Di Natale: "Io, Totti, Toni, Gila... bolliti a chi?
Facciamo ancora tanti gol"
Milano, 10 ottobre 2013
Ormai prossimo ai 36 anni, l'attaccante dell'Udinese sta vivendo un momento di grande forma in compagnia di altri calciatori che, nonostante l'età, stanno dando il meglio di loro stessi. E a chi li ritiene troppo vecchi replica"Bollito è quando uno non ce la fa più. Io sogno il Brasile"
- Antonio Di Natale, 36 anni questa domenica. Ap
Totò Di Natale ci mostra con orgoglio la sua nuova splendida casa alla periferia di Empoli: "Ci ho messo cinque anni. Un giorno vivremo qui". Effettivamente è un paradiso. Per chi ha origini umili e ha guadagnato il paradiso, è il frutto del lavoro. Ma i tifosi dell’Udinese non si allarmino. Totò, ormai prossimo ai 36 anni, che compirà domenica, li emoziona con una dichiarazione sincera, che toglie ogni dubbio, quando gli chiediamo se si è pentito di non aver scelto la maglia di una big per chiudere una straordinaria carriera. "Non ci ho mai pensato. Per me c’è solo una maglia ed è quella bianconera dell’Udinese. Se in tanti anni fai così tanti gol non c’è Juve che tenga".
Peraltro, sembra l’anno di voi vecchietti: il campionato ha trovato conferme da lei, ma ha riscoperto Totti, Toni e persino Gilardino. Gente data per bollita
"Bollito è quando uno non ce la fa più. Toni i gol li ha sempre fatti, Gila continua a farli, ma Totti è unico, il numero uno. E’ uno che si mette sempre in gioco. Oggi merita il Mondiale. Sa qual è il mio rammarico? Non averci mai giocato insieme".
Magari al Mondiale…
"Io è ovvio che lo sogni il Brasile. Ma non ci penso. Penso solo a far bene con l’Udinese. Prandelli sa benissimo cosa gli posso dare e sa bene chi sono. Se faccio un’altra volta 20 gol, magari ci penserà".
La concorrenza è forte
"Assolutamente. E voglio spendere una parola anche per Fabio Quagliarella. Ha dei colpi pazzeschi, in qualunque altra squadra farebbe 20 gol".
Per esempio all’Udinese. Lei domenica compie 36 anni, Pinzi ne ha 32, Domizzi 33. L’Udinese continua a pescare solo all’estero. Non la preoccupa?
“Un po’ sì, qualche italiano in più servirebbe, anche se io sono dal 2004 a Udine e quasi tutti si sono integrati. Però il problema è un altro: è nei settori giovanili. Al posto di parlare bisogna far bene lì. Ora che gestisco una società (la Donatello, dove sono nati Donati, Crisetig, Padoin, Petagna, Fabbro, Cristante e il portiere Scuffet, l’unico preso dall’Udinese che non sembra puntare tanto sui friulani, ndr) alla quale voglio dedicarmi sempre di più, vedo con più attenzione le cose. Roberto Baggio aveva ragione a dire che bisogna partire da zero. Siamo scarsi. Roberto diceva sempre la verità, infatti non c’è più. Un cartellino costa 17 euro, sono troppi. E con i ragazzi ci vuole pazienza: sbagliano due partite e non giocano più. Non va bene".
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Francesco Velluzzi© RIPRODUZIONE RISERVATA
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