Grandi campioni, grandi maestri: chi sono gli allenatori della Primavera?
Sta cominciando a somigliare sempre di pi¨´ alla serie A il campionato Primavera 1: nel 2017 la grande riforma, con l’introduzione delle retrocessioni, che ha dato interesse anche alle ultime giornate delle squadre fuori dalla lotta per il titolo, questa estate l’allargamento da 16 a 18 squadre, oltre all’introduzione della numerazione fissa, con il nome sulla maglia, come in serie A.
Categoria in cui hanno giocato vari allenatori che abbiamo visto all’opera nella prima giornata, e che rivedremo nel prossimo fine settimana, dopo la sosta, da Bigica e Brambilla, che si sono passati il ruolo di regista dell’Italia Under 21, fino a Busc¨¨, fresco campione d’Italia Primavera con quell’Empoli per cui correva sulla fascia, per arrivare a un ex Nazionale come Aquilani, o al debuttante Chivu, il nome pi¨´ noto dei 18. Ma ci sono anche gli specialisti della categoria, dal decano Alberto De Rossi, alla guida della Roma dal 2003, fino al doriano Tufano, gli emergenti, come Coppitelli e Bonatti, entrambi a Torino, e un giramondo come Piccareta, che ha allenato in Inghilterra e vinto in Finlandia. Molti sognano di arrivare in serie A, come Gasperini o Simone Inzaghi: il primo, dopo la Juventus Primavera, ¨¨ andato a farsi le ossa a Crotone, il secondo, protagonista degli anni belli della Lazio, ora retrocessa, ¨¨ salito direttamente coi grandi.
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Una scelta di continuit¨¤: l’ex regista dell’Under 21, campione d’Europa nel 1996 in Spagna (con la numero 10, e Totti portava la 18: Raul, De La Pena e Mendieta tra i finali sconfitti), dopo una carriera in giro per l’Italia da giocatore, allena dal 2015 in una societ¨¤ per cui non aveva mai giocato (dopo gli inizi nel Pergocrema, dove aveva smesso, e 4 anni a Novara). Dal 2017 ¨¨ salito in Primavera, ha sfidato per anni il figlio Alessio, ex regista del Milan (appena passato al Cesena), ha vinto due scudetti di fila (tra cui quello assegnato con la media punti per la sospensione causa Covid), e a giugno ha mancato il tris, mai riuscito a nessuno, con il clamoroso ko 3-5 in finale contro l’Empoli.
Centrocampista come il collega: non molto, ma lui nel Bologna ci ha giocato, 11 presenze nella stagione 2009-10. Ex stellina delle giovanili della Fiorentina, portato in serie A dal Livorno, a Reggio Calabria, per qualche mese, nel 2017, incrocia Walter Mazzarri, di cui diventer¨¤ collaboratore tecnico dopo aver lasciato il calcio giocato. Nell’ultimo biennio ha allenato l’Under 17 del Bologna, a fine stagione gli hanno affidato la Primavera, al posto di Zauri, che si era appena salvato al playout, contro la Lazio.
Come il collega ¨¨ toscano (di Vinci) e cresciuto nella Fiorentina, e si ¨¨ affermato altrove: 8 anni con il Cagliari, ¨¨ nella top ten per numero di presenze in campionato. E a guidare quella classifica c’¨¨ l’amico e coetaneo che si ritrova dietro la panchina, come responsabile dell’area tecnica della Primavera, Daniele Conti, che ¨¨ anche padre del suo centrocampista di regia, il numero 5 Bruno Conti. Ha fatto tutta la trafila a Cagliari, Agostini, tra esperienze in prima squadra e ruoli di assistente, ¨¨ allenatore della Primavera dal 2020, quando ha preso il posto di Max Canzi, che dopo aver lavorato molto bene con la pi¨´ importante delle giovanili giallobl¨´, ¨¨ passato a guidare quella che ¨¨ di fatto una squadra satellite dei sardi, una sorta di Under 23 che gioca in C, l’Olbia.
