Francesco Guidolin, 56 anni, esulta dopo Udinese-Chievo. Ansa

"Come una finale”. Francesco Guidolin non usa giri di parole per definire la sfida al Celtic Glasgow nell’ultimo incrocio del girone “I” di Europa League. Per scollinare ai sedicesimi di finale, laddove approderanno potenze come i due Manchester (United e City), l’Udinese non deve perdere, evitando quindi accuratamente il segno 2 al Friuli.

NESSUN CALCOLO — La possibilità è ghiotta, ma guai ad abbassare la guardia puntando a gestire partita e risultato. E Guidolin lo puntualizza senza mezzi termini. “Dovremo essere molto attenti e cercare di sviluppare la partita per le nostre caratteristiche senza fare calcoli, visto che tante volte i calcoli non portano al successo. E’una finale e bisogna giocare bene in tutti i settori del campo, in tutte e due le fasi. La partita di andata conta molto poco. Domani è un dentro e fuori e dal punto di vista tattico e psicologico è una partita del tutto particolare. Possiamo dire che conosciamo al meglio alcuni giocatori del Celtic, ma domani sarà tutta un’altra storia”.

POCA ATTESA — Prevendita fiacca. Una storia che potrebbe essere snobbata al Friuli, specie se i dati della prevendita non andranno in controtendenza. Tra il migliaio di tifosi e i settemila venduti finora in Friuli, gli spalti rischiano infatti di presentarsi desolatamente vuoti. Guidolin prende tempo e commenta puntando l’indice sull’inadeguatezza degli impianti italiani e anche sul malcostume italico di snobbare certe competizioni nelle fasi iniziali. “Aspettiamo domani. Noi dobbiamo pensare alla partita e dobbiamo essere concentrati cercando di farla bene. Tuttavia, mai come in questa occasione ci vorrebbe uno stadio accogliente, confortevole e a misura della nostra dimensione. Noi abbiamo un bacino di utenza abbastanza limitato ed è un fatto abbastanza generalizzato che in Italia alcune competizioni come la Coppa Italia, l’Europa League e anche la Champions League non siano seguite come in altri stati. Ci sono molti motivi, ma il primo per me è la mancanza di stadi confortevoli”.

TOTO' E GLI INVITI — Di Natale invece usa una battuta per legarsi all’argomento: “Dite che ci sarà poca gente allo stadio? Vorrà dire che farò un giro per Udine e inviterò tutti”, è la battuta con cui Totò esordisce in conferenza stampa, facendosi immediatamente serio proseguendo nella risposta: “O sette mila o ventimila per noi è una finale e bisogna cercare di fare bene in tutti i modi perché domani ci giochiamo tutti i sacrifici fatti lo scorso anno. E tutti tiferanno per noi”. I giornalisti scozzesi ne approfittano e tartassano il numero 10 di domande e complimenti, riportando anche quelli di Lennon, il tecnico del Celtic che ammette: “Probabilmente no, non mi auguro di trovamelo davanti perché è un giocatore di classe internazionale, un grandissimo attaccante, ma vorrei ricordare che l’Udinese non è solo Di Natale. C’è anche un grande centrocampo, e giocatori rapidi come Armero e Floro Flores”. Di Natale si o no? Il grande dubbio sarà dipanato da Guidolin, abile nella pretattica e nel tenere tutti in sospeso. “Deciderò domani, e non è detto che Di Natale non giochi. Se permettete la formazione la faccio io”. Intanto, dopo la rifinitura serale Domizzi è stato tolto dall’elenco dei convocati. Sarà risparmiato per la Lazio. E forse non sarà il solo.