Eccola, la prima vittoria italiana del Tour 2013. Ed è una vittoria che mancava da tre anni! L'ultimo fu Alessandro Petacchi il 7 luglio 2010, quando si impose in volata a Reims, nella quarta tappa di quel Tour. A spezzare il sortilegio che durava da oltre mille giorni ci ha pensato Matteo Trentin, 23 anni, dell'Omega-Quick Step, che si aggiudica allo sprint il primo successo da professionista. Trentin ha beffato in volata lo svizzero Albasini dopo una lunghissima fuga per 18 uomini durata 150 km. Uno scatto a 15 km dall'arrivo del bretone della Sojasun, Julien Simon, aveva acceso il finale della 14ª tappa, col francese che ha sognato la copertina per la prima vittoria del Tour 2013 di un transalpino. Invece a un chilometro e 200 metri il sogno si è infranto dopo aver avuto anche 20" di vantaggio sugli altri scappati con lui. E nella volata Trentin ha fatto il colpaccio uscendo allo scoperto al momento giusto. Lo sprint d fatto è durato 150 metri ed è stato vinto sullo svizzero Albasini, poi l'americano Talansky e gli spagnoli Rojas e Garcia. Chris Froome e il gruppo sono arrivati dopo 7'17", ma la maglia gialla non è mai stata in pericolo, così come le prime dieci posizioni.

segnali di cunego — Il giorno dopo la tappa choc che ha tagliato fuori dai giochi Valverde, la Grande Boucle ha vissuto quella che doveva essere di fatto una giornata tranquilla, con diverse possibilità di fuga però grazie a sette Gran Premi della Montagna, col Col du Pilon da Amplepuis di categoria 3, quale salita più dura a metà percorso. E puntualmente da Saint-Pouçain sur Sioule a Lione si è vissuto quasi per intero sulla fuga di 18 uomini (fra i quali, appunti, Trentin e con Talansky il più in alto in classifica, lontanissimo dal leader Froome). Gruppo scappato a quasi 150 km dall'arrivo e con vantaggio arrivato a superare i sei minuti sul gruppone con Froome. A 78 km dal traguardo colpo d'orgoglio di Damiano Cunego, che assieme ad Hoogerland ha provato ad avvicinare i fuggitivi fino a un distacco arrivato a due minuti. Un tentativo finito male per l'azzurro, staccato dall'olandese a 65 km dal traguardo (mollando poco dopo) e rimasto solo dopo il Thizy-les-Bourgs. I 18 in testa hanno inevitabilmente animato gli ultimi 60 km, con i tentativi di fuga solitaria di Kadri prima e Burghardt poi, approfittando dei saliscendi prima dell'arrivo a Lione. Il Team Sky si è limitato a tirare il gruppo per controllare che il distacco dai 18 fuggitivi non aumentasse troppo, sebbene non è mai stato lontanamente a rischio la maglia gialla di Chris Froome. E Cunego, ripreso Hoogerland, con grande generosità ha provato nei 40 km finali a recuperare sul gruppo dei fuggitivi. Bagarre finale iniziata col tentativo di Millar a 24 km dall'arrivo, prima accelerazione per una tappa che sapeva tanto di antipasto dei fuochi artificiali della domenica...

l'arrivo — 1. Matteo Trentin (Omega-Quick Step) dopo 191,0 Km in 4h15'11" (media 44,9 km/h), 2. Michael Albasini, 3. Andrew Talansky, 4. Jose Joaquin Rojas, 5. Egoitz Garcia, 6. Lars Bak, 7. Simon Geschke, 8. Arthur Vichot, 9. Pavel Brutt, 10. Cyril Gautier, 11. Julien Simon, 12. Jan Bakelants s.t., 13. Blel Kadri a 10", 14. Marcus Burghardt a 10", 15. Imanol Erviti a 46".

Chris Froome ha controllato la situazione. Afp

domani il ventoux — Eh già , perché domani, festa nazionale in Francia, ci sarà l'attesissimo arrivo sul Mont Ventoux (quota 1.912 metri) dopo 242,5 km (è anche la tappa più lunga). La salita finale misura 20,8 km, con una pendenza media del 7,5%.