Nell’anno della promozione in serie A, l’Empoli ha festeggiato anche lo scudetto Primavera, che mancava dal campionato ’98-99, quando lo vinsero Marchionni, Cribari e Del Nero: merito di Busc¨¨, 7 anni di fila con i toscani da giocatore, e un ottavo a fine carriera, tornando da Bologna. Fece l’ultima stagione da calciatore a Pisa, senza spostarsi troppo, poi torn¨° a Monteboro, iniziando la trafila giovanile sin dagli Esordienti. Quello di giugno ¨¨ il secondo scudetto della carriera: ne aveva vinto uno gi¨¤ con l’Under 16, battendo 4-3 l’Inter, nel 2018-19, con alcuni dei ragazzi che ha poi ritrovato in Primavera.
Dopo l’interista Chivu ¨¨ quello che ha fatto la carriera da calciatore pi¨´ importante, tra i tecnici della Primavera, eppure la sua carriera giovanile non era stata facile nei primi mesi: la Fiorentina, per cui aveva giocato tre anni nella seconda parte di carriera, gli aveva affidato la panchina dell’Under 18, che per¨° era ultima in classifica quando a Natale venne inserito nello staff di Iachini, che allenava la prima squadra, lasciando i suoi ragazzi a Renato Buso. L’anno dopo ¨¨ stato nominato allenatore della Primavera, ed ¨¨ riuscito nell’inedita impresa di vincere due Coppe Italia nella stessa stagione: per la prima deve dividere il merito con Bigica, che aveva portato i viola a una finale giocata all’inizio della stagione successiva causa Covid, mentre la seconda, vinta in finale contro la Lazio, lo scorso 28 aprile a Parma, davanti a Rocco Commisso, ¨¨ tutta sua.
Genovese e genoano, la Primavera coi rossoblu l’ha fatta anche da giocatore, raccogliendo 52 presenze e 1 gol in prima squadra, in serie B, negli Anni 80. Poi Spezia, Vicenza e Alessandria, smettendo nel 1993, prima di ripartire in rossoblu, da tecnico delle giovanili: nel 2007 perse una finale scudetto con gli Allievi contro il Milan di Evani perch¨¦ il suo miglior giocatore, il capitano dei ragazzi, Andrea Signorini, figlio del Capitano dei grandi, aveva preso un giallo in semifinale, e quello che avrebbe dovuto marcare, Alberto Paloschi, fece tre gol nei primi 20’. Poi in Primavera ritrov¨° Signorini jr, a cui si aggiunsero El Shaarawy e Boakye, e vinse la Coppa Italia, contro la Roma di Florenzi. E l’anno dopo, quando arriv¨° anche Mattia Perin, vinse pure lo scudetto. Nel 2013 venne preso dal Sorrento, in serie C, ma fu esonerato dopo 13 partite: resta la sua unica esperienza da allenatore lontano dal Genoa. Che ogni tanto lo fa ripartire dagli Allievi: dal 2019, dopo due anni con Carlo Sabatini, il fratello di Walter, ¨¨ di nuovo al timone della Primavera.
L’ultimo arrivato nella categoria, ma anche il pi¨´ noto: uno degli eroi del Triplete, arrivato all’Inter nel 2007, senza pi¨´ andarsene. Nel 2014 ha smesso, nel 2018 ha iniziato ad allenare: la sua eccellente carriera da calciatore non gli ha fatto saltare troppi scalini, visto che ha iniziato dal basso, nel vivaio nerazzurro, partendo con l’Under 14. Poi Under 17, Under 18, da questa estate la Primavera, al posto di Armando Madonna: l’ultima stagione ¨¨ stata agrodolce, visto che ha raggiunto la semifinale, ma ¨¨ uscito contro il Genoa, in una gara in cui aveva tutti i favori del pronostico, allenando probabilmente la squadra pi¨´ forte della categoria. Anche se poi il Genoa, che era nettamente sfavorito anche nella finale con la Roma, ha vinto il campionato U18: uscire contro di loro, a conti fatti, non era poi cos¨¬ inspiegabile. Ha esordito con il big match della prima giornata, vinto 3-2 contro l’Atalanta.
