Ha rubato il posto a Younes e ha segnato 11 reti, il suo unico vero timore ¨¨ la patente...
Kluivert di nome, pi¨´ che di fatto. Non ¨¨ una critica ma una constatazione: Justin, figlio di Patrick, non ¨¨ una punta come il padre, ma un’ala pura. Il fiuto del gol non gli manca (11 le reti segnate in questa stagione), ma il suo ambito calcistico non ¨¨ il cuore dell’area di rigore bens¨¬ la fascia, destra o sinistra, dove pu¨° dribblare e aggredire lo spazio sfruttando la proprio velocit¨¤. Non un giocoliere fine a se stesso, ma un attaccante esterno completo che salta l’uomo e conclude a rete, con decisione e personalit¨¤. Quest’ultima non gli ha mai fatto difetto, e non avrebbe potuto essere altrimenti, essendo cresciuto in una delle famiglie pi¨´ mediatiche d’Olanda, con tre fratelli tutti calciatori, la madre (nonch¨¦ ex moglie di Patrick) arrestata lo scorso anno per riciclaggio di denaro, e il padre che non necessita presentazioni.
la crescita —
Nell’estate 2016 Justin Kluivert si aggregava per la prima volta allo Jong Ajax nella speranza di raccoglier qualche spezzone nella Jupiler League (la B olandese). Meno di due anni dopo ha superato il padre per precocit¨¤ nell’esordio in prima squadra, ha ritoccato un primato di Wim Kieft (nell’81 fu l’ultimo ajacide a segnare, da 18enne, una tripletta di Eredivisie) e ha debuttato in nazionale (26 marzo scorso, Olanda-Portogallo 3-0). I primi mesi del 2017-18 lo avevano visto spesso in panchina, complice anche l’esplosione a destra del brasiliano David Never. Kluivert jr ha chinato il capo e si ¨¨ messo a lavorare sodo, approfittando dei problemi di Younes e prendendosi un posto da titolare da ala sinistra. Non ¨¨ pi¨´ uscito di squadra, mostrandosi come uno dei giocatori pi¨´ in palla di un’Ajax che ha conteso il titolo al Psv. Il suo ex tecnico Marcel Keizer ha detto: ?L’ala moderna non pu¨° pi¨´ permettersi di giocare da sola, oggi il calcio ¨¨ combinazioni e meccanismi. Kluivert lo ¨¨?. personalit¨¤ Classe 1999, Justin Kluivert si ¨¨ finora fatto apprezzare anche per l’equilibrio nel gestire una carriera circondata da pressioni mediatiche enormi, sia per il cognome (per questo motivo uno dei migliori complimenti a lui rivolti ¨¨ stato che ?gioca come il figlio di nessuno?), sia per la spasmodica attesa in Olanda di un talento in grado di risollevare un movimento calcistico in crisi. Non sono le sfide a spaventarlo, e non lo far¨¤ nemmeno l’eventuale approdo in Serie A. Una volta gli chiesero se avesse paura di bruciarsi nel calcio dei grandi. ?Paura? Mai avuta, se non quando ho fatto l’esame di guida. Se mi bocciavano, avrei dovuto rifare anche la teoria?.
Alec Cordolcini
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