È diventata una telenovela monotona il tormentato rapporto tra il Varese e Giulio Osarimen Ebagua. Ogni possibile colpo di scena è destinato, a naufragare, come quello che avrebbe potuto mandare il centravanti al Cluj, disposto a offrirgli cinque anni di contratto. Ma l’accordo è sfumato perché la trattativa, avviata nelle scorse settimane, si è protratta troppo e il club romeno ha preferito completare l’attacco con il rientro di Bjelanovic, giocatore che interessava anche al Varese.

Giulio Ebagua. LaPresse

ASSURDO BRACCIO DI FERRO — Ebagua è rimasto così in biancorosso, ma la sua stagione rischia di essere lontana dal campo visto che la società gli ha lanciato l’ultimatum: o accettare il prolungamento del contratto o abituarsi alla tribuna. La firma non è ancora arrivata, e così Fabrizio Castori non ha potuto schierare la punta nelle prime due giornate di campionato. Il tecnico è l’unico ad augurarsi che la situazione possa sbloccarsi prima della trasferta di Modena: "Ebagua è importante per la squadra che ha già perso De Luca. (ceduto all’Atalanta, ndr). Fosse partito anche Martinetti sarebbe stato un problema. Però, il nostro attacco avrà bisogno di Giulio e sarebbe assurdo dover rinunciare a lui. Non capisco questo braccio di ferro, che spero finisca presto".

SCONTRO APERTO — L’aspettativa di Castori rischia di diventare un’utopia perché le parti rimangono chiuse nel loro guscio e non ne vogliono sapere di spostarsi dalle proprie posizioni. La società pretende che Ebagua, in scadenza a giugno dell’anno prossimo, prolunghi di almeno due anni il contratto e si aspetta un’apertura dal giocatore, come sostiene il presidente Antonio Rosati: "Se Giulio ci verrà incontro, saremo tutti felici. In caso contrario dovrà accettare le conseguenze restando fuori perché a Varese ha la precedenza chi sposa il nostro progetto, dimostrando di credere nella società". Ebagua non ha paura di finire in tribuna e si ostina a non firmare "perché le condizioni proposte dal Varese non soddisfano le sue esigenze", come fa sapere il procuratore Graziano Battistini che le ha tentate tutte per trovare una nuova sistemazione all’attaccante. Proponendo anche il prolungamento di un anno e il prestito al Verona con obbligo di riscatto fissato a 500 mila euro in caso di promozione in A dei gialloblù. Un’ipotesi che, però, non ha convinto il Varese.

TIFOSI DIVISI — Oltre alla frattura fra la società e l’attaccante ce n’è un’altra che spacca la tifoseria, e che si è aperta nella gara di coppa Italia con il Pontisola, quando Ebagua aveva risposto alle contestazioni degli ultrà mostrando prima il dito medio e poi siglando il ventinovesimo gol in biancorosso, fra i malumori della curva e gli applausi del resto dello stadio. Lo stesso stadio che, tre stagioni fa, acclamava unito il suo nome, e oggi invece è diviso. Da una parte c’è chi non gli ha perdonato di aver lasciato la squadra in dieci nella semifinale di ritorno dei playoff per la B del 2010 e di aver dichiarato, subito dopo, di voler lasciare il Varese. Dall’altra chi non si stufa di gridare "Giulio, Giulio" come quando Ebagua era ancora l’idolo di tutta la tifoseria. Da allora, però, sembra trascorsa un’eternità.