Dal pi¨´ al meno conosciuto: del 35enne bresciano non si hanno notizie come calciatore, e la sua carriera nel calcio comincia come preparatore atletico, non lontano da casa, al Lumezzane, nel 2008. Passa poi al Crotone, al Grosseto e alla Salernitana, nel 2015 ottiene il patentino di seconda categoria e diventa allenatore in seconda, di Leonardo Manichini. Il grande salto nel 2016: dalla Salernitana passa alla Lazio, una prima stagione positiva, portando la squadra ai quarti di finale (persi contro la Roma), una seconda negativa, con esonero ai primi di febbraio (Bonacina, che gli subentrer¨¤, non riuscir¨¤ a evitare la retrocessione). Lo prende la Juventus, ma riparte dall’Under 16: dopo un anno la promozione in Primavera, con cui la scorsa stagione ¨¨ arrivato fino ai playoff, uscendo con l’Empoli poi campione d’Italia.
Dopo una buona carriera da centrocampista tra B e C e qualche esperienza negli staff di prima squadra - partendo da La Spezia, dove aveva smesso di giocare nel 2010 - ha fatto la trafila da tecnico nella Pro Vercelli: Allievi Nazionali, Primavera, le ultime due partite di serie B con la prima squadra appena retrocessa, e l’intero anno successivo in C. L’anno dopo ¨¨ stato ingaggiato dalla Sicula Leonzio, che lo ha esonerato a ottobre: nel 2020 si ¨¨ riavvicinato a casa (¨¨ di Molfetta) firmando per il Lecce Primavera, con cui ha ottenuto il secondo posto, alle spalle del Pescara, valso la promozione in Primavera 1.
La tradizione del Milan ai milanisti vale anche per chi ci ha giocato solamente due anni, come l’ex centrocampista umbro, che aveva iniziato con il Perugia sia da calciatore che da tecnico: la stagione 2016-17, alla Maceratese (ottenendo una buona salvezza in C) ¨¨ stata l’unica lontano dalla sua regione del suo apprendistato da tecnico, tra Foligno, Castel Rigione, Gualdo e Perugia, tra D e B, prima del ritorno a Milano, a Natale 2018. Prese il posto di Alessandro Lupi, che aveva vinto lo scudetto U16, ma rischiava seriamente la retrocessione: Giunti non riusc¨¬ a evitarla, ma l’anno dopo domin¨° la Primavera 2, tanto che quando, a marzo, il campionato venne fermato dal Covid, il suo Milan aveva gi¨¤ ottenuto una aritmetica promozione.
Era stato al Napoli quattro anni, dal 2009 al 2013, nello staff di Walter Mazzarri, ci ¨¨ tornato in estate, per allenare la Primavera, che Emmanuel Cascione aveva riportato in Primavera 2 vincendo ai rigori il playoff contro il Parma. Lo scorso anno aveva avuto la sua prima esperienza come primo allenatore, in serie C con la Pistoiese (la squadra dove aveva chiuso la carriera pap¨¤ Mario, 8 stagioni con la Sampdoria, due scudetti con Inter e Lazio, morto in un incidente stradale nel 1990): dopo 12 partite ¨¨ stato esonerato. Ma l’esperienza in Primavera ¨¨ partita con il piede giusto, vincendo 2-1 in rimonta a Bologna, contro un altro ex collaborare di Mazzarri come Vigiani.
Una vita al Pescara, allenando per sei anni gli Allievi, prima di spostarsi in provincia di Chieti, nel 2017, per guidare il Francavilla (serie D). Nel 2020 il ritorno a casa, stavolta per allenare la Primavera: il presidente del Pescara Sebastiani l’aveva affidata a Legrottaglie, e a gennaio lo ha promosso in prima squadra. Per un mese al suo posto c’¨¨ stato Antonio Di Battista, poi ¨¨ stato richiamato alla base Iervese, che lo scorso anno ha vinto con ampio margine il girone B del campionato Primavera 2, 7 punti sul Lecce e 18 sul Napoli. La sua stagione non ¨¨ iniziata benissimo: 6-0 con il Genoa alla prima giornata.
Il decano della categoria: molti suoi giocatori non erano neppure nati quando, nell’estate del 2003, concluse una trafila giovanile iniziata negli Esordienti con una finale Allievi persa contro il Milan (trascinato da Ignazio Abate) e sbarc¨° nella categoria pi¨´ importante del calcio giovanile, pochi mesi dopo l’ultima partita giocata dal figlio Daniele. Tre scudetti in 18 anni, due edizioni della Coppa Italia, due Supercoppe.
