Solo seimila spettatori osservarono dal vivo la manifestazione dell'impossibile e, per quanto il racconto orale, i discorsi che passavano di bocca in bocca fossero in voga, presto si spense l'eco di quel risultato clamoroso che aveva fatto gridare al miracolo. Era domenica 8 ottobre 1961, i campionati nazionali si erano fermati per lasciare spazio alle partite di qualificazione al Mondiale in Cile dell'anno successivo. Nel gruppo 6 era in programma la sfida tra il Lussemburgo e il Portogallo. Si giocava allo stadio Josy Barthel, in Lussemburgo. La nazionale di casa era estromessa da ogni possibilit¨¤ di qualificazione, mentre il Portogallo lottava con l'Inghilterra capolista. Sulla carta non c'era partita: troppo pi¨´ forti i campioni portoghesi che avevano nel portiere Costa Pereira, nel regista Colu?a e nel giovane attaccante Eusebio le stelle della squadra. Erano sufficienti questi tre nomi a far pendere la bilancia a favore della nazionale guidata dal senhor Peyroteo. Che cosa avrebbe potuto combinare il piccolo Lussemburgo di fronte alla qualit¨¤, alla tecnica e alla velocit¨¤ degli avversari??
nulla ¨¨ impossibile
Sangue e preghiere: quando il Lussemburgo fece piangere Eusebio e il giorno dopo and¨° in fabbrica
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