Notte Mondiale con Gazzetta.it
Invia qui la domanda a Gregori

Questa notte Gazzetta.it darà aggiornamenti in diretta il Mondiale. Potete mandare domande in chat, rispponderà Claudio Gregori. E in diretta trasmetteremo anche gli audio con le impressioni di Alfredo Martini, che seguirà la corsa con Marco Pastonesi. Infine audio e video dall'Australia. In studio Pier Bergonzi. Vivi una notte Mondiale con Gazzetta.it

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GLi azzurri in allenamento. Bettini

Pier Bergonzi e Claudio Gregori in studio con noi, Marco Pastonesi a casa di Alfredo Martini per trasmettere via audio in tempo reale le impressioni del Maestro sulla corsa iridata. Antonino Morici sul percorso per inviare video ed audio con protagonisti ed addetti ai lavori. Una chat per commentare in diretta e ricevere le risposte di Gregori. Se ti va, stanotte puoi vivere una notte Mondiale con Gazzetta.it. Ecco l'Invito di Claudio Gregori

E’ una notte di passione. In Australia si corre il campionato del mondo di ciclismo su strada, l’appuntamento dell’anno. Sarà una notte insonne. A cavallo della “divina bicicletta”. E potrete passarla insieme a noi della Gazzetta dello Sport. Da mezzonotte di oggi potrete inviare chat (invia qui le domande) e dialogare con noi in tempo reale (per la tivù, diretta su RaiSport2 dalle 0,40). Noi siamo gli eredi, sia pure indegni, di Eliso Rivera e del mitico “Magno”, Eugenio Camillo Costamagna, che il 3 aprile 1896, fondarono “La Gazzetta dello Sport” dalla fusione di due giornali “Il ciclista” e “La Tripletta”. La Gazzetta dunque ha cavalcato fin dal primo minuto le ruote. La prima pagina di quello storico giornale era occupata solo da notizie sul velocipede. La nostra corsa, dunque, dura da 114 anni. Una corsa straordinaria, sempre ricca di novità e di sorprese. Non si era mai disputato un Mondiale in Australia.

attesa e preziosa — Quella di questa notte è una “prima” attesa e preziosa. In Italia abbiamo scoperto il ciclismo australiano negli ultimi trent’anni, Ma Dino Buzzati, da ragazzo, andava al Velodromo Sempione ad ammirare Robert Spears, campione del mondo della velocità. Sir Hubert Opperman, poi Ministro dei Trasporti e dell’Emigrazione, aveva battuto il veronese Bepi Pancera nella mitica Parigi-Brest-Parigi del 1931, 1165 km tutti d’un fiato. E Sydney Patterson aveva entusiasmato Coppi al Vigorelli nei primi anni Cinquanta. L’Australia, dai grandi spazi, conosce bene la bicicletta. Il Mondiale, però, restò circoscritto all’Europa fino al 1974, quando, a Montreal, scoprì il Nord-America. Tre anni dopo si avventurò in Sud-America, a San Cristobal. Nel 1990 arrivò in Asia, a Utsunomiya in Giappone. Ora manca soltanto l’Africa. La bicicletta attraversa il mondo. Esplora. Scopre. Vive al sole, “en plein air”. Non è prigioniera nella scatola chiusa dello stadio. La sua dimensione è lo spazio. Il suo orizzonte è infinito. La sua vocazione è l’ avventura.

Paolo Bettini con Pippo Pozzato. Bettini

ciclone — Il primo Mondiale si disputò ad Adenau in Germania il 21 luglio 1927 e vide il più grande trionfo italiano della storia. Non c’era ancora il cambio e il circuito del Nurburgring era micidiale. Ecco quel favoloso ordine d’arrivo: 1. Alfredo Binda, 184 km a 27,775 km/h, 2. Costante Girardengo a 7’12”, 3. Domenico Piemontesi a 10’51”, 4. Gaetano Belloni a 20’38”, 5. Jean Aerts (Bel), primo dei dilettanti, a 21’51”, 7. Michele Orecchia a 27’50”. La Gazzetta, sotto l’occhiello “Gloria agli azzurri del ciclismo italiano”, titolò a tutta pagina: <Alfredo Binda, atleta eccelso, conquista anche il titolo di campione del mondo su strada / passando da dominatore sul più aspro e faticoso percorso della più grande prova internazionale>. Girardengo era Il Campionissimo, Piemontesi Il Ciclone di Boca, ma Binda li aveva travolti. Era praticamente invincibile in quel momento. Al Giro d’Italia aveva vinto 12 tappe su 15 ed era rimasto leader dal primo all’ultimo giorno. Una superiorità che nemmeno Coppi e Merckx espressero poi.

