"El Puma", "El Caballo", "El Tiburón". Puma, Cavallo, Squalo. Ci sono anche loro tra gli “Escarabajos”, gli “Scarafaggi” della Colombia Coldeportes, dove la fantasia produce la metamorfosi. La nuova squadra Professional di Claudio Corti, in gennaio metterà radici in Italia. Sono 16 corridori colombiani in una squadra italiana, finanziata dal governo colombiano: 15 milioni di dollari in tre anni. Un progetto nuovo nel panorama del ciclismo mondiale.

VITE DIFFICILI — Tra questi ragazzi c’è Fabio Duarte, 24 anni, 166 cm per 54 kg, campione del mondo under 23 a Varese 2008. Una storia dura alle spalle. Mamma Mercedes e papà Fabio Nelson se ne sono andati ognuno per conto suo quando aveva 4 mesi. Fabio è stato allevato da nonno Alvaro. A 10 anni il nonno morì e Fabio rimase per 4 anni con papà. Poi ruppe con la donna di papà e, a 16 anni, decise di vivere da solo, mantenendosi con i soldi che guadagnava correndo. "La bicicletta è stata la mia compagna di solitudine. Il mezzo per conquistare il mondo", dice Fabio. Come scalatore ha vinto per tre volte la tappa del giro di Colombia che si concludeva sull’Alto de la Linea a 3200 metri, la salita più lunga e dura del mondo. "Il mio sogno è il Giro d’Italia", dice e confida: "Le salite italiane sono le più belle: la mia preferita è lo Zoncolan".

DAL TOUR AL TOUR — Gli Scarafaggi frequentano i sogni. Esteban Chaves, 21 anni, 164 cm per 54 kg, nativo di Bogotà, punta molto in alto: "Il mio sogno è vincere il Tour". Per prepararsi ha vinto quest’anno il Tour de l’Avenir. Vorrebbe ripetere l’impresa di Gimondi. Dichiara: "La tranquillità è la mia qualità migliore. Io non tremo. Parto sempre per vincere". Infatti ha vinto il Tour de l’Avenir all’ultima tappa. "Sono uno scalatore e un corridore di corse a tappe", dice sicuro. Ma tre anni fa è stato campione colombiano junior nello scratch. Affronta il futuro con temerario coraggio. Quindici giorni fa si è rotto lo scafoide cadendo in mountain-bike. Darwin Atapuma, 23 anni, “El Puma de Tuquerres”, cittadina vicina al confine con l’Ecuador, a 3050 metri di quota. Racconta del “Volcán Galeras”, 4267 m, che ruggisce vicino a casa, della Laguna Verde, che sta nel cratere dell’Azufral, un vulcano estinto, ma soprattutto della “Virgen de las Lajas”, "il santuario più bello del mondo", ci mostra la medaglia appesa al collo. Darwin è il minore dei nove figli di Maria e Sigifredo, coltivatori di patate.

EL CABALLO PEDALA — Anche Robinson Chalapud, che viene da Ipiales, l’ultimo centro prima dell’Ecuador, crede nella “Virgen de las Lajas”, ci mostra il santino del santuario e ci racconta del miracolo della Virgen, che apparve e ridiede la parola ad una bambina muta. Educato al miracolo, dice: "Il mio sogno è vincere il Tour". Frank Osorio, 23 anni, 187 cm per 72 chili, è "El Caballo". "Perché sono forte, resistente e veloce", spiega. Viene da Carmen de Vitoral, 2200 m, centro famoso per la ceramica, ed è figlio di un "campesino". Fino a vent’anni ha coltivato patate per 10 ore al giorno. Nel suo cielo volava il condor. La bicicletta da corsa era un regalo impossibile per un "campesino", però Frank racconta: "I miei genitori, i miei amici e anche i tifosi mi hanno aiutato a comprarla". Così Frank ha scoperto le corse solo due anni fa. E, quest’anno, nella dodicesima e ultima tappa del giro di Colombia, Puerto Boyaca-La Union, 210 km con 5 colli, ha destato sensazione, staccando tutti sulla salita finale ed arrivando solo con 40” su Montaña e Atapuma. Osorio non è mai stato in Europa. Dice: "La bici è la cosa più bella della mia vita. Il mezzo per conoscere il mondo".

Victor Hugo Peña, 37 anni, maglia gialla al Tour

NEL SEGNO DI PANTANI — Anche Jarlinson Pantano, 23 anni, è salito sul podio del Tour de l’Avenir: fu terzo un anno fa. Ha una sposa, Vesenia, e un bimbo, Jeronimo, di 3 mesi. "La mia famiglia è la mia forza", dichiara. Il suo nome ricorda quello di Marco Pantani. "Da bimbo sognavo di conoscerlo", ammette. Marco era “Il Pirata”, Jarlinson, invece, allegro, chiacchierone, estroverso è "El País". È un sorriso che pedala. I colombiani arriveranno in Italia a gennaio. Ciascuno di loro ha una storia. Li guida "El Tiburón", "Lo Squalo", Victor Hugo Peña, 37 anni, maglia gialla al Tour, cronoman capace di battere tutti al Giro, che in gioventù fu nel 1989 e nel 1991 campione di Colombia nella rana. Per loro l’Italia è il molo da cui salpare per conquistare il mondo. Li sospinge una forza meravigliosa: la gioventù. La vita è affascinante come "El Dorado". Si nutrono di sogni.