Elia Viviani, vincitore del primo sprint a Pechino. Bettini

Il Giro di Pechino ed Elia Viviani ricominciano da dove avevano finito un anno fa. In volata. Con una vittoria. Viviani vince la prima tappa del secondo Tour of Beijing: da Piazza Tien an Men con il mausoleo di Mao, il Museo nazionale cinese, il Parlamento e l’ingresso della Città Proibita, fino allo stadio olimpico battezzato Bird’s Nest, nido d’uccello, per l’originalissima architettura esterna, 117 km strametropolitani, con un circuito piatto di 8 km da ripetere 12 volte. Dopo una decina di km, fuga a cinque, con Adriano Malori, poi premiato come il più combattivo della giornata, e Marco Bandiera. Gruppo compatto all’ultimo giro. Poi le grandi manovre delle squadre dei velocisti, fino all’ultimo chilometro, diritto e con il vento in poppa.

viviani: "Era ora" — Viviani, appagato: "Il favorito sembrava Bos, che aveva anche la squadra più organizzata, ma a un certo punto non l’ho più visto. Dopo che Da Dalto, Paterski e Dall’Antonia - fondamentali - mi hanno portato in testa al gruppo, sono stato freddo a scegliere la ruota di Boasson Hagen. Sapevo che lui si sarebbe fatto largo e avrebbe fatto una volata lunga. E così è stato. La volata è stata pulita. Era ora che vincessi. Ero stanco. Stanco non di una stagione cominciata così presto da considerare quasi non finita la precedente, ma stanco di troppi secondi posti, dal Giro di Polonia alla Vuelta, senza contare quelli italiani come nel Memorial Pantani. Quando sono arrivato a Pechino, sono rimasto sorpreso che mi avessero ritratto nelle bandiere appese in tutta la città per promuovere la manifestazione: si vede che avevano apprezzato la mia vittoria di un anno fa. Spero, con quest’altra vittoria, di averli ringraziati nella giusta maniera". Malori, sereno: "Sono andato in fuga per salvarmi dai guai di una giornata in cui il vento sembrava impazzito, non si capiva da dove venisse, comunque era forte, ti spostava dalla strada. Ma sono andato in fuga anche per aiutare la squadra, che doveva aiutare Petacchi per lo sprint. In fuga non avevamo speranze, ma vale sempre la pena di tentare". Domani seconda tappa, da Pechino a Mentougou, 126 km, con tre gran premi della montagna, il primo di 10,8 km al 6,4% medio, il secondo di 3,5 km al 3,6%, il terzo di 5,4% al 4,2%, ma da lì all’arrivo mancano 26 km.