina del venerdì. Colazione, incontro con i "Blu Freccia" arrivati a notte fonda e uscita in bici al seguito di un esperto verso Ostenda;in tutto 50 km in cui sono emerse in me due sensazioni entrambe molto negative: che avevo una condizione pessima (gambe dure ma sopratutto senza potenza) e che il pavè del centro di Bruges mi era decisamente antipatico. Fortunatamente non sapevo che , rispetto a quello che avrei trovato il giorno dopo,era una mouquette. Pomeriggio del venerdì: pranzo schifoso in un ristorantino verso la piazza, acquisto di due bandiere gialle con il leone delle Fiandre di medie dimensioni, passeggiata nella Piazza del Mercato ( veramente bella), cena nell'albergo e subitanea salita in camera a preparare l'armamentario senza dimenticare di mettere il termometro all'esterno sulla finestra per avere la temperatura del mattino e vestirsi di conseguenza.
Sveglia alle 5,30 Sabato mattina: la partenza dall'albergo era stata stabilita alle 6,30 per cui misi la sveglia alle 5,30 ed uscii buon ultimo che albeggiava. Colazione: penso che per una prova di questo genere uno debba mangiare cosa è abituato e in dosi per quanto si sente. In tutto l'anno io non prendo mai caffè e the, bensì orzo della Cereal che non contiene caffeina. Nelle grandi occasioni per energizzarmi (e funziona) faccio colazione con thè Infrè che molto deteinato. Basta e ne avanza.E così ho fatto quella mattina :the Infrè ed ho spazzolato il tavolo della colazione. Ma torniamo fuori. 4°C , tre strati di abbigliamento intimo(uno a rete , due leggeri a maniche lunghe) la divisa, guanti lana leggeri, due paia di calze. Detto questo , dico anche che ognuno deve fare come si sente e come è abituato.. La giornata è stata stupenda : non una nube , non un filo di vento , temperatura max 20°C. Un sogno. Lemme lemme , svogliato arrivo sulla Piazza del Mercato ,si sale sul palco ove il giorno dopo i professionisti firmano, si timbra il cartoncino, si scende e tra l'incoraggiamento dei tanti presenti alle 7 giuste inizia l'avventura. Passaggio sotto un arco,ponte di legno, un ultimo sguardo al mulino a vento sulla sinistra e via direzione Ostenda. Poichè sono quasi tutti belgi e olandesi ( giovani) la partenza è normalmente a 38/40 km/h. Siccome proprio non mi andava questo ritmo, rallentai prima 36, poi a 34 poi a 32 e sarei sceso ancora di velocità se avessi avuto qualcuno dietro. Leone, ti scongiuro , se trovi qualcuno che va a 30/32 quello è il ritmo che devi tenere. Non di più anche se ti senti un ...leone. Benissimo fino oltre Ostenda:una pacchia. Poi ,però, il thè è diuretico e di lì fino al primo controllo, sono andato da solo. Perchè ti dico di andare piano? Perchè tanto al primo controllo aspetti in coda 20 min. Poi tanta altra pianura a 30/35, finchè ti fanno girare in un paese da niente (inciso: le Fiandre sono veramente brutte in questa stagione) 100 metri di pessimo pavè, folto gruppo di persone ad incitare(pensi: che mai?) svolta a destra e capisci subito. E' arrivato il "bello" : saranno due km di pavè ben custudito allo stato di pessimo.
Pavè tremendo Primo pensiero: qui oggi distruggo la bici, difatti troverai di tutto per terra. Secondo pensiero: la guida aveva detto" Ragazzi (chiaro che non si rivolgeva a me) sul pavè si va a 30/28 min". Guardo il Polar 14/16. Ah, bene. Cercai di viaggiare sulla parte alta ,ma appena cominciai a derivare verso il basso, non ruiscii più a risalire , neanche fosse stata l'Alpe d'Huez. A lato, a destra, c'era una strisciolina di terra fangosa larga 20 cm che confinava con un campo arato da poco. Per il momento andavo(12/13) con la speranza che dal campo arato non fosse arrivata una pietra ad ustruire il passaggio , perchè dall'altro lato avevo un gradino di 10/15 cm, cioè lo spessore delle pietre in soluzione continua, o quasi. Finchè ,appunto, trovai il vuoto di una pietra mancante ( 30 cm di lunghezza), in cui riuscii ad infilare la ruota davanti e, miracolo , anche quella dietro. Fine del pavè : tutti fermi ad aspettarsi e a chiaccherare come in cima ad una salita. Dopo questo schock, ancora un lungo tratto in pianura ( in tutto sono 130/140 km) e poi l'inizio delle cote. Quell'anno erano 17, grossomodo metà in pavè e metà in asfalto.Quasi tutte con la stessa caratteristica : partono dolci e si impennano molto verso la fine. Quelle in asfalto si lasciano fare , quelle in pavè sono molto dure. Io ho montato il 34/26 e non ne ho avanzato niente. Anzi.. Anzi perchè al Koppenberg sono sceso. Non , come dicono molti,per colpa di altri, ma perchè la pedalata stava diventando così lenta che rischiavo l'equilibrio. Fortuna volle che a 50 metri dal culmine si presentasse, davanti ad un cancello di una casa , sulla sinistra , un metro quadro di bitume. Che bello! Così di lì in su a piedi. Ma non bisogna pensare che a piedi sia tanto agevole. Alcuni dei molti spettatori presenti, presi a pietà, si mettono a spingere sovente il ciclista che a sua volta spinge a fatica la bici in una sorta di convoglio con la motrice in coda. Taaienberg (due salite dopo): stesso risultato. Al che mi son detto che forse non era il caso di farsi una giornata di viaggio per spingere a piedi la bici su da una riva.Sarebbe stata l'ultima volta. Ecco perchè mi sono sprecato a dirti di partire piano. ed ecco perchè mi son mancate le SFR. E così fu.