Tanti anni coi blucerchiati per l’attuale tecnico, un profondo conoscitore della categoria che in estate era stato anche accostato alla panchina della prima squadra, dopo un’ottima stagione con la Primavera, che a un certo punto aveva scavalcato la Roma salendo al primo posto in classifica, contro ogni pronostico, con giocatori bravi ma senza fuoriclasse (tanto che nessuno ha ancora esordito in serie A). Il gruppo dei 2002 doriani lo conosceva alla perfezione, avendolo preso nel 2018 in Under 17, e seguito per tre anni, tra u18 e Primavera: veniva da 5 stagioni lontano, tra Parma (un campionato con gli Allievi), Juventus (stessa categoria, un biennio) e Sassuolo (Allievi e Primavera), dopo altri 3 anni in blucerchiato, di cui 2 in Primavera, allenando anche un giovanissimo Maurito Icardi.
Ha girato tanto il centrocampista barese nella sua carriera da calciatore, ma i ricordi migliori sono legati agli anni giovanili, quando era il regista dell’Under 21, che vinse l’Europeo del 1994, in Francia. E anche da tecnico si ¨¨ specializzato nelle giovanili: ¨¨ tornato in azzurro, allenando nel 2016-17 l’Italia Under 17, che aveva in attacco Raspadori e Kean. Poi tre anni alla Fiorentina, raggiungendo tre finali: campionato e Viareggio 2017-18, entrambe perse contro l’Inter, Coppa Italia 2019-20, con atto finale rimandato alla stagione successiva causa Covid, giocato e vinto da Aquilani, perch¨¦ nel frattempo lui era passato al Sassuolo, che lo ha confermato anche per questa stagione.
In Primavera ci era stato da giocatore - fu capitano della Sampdoria, allenatore un giovanissimo Marcello Lippi - e ci torna da tecnico, dopo aver concluso a giugno, con lo scudetto, un triennio con la Roma Under 17 (con cui nel 2018 aveva perso 3-1 la finale contro l’Inter di Stankovic jr e Sebastiano Esposito, che fece 3 gol). Ha iniziato a lavorare all’estero con gli Inter campus, nel 2008 al corso di Coverciano conosce Paolo Di Canio, che se lo porta come vice allo Swindon Town e al Sunderland. Poi l’Olhanense in Portogallo e l’Inter Turku, con cui vince la Coppa di Finlandia nel 2018, battendo l’Hjk Helsinki, prima di tornare nelle giovanili.
L’unico allenatore ad aver vinto tutti e quattro gli scudetti del settore giovanile italiano, Giovanissimi e Allievi Dilettanti prima del bis tra i professionisti. Ha smesso molto presto di giocare, dopo una manciata di presenze in serie D con la Lupa Frascati, che gli offr¨¬ la prima panchina, con cui si conquist¨° la chiamata della Nuova Tor Tre Teste, realt¨¤ molto affermata del panorama romano. Un anno con i Giovanissimi del Frosinone, 4 con le giovanili della Roma: il primo di ambientamento, con qualificazione alle Final Eight, poi 3 finali scudetto di fila, la prima persa con l’Inter ai rigori a oltranza (dopo che Scamacca aveva sbagliato il decimo), le altre due vinte. Poi di nuovo Frosinone, e 3 anni al Torino, vincendo una Coppa Italia a San Siro contro il Milan, e una Supercoppa contro l’Inter. A marzo ¨¨ stato richiamato dai granata dopo l’esonero di Cottafava, e ha ottenuto una salvezza che sembrava una chimera.
Giocava nella giovanili del Milan insieme a De Zerbi, ha girato tanto in carriera, un anno a Napoli e due a Verona, che lo ha poi richiamato per allenare: nel 2019 ¨¨ passato dall’Under 17 alla Primavera, con cui ha ottenuto ottimi risultati in Coppa Italia, una semifinale e una finale partendo dalla Primavera 2 (in entrambi i casi eliminando la Roma, super favorita), e la promozione dello scorso anno, grazie anche ai 15 gol di Cancellieri, capocannoniere del torneo. L’anno ¨¨ iniziato molto bene, battendo 2-1 i campioni in carica dell’Empoli.
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