Il tecnico del Torino, Giampiero Ventura. Ansa

Il Torino non vince il derby da diciotto anni e Giampiero Ventura incrocia le dita: “Speriamo che porti bene, d’altra parte erano trentatre anni che non si vinceva a Bologna. D’altra parte il derby è una cosa a sé, non si dice così?”. Il tecnico granata poi butta la maschera: “Uno degli obiettivi della nostra stagione era provare a vincerne uno; c’è la voglia di provarci. Di certo c’è più consapevolezza e maturità rispetto ad un anno fa. Abbiamo grande rispetto per una squadra che ha vinto due scudetti in due anni; ma timore mai”.

immobile c'è — Sul piano della formazione, Ventura svela un paio di mosse: “Rientra capitan Glik che era rimasto in panchina contro il Verona. Immobile? Sta bene anche se non benissimo: sarà della partita”. L’attenzione, manco a dirlo, è puntata su Tevez: “Gli apache? Vincono sempre, spero che stavolta dimentichino le frecce – scherza Ventura -. Battute a parte Tevez è un grande acquisto: a Manchester avevo visto un buon giocatore, ma qui sta dimostrando di avere un grande spirito e tanta grinta, evidentemente il merito è di Conte e della società. E non a caso, pur essendo il numero uno al mondo quando la palla va agli avversari è il primo marcatore”.

lo slogan — Di certo, però, quest’anno il Toro è in crescita: “C’è più consapevolezza, maturità ed esperienza. In proporzione, negli ultimi mesi il Toro è cresciuto più della Juve perché avevamo margini di crescita abbondanti, mentre loro dominano il campo da due anni, quindi hanno meno margini di crescita. Noi siamo cresciuti sul piano dell’esperienza; adesso ci sono più consapevolezze”. Lo slogan granata in vista del derby? “Non fate quello che vi viene detto ma quello che sentite: se fanno quello che sentono possono davvero combinare qualcosa di importante. E questo non si limita al derby, ma vale per l’intera stagione”.