Domenico Berardi abbracciato dai compagni del Sassuolo. LaPresse

D’accordo, in Champions League non sta andando granché bene e probabilmente verranno nuovamente eliminati prima del tempo, ma in campionato il Manchester City resta la squadra che tutti vogliono battere, perché “siamo ancora i migliori della Premier League”. Parola di Aleksandar Kolarov che, a dispetto dell’incubo europeo e di tutte le critiche che sono arrivate (in particolare dopo la partita contro l’Ajax), è talmente convinto della forza della sua squadra (staccata di appena due punti dalla capolista United) da spingersi a profetizzare che “nessuno può batterci e quindi rivinceremo il titolo”. A patto però che il City (che ha chiesto ai tifosi dei suggerimenti su come aumentare la capacità dell’Etihad Stadium da 48 a 60mila posti, scrive il “Sun” ) giochi come ha fatto contro il Tottenham, ovvero mostrando “quello spirito di gruppo e quella mentalità vincente che la scorsa stagione erano stati fondamentali per conquistare la Premier” e che guarda caso lo stesso tecnico Roberto Mancini ha confidato di aver visto per la prima volta quest’anno proprio contro gli Spurs.

SIAMO LA SQUADRA DA BATTERE — “So che abbiamo ricevuto molte critiche – continua il difensore serbo – ma siamo pur sempre la squadra da battere, visto che siamo i detentori del titolo e non abbiamo ancora perso una partita in questo campionato. La vittoria contro il Tottenham è stata importante non solo per i tre punti ma perché si è vista una reazione. E ora dobbiamo continuare su questa strada”. Con buona pace di Edin Dzeko, che proprio non vuole rassegnarsi all’etichetta di super-sub (9 punti al suo attivo dopo che è entrato dalla panchina). “So che è dura non giocare regolarmente – ammette Kolarov – ma siamo dei professionisti e dobbiamo accettare le decisioni dell’allenatore e questo vale per Dzeko come per me. Ma per noi è fondamentale che lui e gli altri attaccanti continuino a segnare, indipendentemente che partano dalla panchina o siano titolari”.

RAIOLA: BALOTELLI NON SI MUOVE — Un messaggio che potrebbe essere indirizzato anche a Mario Balotelli, dopo che ieri il “Sun” ipotizzava di un suo prematuro addio al City per far posto a Falcao e il “Telegraph” rilanciava l’ipotesi Milan come possibile scappatoia per SuperMario, visti anche i rapporti ai minimi storici con il tecnico Mancini, che fra l’altro userebbe i soldi ricavati dall’attaccante per De Rossi. Uno scenario che però Mino Raiola non vuole nemmeno prendere in considerazione. “Tutti possono dire quello che vogliono – spiega l’agente di Balotelli ai microfoni di Radio CRC – ma io vi assicuro che Mario resterà al City per almeno altri due anni e mezzo e che non andrà al Milan. Mario non ha in testa altri club e la sua relazione con Mancini è simile a quella fra marito e moglie: discutono e litigano, ma si vogliono bene e si rispettano”.

ERIKSEN E BERARDI I NOMI NUOVI — A dispetto del quadretto familiare, sembra però che al City le grandi manovre di mercato siano già iniziate e se l’idea della scorsa settimana era quella di un (difficile) tentativo per l’accoppiata dello Shakhtar William-Fernandinho (che però piacciono anche a Tottenham e Chelsea), le novità di oggi si chiamano Christian Eriksen e Domenico Berardi. A quanto si legge sul Mirror, per il ventenne centrocampista dell’Ajax (in rottura con il club sul rinnovo del contratto, in scadenza nel 2014), sarebbe però favorito lo United (dopo che 17 mesi fa Eriksen disse no al City), mentre a detta di SkySports Uk, il 18enne attaccante del Sassuolo piace non solo a Mancini ma anche a Liverpool e Southampton.

ARSENAL: LUIZ ADRIANO PER IL DOPO WALCOTT? — Altri spifferi di mercato vogliono poi l’Arsenal di nuovo in trattative con lo Shakhtar per l’attaccante brasiliano Luiz Adriano (in estate i Gunners avevano preferito mollare il colpo per prendere Giroud): una mossa che molti interpretano come conseguenza alla sempre più probabile partenza di Theo Walcott, che piace al Liverpool (che avrebbe pure un accordo con l’Anzhi per il bomber Lacina Traore) ma anche alla Juventus. E sempre i Gunners sarebbero un passo avanti proprio a Liverpool e City per il 17enne centrocampista del Derby County, Will Hughes, soprannominato “il nuovo Liam Brady” e valutato 4 milioni di sterline, mentre il centrocampista Emmanuel Frimpong fa sapere via Twitter di non avere alcuna intenzione di lasciare l’Arsenal, anche se non gli dispiacerebbe andare in prestito da qualche parte (magari ancora ai Wolves) per giocare un po’. E a proposito di ritorni, rispunta anche Nicolas Anelka, ieri sogno quasi proibito del West Ham e oggi del QPR (fra l’altro invitato da Joey Barton a trasformare il suo prestito al Marsiglia in permanente): per entrambi i club, comunque, l’ostacolo maggiore è l’ingaggio che il francese prende dai cinesi dello Shangai Shenhua.