L'alimentazione Altro argomento assolutamente fondamentale : alimentazione. Il Fiandre è famoso per la scarsità dei rifornimenti.Bisogna partire pensando di viaggiare autonomi, perchè quel poco che c'e è pessimo (gallette e porcherie varie) per cui tra i 180 e 200 km avevo finito tutto. In compenso avevo una fame che la vedevo. Attraversando un paesetto, vedo tre ragazzi (olandesi)con le braccia cariche di cose buone. Alla mia domanda dove avevano preso quel ben di Dio, mi indicarono il minimarket alle loro spalle, ma che se volevo avrebbero diviso tutto con me. Sedemmo sul marciapiede ,ed in quarto d'ora, misto a molte sorsate di Coca Cola formato famigliare , finimmo quasi tutto. Perchè proprio tutto tutto non stava bene. Accettarono , dopo qualche insistenza , che pagassi la mia parte e tra un rutto e l'altro ci salutammo augurandoci buona fortuna.
Grasso è bello A questo punto del Fiandre,i ciclisti sono un armata allo sbando, Leone, se sei un pò grassottello è la tua fortuna ! Consumi le tue riserve adipose. Tanto il dislivello totale è poco:1880 metri, ma alla fine i km sono stati per me 273( comprendendo 7 km dove ci siamo persi). Comunque mangiato e ben bevuto, via per gli ultimi (credevamo) 50 km. Il finale si lascia fare: comunque in salita son sempre andato agile. Finchè arriva il Kapelmuur. Che conoscevo bene perchè visto una decina di volte in tv. Prima di arrivare al paese c'è una lieve discesa , un semaforo, un ponte che attraversa un torrente. Gruppetto di 8/10. Inizio della salita. Anche qui, ti prego, parti piano, ma piano, ma proprio piano, 8/9 km/h perchè il tratto in asfalto è lungo e tutt'altro che facile. Quando si attraversa il ponte se alzi lo sguardo vedi la Cappella in cima alla collina tra le piante ancora prive di foglie. E ti rendi conto dove si deve arrivare. Quindi,piano. Fine dell'asfalto. Tratto di pavè rifatto di recente, quindi bello, deviazione a destra e poi il calvario, alleviato un pò dalla gente che incita. In cima, ho lasciato scorrere la bici, mi è sembrato di scorgere un stagno sulla sinistra ( ma forse era un miraggio).ù
L'urlo disumano Bosberg: 17 e ultimo. All'inizio di ogni salita c'è uno striscione con il progressivo della salita. 2 o3 sono senza striscione: non sono considerate salite. Sono di mancia. Il Bosberg è un sogno: max 10% discreto pavè.Stavo proprio bene. Per cui mi sono trovato pensare che il pavè incominciava a non dispiacermi, che forse ero riuscito ad adattarmi. Finale bellissimo 36/40 km/h. Lungo rettilineo , due curve a 90° e poi quello finale con l'arco gonfiabile di mira del traguardo e le tribune sulla destra. Due miss messe lì per farti un sorriso, ma soggette ad un serrato corteggiamento da parte di due baldi giovanotti, si accorgono di me quando ,cinque metri più in là ,faccio un urlo disumano di contentezza, alzando braccia e pugni al cielo. 11h01' ,273 km 129psm (alta) 8107 Kcal.Quest'ultimo è il dato più importante. Tenendo conto che avrò integrato a mala pena 3000Kcal , corrisponde che abbia perso circa 4 km dei miei 68. Passato il trguardo si va a ritirare , abbastanza lontano, il diploma (presentando il cartoncino dei timbri) che per noi italiani ha su la bellissima effige di Magni. Birra gratis allo stand della Primus, ma suona il cellulare.Blu Freccia vuole sapere a che punto sono. Raggiungo subito il bus, si parte quando sono arrivati tutti e a me piomba addosso una grande stanchezza, per scarsa alimentazione. Bruges è a 70 km , arriviamo che il ristorante è chiuso. Poco male, vado a dormire dopo aver mangiato quello che avevo ancora in borsa. Domenica mattina. Bellissima giornata. Colazione con thè Infrè. 8.30 sul piazzale dell'albergo con i professionisti della Rabobank e della Euskadi che partono in bici verso la Piazza del Mercato. Zainetto in spalla con casco ciondolante all'esterno. Visi tra il mesto ed il preoccupato , nessuna allegria neanche da parte dei meccanici. Non mi sogno nemmeno di andarli a vedere alla partenza, per me è bastato ieri. Dodici ore di macchina e sono a casa poco stanco. Per riprendermi dal Fiandre c'è voluto quasi un mese, ma poi tutto è proseguito molto bene.
Conclusioni Quindi, caro Leone, anche con allenamenti insufficenti, ma usando molta umiltà il Fiandre si può fare dignitosamente. E poi tu hai un forte aiuto dallo staff Mapei. Se posso, ti consiglierei di ritenere fondamentali anche quelli del dott. Mondazzi L'anno successivo tornai in Belgio per la Liegi. Ma quella fu veramente tutta un altra storia (anche se non mi piaccciono le frasi fatte) Cari saluti e in bocca al lupo.
Gianni