Ci teneva talmente ad andare al Manchester United, Marouane Fellaini, che quando ha capito che l’accordo rischiava di saltare a poche ore dalla deadline di lunedì sera perché l’Everton insisteva nel chiedere 27,5 milioni di sterline, ovvero 4 milioni in più della clausola rescissoria scaduta a fine luglio, ma lo United non era disposto a mollarli, si è auto-ridotto lo stipendio di quei fatidici 4 milioni. E così per il prossimo quadriennio il 25enne belga prenderà 90mila a sterline a settimana invece delle promesse 110mila, che sono comunque 15mila in più rispetto a quello che guadagnava prima: come dire, tanto male non gli è andata lo stesso, anche se – puntualizza il Sun - lo United avrebbe potuto facilmente evitare tutto il cinema che si è scatenato pagando subito la clausola rescissoria all’Everton anziché offrire 16 milioni iniziali e rischiare che Fellaini diventasse l’ennesimo giocatore a dire di no a David Moyes.

UNA VALANGA DI RIFIUTI — Già, perché se il colpo alla fine è andato a segno, altrettanto non si può dire per i vari Cesc Fabregas, Sami Khedira, Mesut Ozil, Luka Modric, Fabio Coentrao, Wesley Sneijder, Leighton Baines, Daniele De Rossi ed Ander Herrera, tutti accostati allo United negli ultimi due mesi ma nessuno alla fine arrivato, per scelta del club di appartenenza (Baines), problemi burocratici (Herrera) o rifiuto del giocatore (De Rossi). Vero, secondo parte della stampa il maggiore responsabile di questa snobbata collettiva sarebbe il nuovo amministratore delegato Ed Woodward, ma anche il tecnico ha qualche colpa e a gennaio, quando riaprirà il mercato, dovrà darsi da fare per portare allo United almeno due degli obiettivi falliti in estate, primo fra tutti Baines (con l’Everton che però, scrive il Daily Mail, gli vuole rinnovare il contratto, aumentandolo quel tanto che basta a scongiurare il pericolo Red Devils).

Van Persie e Moyes: rapporti tesi? Reuters

VAN PERSIE RIMPIANGE FERGIE — Solo così potrà conquistare credibilità presso Robin Van Persie che, almeno a dar retta allo Star, avrebbe fiducia zero nei confronti del nuovo tecnico e dei suoi metodi di lavoro e rimpiange sir Alex Ferguson, che lo convinse a lasciare l’Arsenal.

OZIL E LA TELEFONATA DI WENGER — Arsenal dove invece ha scelto di andare Mesut Ozil, a dispetto di un tentativo dell’ultimissimo secondo proprio dello United (ne dà conto stamane il Mirror): a convincerlo a scegliere Londra al posto di Manchester è stata una telefonata di Arsene Wenger in persona, che ha garantito al giocatore che coi Gunners avrebbe avuto quel ruolo di primo piano che invece al Real Madrid gli veniva negato. Parole sapienti, quelle dell’alsaziano, che, unite alle successive conversazioni di Ozil con Per Mertesacker e Lukas Podolski, hanno sortito l’effetto sperato (e alleggerito le casse dell’Arsenal di 42 milioni di sterline, secondo più costoso esborso per un giocatore in Premier League dopo i 50 milioni scuciti dal Chelsea al Liverpool nel gennaio 2011 per Fernando Torres).

NEWCASTLE, ARIA DI CONTESTAZIONE — E se Wenger si coccola il suo campione, a Newcastle il collega Alan Pardew ha preso – non senza sorpresa – le difese di Joe Kinnear, arrivato a giugno con il compito di occuparsi del mercato ma capace solo di chiudere il prestito di Loic Remy dal QPR, fallendo tutti gli altri obiettivi nella lista dell’allenatore (Demba Ba, Darren Bent, Andy Carroll, Tom Ince, James McCarthy, Stewart Downing, Bafetimbi Gomis e Florian Thauvin). Ma ai tifosi il comunicato uscito sul sito dei Magpies a firma Pardew è sembrato un atto dovuto più che voluto e così sono pronti alla contestazione, con particolare astio verso il boss Mike Ashley e lo stesso Kinnear, che, secondo il Sun, andrà in scena durante la gara contro l’Aston Villa del prossimo 14 settembre.

IL PRINCIPE SAUDITA — Ben altri sentimenti animano invece i fan di Sheffield, sponda United, che possono tornare a sognare in grande grazie all’ingresso in società del principe saudita Abdullah bin Mosaad bin Abdulaziz al Saud, nipote di Re Abdulaziz, che ha acquisito il 50% delle azioni pagandole giusto una sterlina, ma ha già promesso all’altro socio di maggioranza – il presidente Kevin McCabe - nonché fatto scrivere sulle carte ufficiali dell’accordo (così sostiene The Independent) che intende riportare il club in Premier League (attualmente è alla posizione numero 17 in League One) in tempi brevi e grazie a “sostanziosi investimenti”. Per ora, l’arrivo del saudita – che ha una fortuna personale di 144,5 milioni di dollari – ha portato allo Sheffield Utd il centrocampista di Stoke, Florent Cuvelier e l’attaccante del Manchester City, Harry Bunn, ma a detta di McCabe i tifosi possono ricominciare a sognare.