Paolo Bettini con Luca Paolini. Bettini

stupire — Questa notte non abbiamo in lizza né Binda, né il grande Girardengo. Se guardiamo, anzi, i risultati delle classiche degli ultimi due anni, dobbiamo ammettere che il pronostico non è azzurro. I favoriti sono altri: Gilbert, Cancellara, Cadel Evans, Freire, Cavendish…Ma la corsa sa stupire. Chi avrebbe detto che Nibali al primo assalto avrebbe vinto la Vuelta? Eppure lo ha fatto. La corsa è sorpresa. E gli italiani conoscono meglio di altri i segreti della corsa che mette in palio l’arcobaleno. L’hanno vinta 19 volte. E per tre volte – con Bettini, Ballan e ancora Bettini – negli ultimi quattro anni! Stanotte c’è sull’ammiraglia azzurra proprio Bettini, che conosce la chiave della vittoria. Mancano Ballan, Cunego, Bennati, Petacchi. Bettini non ha scelto le individualità più forti. Ha costruito una squadra attorno ad una punta, Pozzato. Ha scartato l’eventualità della volata di gruppo rinunciando agli sprinter. Filippo Pozzato è un uomo di classe, un vincitore della Sanremo, ma non ha mai avuto un ruolo così importante. Sabato notte sapremo se sarà pari all’investitura. Pozzato può imporsi solo se la gara sarà selettiva e Cavendish, Freire, Farrar & C saranno liquidati sui due strappi del circuito prima dell’arrivo.

Azzurri in allenamento sul percorso iridato. Bettini

il coro strepitoso — Bettini sa che in una volata ristretta Pozzato può battere Gilbert, Cancellara, Sanchez, Kolobnev, Evans. Sa che anche Visconti, Paolini, Gavazzi sono in grado di farsi valere in un gruppetto di fuggitivi. Da giocatore di scacchi ha in serbo mosse che possono portare alla vittoria. Il Mondiale, però, è labirinto. Il ventaglio di soluzioni possibili è infinito. Anche chi non è campione ha una “chance” di vittoria. Nell’albo d’oro troviano il belga Karel Kaers, vincitore nel 1934. il tedesco Heinz Mueller, nel 1952, l’olandese Harm Ottenbrons, nel 1969, il francese Laurent Brochard, nel 1997, l’estone Romans Vainteins nel 2000, lo spagnolo Igor Astarloa nel 2003. Epigoni che hanno conosciuto un giorno di gloria. L’Australia è stata un buon campo di gara per gli italiani. Prima sulla pista, oltre un secolo fa, ai tempi di Massimiliano Porta o del grande Cuniolo. Ai Giochi la pista ci ha dato gli ori di Leandro Faggin, Gasparella, Domenicali, Gandini a Melbourne 1956 e di Antonella Bellutti a Sydney 2000. Ma, soprattutto, proprio a Melbourne, il 7 dicembre 1956, Ercole Baldini vinse l’oro olimpico su strada con un favoloso assolo, staccando il gruppo inseguitore, nel quale c’era il famoso tedesco dell’Est Gustav-Adolf Schur, di 1’59”. Quel giorno, con Baldini sul podio, non si trovò il disco dell’inno italiano e allora furono i nostri emigranti, le lacrime agli occhi, la voce rotta dall’emozione, a cantare l’Inno di Mameli. Entriamo, quindi, pieni di speranza in un teatro che ci ha dato quella gioia. La gara si annuncia di straordinaria difficoltà. Gli azzurri corrono nel ricordo di Franco Ballerini. Questa notte li guardiamo insieme con passione, portando, nel segreto del cuore, gli echi di quel coro strepitoso di 54 anni fa.