Bambini senza gol, il divieto alle partite colpisce i pi¨´ giovani: lo sport prova a reagire
Piccolo non ¨¨ bello. Anzi, rischia di essere brutto, bruttissimo. Piccolo nel senso di et¨¤, di bambini e ragazzi. Piccolo nel senso di campi, molto spesso campetti, in mille periferie. Piccolo nel senso dell’inizio della catena, il livello provinciale, quello che il Dpcm del Governo ha stoppato almeno a livello di partite. Si fa presto a dire piccolo, per¨°. Piccolo ma dai grandi numeri perch¨¦ in Italia il 36 per cento dei tesserati alle federazioni sportive ha un’et¨¤ fra gli 8 e i 13 anni. Mentre nella Federcalcio ben due terzi del milione e 46mila affiliati, fanno parte del settore giovanile e scolastico.
Tagliando e ritagliando i confini, la geografia degli effetti del divieto per gli sport di contatto si semplifica: salta l’attivit¨¤ provinciale, si salvano quelle regionali e nazionali (nel calcio si fermer¨¤ soltanto la Terza Categoria), sar¨¤ l’attivit¨¤ dei pi¨´ giovani a pagare il prezzo pi¨´ alto. “Le nostre societ¨¤ dovranno rinunciare a questo tipo di attivit¨¤, gi¨¤ colpita duramente dall’indisponibilit¨¤ della palestre scolastiche”, spiega Bruno Cattaneo, il presidente della Federpallavolo. Nel rugby non ci saranno partite sotto i 12 anni (qui si fermer¨¤ pure l’attivit¨¤ degli “old” e del touch rugby).
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Un milione
¡ª“Giocheremo i campionati fino all’Under 13, mentre nel minibasket i bambini faranno attivit¨¤ distanziata”, dice Gianni Petrucci, il presidente della pallacanestro. Quanto al calcio, ci sono centinaia di campionati provinciali che non si giocheranno almeno per tre settimane (il Dpcm scadr¨¤ il 13 novembre).
Il problema riguarda anche gli enti di promozione. Il Csi per la sua attivit¨¤ il blocco di 628 campionati, di cui 406 gi¨¤ avviati. C’¨¨ poi un caso nel caso visto che l’ordinanza della Lombardia ha caratteri molto pi¨´ restrittivi: i campionati regionali resteranno bloccati, pi¨´ possibilit¨¤ per gli allenamenti individuali. Complessivamente, fra tutte le federazioni degli sport di squadra e l’attivit¨¤ degli enti di promozione si pu¨° ipotizzare la cifra di un milione di bambini e ragazzi senza partite.
Palestre e tavole
¡ªMa al di l¨¤ di questo tu s¨¬ tu no, il problema ¨¨ pi¨´ grande. Nessuno pu¨° metterlo in discussione: la curva dei contagi sta diventando sempre pi¨´ cattiva. Ma c’¨¨ qualche evidenza scientifica che condanna lo sport? Il ministro dello sport risponde di no anche in vista della nuova battaglia per la difesa di palestre e piscine (salvate, almeno per una settimana). Ieri Spadafora ha tenuto un vertice in videoconferenza. C’era il presidente del Coni, Giovanni Malag¨°. Con lui anche Luca Pancalli e Vito Cozzoli, i numeri uno di Comitato paralimpico e Sport e Salute, i presidenti degli sport coinvolti (c’era anche Maurizio Casasco, presidente dei medici sportivi) e i rappresentanti degli enti. Il ministro fa un ragionamento: non ¨¨ vero che si rischia di pi¨´ facendo pesi in una palestra a ingresso contingentato che mangiando a tavola con sei persone magari in un ambiente chiuso. Petrucci ha rilanciato: “Ma praticare lo sport non ¨¨ un regalo, ¨¨ un diritto”.
Mancano i numeri
¡ªSimone Valente, uno dei parlamentari “sportivi” dei 5 Stelle, si chiede: “Come si fanno a prendere decisioni se non si hanno dati chiari sui contagi nel settore, che motivino la sospensione delle attivit¨¤ delle palestre e delle societ¨¤ sportive dilettantistiche?”. Fra l’altro dopo la riunione, Spadafora ha chiesto a tutti un report sui contagi “sportivi”. Ma per ora i risultati non sono allarmanti. Carlo Tranquilli, il medico che per la Lega Nazionale Dilettanti ha lavorato sui protocolli per l’altro calcio, quello non professionistico: “Quest’idea di uno sport dove va tutto male non corrisponde al vero. Il numero dei positivi ¨¨ irrilevante rispetto al grande dato di praticanti ed ¨¨ certamente influenzato da cause estranee allo sport. Anche perch¨¦ per le partite dei ragazzi abbiamo definito regole rigide: ingressi contingentati, docce a casa, distanziamento fuori dal campo”. Insomma, lo sport non ci sta a fare il brutto anatroccolo. E chiede: trattateci come i cinema e i ristoranti.
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