Falcao, colpo di mercato del Monaco di Ranieri. Epa

Un giro d’affari per la prima volta oltre i due miliardi - e ci limitiamo ai cinque tornei principali - implica la totale interconnessione fra i vari mercati e la necessità di leggere come un’unica coerente saga gli avvenimenti che si sono succeduti da primavera a oggi. Il baricentro di questi mesi è stato il rinnovo del contratto di Cristiano Ronaldo con il Real Madrid, in scadenza nel 2015 ma che Florentino Perez non può certo lasciar decantare sino al prossimo anno. Il Manchester United, destinazione privilegiata se il fuoriclasse non dovesse rinnovare, ha atteso per tutta l’estate un cenno di Cristiano, riducendosi a un costoso last minute col belga Fellaini per non restare del tutto fermo. Paris St.Germain e Monaco, gli altri club che avevano fatto un pensierino al portoghese, hanno abbandonato la pista per tempo pagando le pesanti clausole di Cavani e Falcao e finanziando così le profonde ristrutturazioni di Napoli (a partire da Higuain) e Atletico Madrid (a partire da Villa)...

I VOTI

monaco 8,5 — "Il principe e il povero". Il principe è Alberto, il povero di certo non Rybolovlev, che a maggio ha aperto le casseforti prendendo Falcao, James Rodriguez e Joao Moutinho (tris di Mendes, il super-agente) e ad agosto ha chiuso con Kondogbia, per alzare un muro davanti alla difesa. Il Monaco gioca 4-2-3-1 e ha il vantaggio di poter vincere la Ligue 1 senza... doverlo fare. Ah, ha comprato anche tra i giovani: Martial (’95) e Borja Lopez (’94) piacevano alla Juve, Henen (’96) allo United, Fabinho (’93) era al Real Madrid.

chelsea 8 — Torna il portafogli a soffietto di Abramovich sotto la sapiente regia di Mou. Tra attacco e trequarti i Blues hanno soluzioni buone per almeno 3 squadre di vertice, e hanno approfittato alla grande dell’Anzhi che chiude bottega per portarsi a casa Willian ed Eto’o. Ma oltre ai soldi c’è pure tanta lungimiranza: dopo le ossa e i gol che si è fatto in prestito, torna alla base De Bruyne (Lukaku, girato ancora, e Courtois tornano l’anno prossimo) e per Mou è tutt’altro che comprimario. Se trova la quadratura e i vecchi dietro tengono botta il potenziale offensivo non ha uguali.

real madrid 8 — due estati relativamente tranquille sul mercato, ecco il ritorno del Florentino più Galactico: battuto il record mondiale di spesa (100 milioni) per strappare Gareth Bale al Tottenham, presi quattro giovani interessanti, tre spagnoli più Casemiro (che era arrivato a gennaio e messo nel Castilla prima di essere riscattato quest’anno a 6 milioni). Bene anche in uscita, con i 118 milioni incassati dal Napoli per Higuain, Albiol e Callejon, di fatto tre panchinari, più Ozil al’Arsenal. Una rosa spettacolare per Carlo Ancelotti, sognando la Decima.

BAYERN MONACO 8 — Guardiolismi da mercato. Sono arrivati due giocatori con tecnica da freestyler come Götze e Thiago Alcantara, sono partiti Gomez (un centravanti, specie non protetta nel mondo di Pep) e Luiz Gustavo, mediano di fisico più che di piedi. Il bilancio è in passivo di soli 20 milioni, per l’orgoglio del fair play finanziario, e il Bayern ha ricominciato vincendo la Supercoppa europea. N.b. 1: Thiago e Götze hanno 43 anni in due (e fermi per infortunio per un po’). N.b. 2: sono due dei 5 acquisti più cari della storia del Bayern. Se questa non è l’età dell’oro...

psg 8 — mercato come si spiega sui libri: si spende per giovani top. Cavani, Marquinhos e Digne erano il meglio nel ruolo in rapporto all’età, mentre Rabiot torna rafforzato dal prestito al Tolosa, dove ha giocato 13 volte da febbraio. La cessione di Sakho, un panchinaro, porta milioni, che male non fanno: il Psg non chiude una sessione in attivo dal gennaio 2011 e nelle ultime tre stagioni ha un passivo vicino ai 350 milioni. La gestione Al Thani ha messo la firma su 10 degli assegni più pesanti di sempre. Le eccezioni? Anelka 2000 e Okocha 1998.

MANCHESTER CITY 7,5 — Cambia il manico, Pellegrini per Mancini, e l’altra Manchester torna a spendere come ai bei tempi. Rinnovato soprattutto il reparto di mezzo: Fernandinho è costato 40 milioni ed è uno dei pochi registi puri in circolazione, se la coppia con Yaya funziona si tratta della miglior cerniera d’Europa. Davanti Dzeko resta e deve dimostrare di essere un centravanti di primissimo livello, per non sbagliare nel ruolo hanno preso pure Negredo (per ora è staffetta) e due talenti assoluti come Navas e Jovetic per pungere o innescare.

TOTTENHAM 7,5 — Ci sono due modi di vendere ed essere felici. Uno è mettersi i soldi in tasca, l’altro è spenderli per diventare ancora più forti. Figurarsi se Villas Boas non sceglieva la seconda, e così gli Spurs dalla cintola in su si rifanno completamente. Spiccano gli arrivi di Paulinho in mediana e soprattutto del trio sulla trequarti: Lamela porta gol e imprevedibilità, Eriksen inventiva e geometrie, Chadli corsa e muscoli. Ai gol ci pensa Soldado, dietro Chiriches ha il potenziale dei grandissimi centrali. Il tutto al prezzo del solo Bale.

BORUSSIA DORTMUND 7,5 — Rinnovarsi nella continuità.La finale di Champions persa col Bayern ha aperto le porte sul mercato: Götze ha tradito, Lewandowski è stato più o meno legato alla sedia. È rimasto e prova l’intesa con Aubameyang - sì, lo stesso dimenticato dal Milan - nel nuovo attacco. La faccia da copertina del mercato però è stato Mkhitaryan, numero 10 di nome e di fatto, 25 gol nell’ultimo campionato ucraino. E la difesa? Dentro Sokratis per 9,5 milioni, non pochi, e fuori il cult Santana, il pilastro nero in gol al 93’ nel ritorno dei quarti di Champions col Malaga.

GALATASARAY 6,5 — L’imperatore Terim il grosso lo aveva fatto a gennaio (con Drogba rientrato dalla Cina e Sneijder, arrivato dall’Inter), in estate si è dedicato a cementare il telaio e a piazzarci in mezzo qualche gemma. Chedjou porta solidità in mezzo alla difesa, il non ancora 19enne Bruma ha fatto cose egregie al Mondiale Under 20 col Portogallo, era in rotta con lo Sporting Lisbona e i turchi ne hanno subito approfittato: se Terim vuole allargarsi sulle fasce, è un’alternativa importante.

SHAKHTAR DONETSK 6,5 — Non è semplice perdere in 6 mesi tre star (Willian a gennaio, poi Fernandinho e Mkhitaryan), ancor più dura provare a rimpiazzarle. Ma Lucescu prova lo stesso a riaprire il circo Shakhtar, grazie a un’impianto collaudatissimo e a qualche invenzione come Texeira in regia. E poi la solita pesca brasiliana: le star sono Bernard, gemello di Dinho all’Atl. Mineiro, e Fernando, strappato al Napoli, poi gli scatti di Fred e Wellington Nem. Il back up di Luiz Adriano sarà Ferreyra, El Chucky, bel talento d’area. Basteranno? Chissà. Certo è che parte un nuovo corso...

arsenal 6,5 — E’ probabile che se l’infortunio di Podolski fosse emerso nella sua gravità 24 ore prima, Wenger si sarebbe mosso anche sul versante punte, sguarnito nei prossimi tre mesi. Quello di Ozil è un grande acquisto, anche se un po’ costoso. Va a incidere su un settore dei gunners già coperto, ma non c’è dubbio che il tedesco possa risultare il vero erede di Fabregas.

BARCELLONA 6 — Un solo reale acquisto, potenzialmente devastante. Neymar sembra essere il candidato ideale a spezzare il duopolio Messi-Ronaldo, resta da vedere se si adatterà al calcio europeo, al gioco del nuovo Barcellona di Martino e alla convivenza con l’asso argentino. Intelligente il prestito di Deulofeu, una mezza beffa la partenza di Thiago Alcantara, mvp dell’Euro Under 21. A questo mercato manca almeno un centrale difensivo, ma non c’erano i soldi necessari per un campione e i comprimari non interessavano.

CSKA MOSCA 6 — I campioni 2013 hanno fatto un mercato minimal nell’estate della margherita Honda («Parte, non parte, parte, non parte»). Via Mamaev, Vagner Love e Necid, con le loro poche presenze da titolare, sono arrivati Milanov-Zuber per pochi milioni più l’esperimento Vitinho, trequartista brasiliano del 1993 per cui il Cska ha pagato la clausola. Tecnico e potente, con un tiro che promette stagioni con parecchi gol, aveva fatto innamorare in fretta i tifosi del Botafogo, che per lui sono anche scesi in piazza. Inutilmente, ovvio.

PORTO 6 — La via Montenapoleone d’Europa ha incassato come al solito dai ricchi ma in vetrina metterà ancora tanto. In panchina c’è Fonseca, quello che ha portato in Champions il Paços, gli investimenti più gustosi li ha fatti a centrocampo: Quintero studia da regista di razza, El Zorrillo Herrera taglia e cuce con grinta, Lica mette muscoli e polmoni a sinistra. Poi la solidità di Otamendi e Mangala dietro, i gol e il fisicone di Jackson Martinez davanti. Il colombiano è restato con clausola da 60 milioni, a bottega gli hanno messo l’algerino Ghilas, un bel torello.

MANCHESTR UNITED 5 — L’obiezione: sono già parecchio forti di loro. Vero, però il vecchio Ferguson storto o morto il colpetto a luglio lo piazzava sempre. Stavolta invece il mercato dei Red Devils è stato fin troppo placido, tra prese in prospettiva (Varela) e inseguimenti vani (Fabregas, tre offerte al Barça tutte rispedite al mittente, e Özil e Ander Herrera). E poi la telenovela Rooney: non parte, ma resta il broncio e quella strana sensazione di essere una stella assoluta senza essere la stella della sua squadra. Alla fine è arrivato Fellaini, a 30 milioni. Bravissimo ma non un must: basterà?

L'ARTICOLO COMPLETO SULL'EDIZIONE ODIERNA DI EXTRATIME, GAZZETTA DELLO SPORT, A FIRMA CONDO'