Sensi: "Conte e Mancini? Diversi, ma stessa mentalit¨¤ vincente"
Un grande inizio di stagione per grandi ambizioni. Stefano Sensi si divide fra Inter e Nazionale, ma l’orizzonte che accomuna le sue squadre non ¨¨ solo il colore azzurro.
Pi¨´ facile vincere lo scudetto con l’Inter o l’Europeo con l’Italia?
“Diciamo cos¨¬: all’Inter lavoriamo per provare a vincere lo scudetto, in Nazionale per provare a vincere l’Europeo”.
E intanto la sua stagione nell’Inter ¨¨ iniziata alla grande.
“Sono contento e devo ringraziare la squadra e il mister, perch¨¦ mi hanno fatto sentire subito parte di loro. A Milano ci sono pi¨´ pressioni, dunque pi¨´ stimoli, ma da me stesso mi aspetto sempre tanto: attenzione, voglia di giocare”.
Prime impressioni su Conte?
“E’ uno dei migliori allenatori su piazza attualmente: il solo fatto di averlo in panchina ti fa migliorare. Lavoriamo da poco insieme, ma sento di essere gi¨¤ cresciuto, soprattutto mentalmente. In comune con Mancini? Il gioco ¨¨ in parte diverso, Conte punta pi¨´ sulle verticalizzazioni, ma hanno la stessa mentalit¨¤ vincente”.
La sua duttilit¨¤ la sta aiutando, come ha riconosciuto lo stesso Conte e come ha sempre detto Mancini.
“Avere un centrocampo tecnico e giocare vicino a Jorginho e Verratti aiuta. A Sassuolo giocavo regista, qui e nell’Inter faccio la mezzala. Ho sempre detto che il ruolo che ritengo pi¨´ adatto a me ¨¨ il play, ma con Conte mi trovo bene da interno e nel calcio moderno se parti interno puoi ritrovarti anche regista e viceversa. E poi mi piace anche andare a prendere posizione da trequartista: durante la partita ognuno ¨¨ libero di intuire lo spazio da occupare, il movimento e la giocata da fare. Da mezzala ¨¨ facile diventare trequartista, andare a giocare tra linee dietro il loro mediano”.
Lei e Barella insieme: centrocampo troppo fragile?
“Se io e Nicol¨° non giochiamo insieme non ¨¨ per una questione di prestanza fisica. Il gioco della Nazionale ¨¨ fatto di molto palleggio, fraseggio, possesso, e giochiamo cos¨¬ anche e proprio per non aver problemi dal punto di vista del confronto fisico: giocando cos¨¬, ¨¨ difficile tenere fuori gente come Verratti e Jorginho. Io e Nicol¨° non siamo alti due metri, io fisicamente sono quello che sono, ma cerchiamo di dare il massimo. Oggi non conta solo il fisico, l’altezza: ¨¨ un calcio talmente veloce che conta l’atletismo, non la prestanza fisica”.
Che effetto fa essere in competizione, sia nell’Inter che in Nazionale, con Barella?
“Io e Nicol¨° siamo grandi amici, non solo compagni di squadra. Giochiamo nello stesso ruolo, ma in una squadra la rivalit¨¤ buona fa bene, e una rivalit¨¤ cattiva fra me e lui non ci sar¨¤ mai: n¨¦ nell’Inter, n¨¦ in Nazionale”.
Le insidie di questa doppia trasferta in Armenia e Finlandia? “Due partite difficili: giochiamo in casa loro e saranno pi¨´ avanti a livello di preparazione. La cosa pi¨´ importante ¨¨ non sottovalutarli: con la concentrazione e la cattiveria dimostrata nelle altre partite”.
Per chiudere, Icardi al Psg: ¨¨ stata una specie di “liberazione”, per lui e per l’Inter?
“La squadra ha sempre pensato solo a lavorare bene e a stare concentrata sui suoi obiettivi: non ¨¨ stata una liberazione, semplicemente una vicenda di cui si ¨¨ occupata la societ¨¤. Ed ¨¨ andata cos¨¬”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA