Il Peter Pan del ciclismo, il Tourminator del Tour, il Messi delle due ruote. Peter Sagan concede il bis. In una finale da classiche del nord, lo slovacco conquista la terza tappa e brilla come una nuova stella. "Nessuna vittoria è facile, anche se poteva sembrare il contrario. Giornata dura, tappa pericolosa, gruppo nervoso. Grazie ai compagni, perfino Ivan Basso, un campione di cui dovrei sempre pulire le scarpe, ha lavorato per me. Nel momento della vittoria ho fatto il gesto di Forrest Gump, lo abbiamo deciso ieri sera a tavola con i compagni: come a Forrest Gump dicevano ’vai e corri’, e lui correva, a me i compagni dicono ’vai e vinci’, e io vinco. Adesso pensare di poter arrivare a Parigi in maglia verde diventa un obiettivo più possibile".

il leader — Fabian Cancellara, quarto al traguardo e sempre in maglia gialla: "Oggi la cosa più importante era riuscire a non farsi coinvolgere nelle cadute, e ci sono riuscito. La seconda, mantenere la maglia gialla, e anche in questi ci sono riuscito. La terza, la vittoria di tappa, nel finale non ero nella migliore posizione, ma non voglio cercare scuse, era impossibile gareggiare con Sagan. Il prossimo arrivo in salita è sabato a La Planche des belles filles, ma più che il palco delle belle ragazze sarà il palco del mal di gambe. Una salita per scalatori, quasi 6 km all’8,5%. Ma ci proverò".

l'azzurro — Vincenzo Nibali, decimo all’arrivo e ottavo in classifica: "Negli ultimi 60 chilometri le strade erano strette e pericolose, Sagan è stato incredibile, ma grande è stata anche la squadra. Siamo tutti contenti. Nel finale io ero messo bene, sono stato chiuso, e quando sono riuscito a passare ormai era troppo tardi". Cadel Evans, sesto all’arrivo e settimo in classifica: "Una giornata in cui il primo obiettivo era rimanere fuori dai guai. Spettacolare, ma pericolosa".

lo scalatore — Michael Morkov, maglia a pois: "Io, danese, velocista, campione del mondo nell’americana, primo nella classifica dei gran premi della montagna. Non lo avrei mai detto. Ma in queste prime tappe cerco sempre di andare in fuga, collezionare punti e rimanere in testa fino alle grandi montagne. Là la situazione cambierà. Intanto mi godo questo primato sorprendente".

l'outsider — Alejandro Valverde, ventitreesimo: "Il Tour è così: molti nervi, molti pericoli. E’ stata una giornata dura per le cadute, lo sapevamo fin dalla partenza, ma la radio non funzionava bene, non sapevo esattamente che cosa stava succedendo. Nonostante tutto ai -2 ero ancora davanti, e se nel finale non avessi sbagliato curva, mi sarebbe piaciuto giocarmela con Sagan. Sentivo di stare bene. Non abbiamo avuto fortuna: il mio compagno Rojas è caduto e si è rotto una clavicola".