Dopo l'anticipo di venerdì tra Bari e Brescia, la quarantesima giornata di Serie B vede il sorpasso in vetta del Pescara sul Torino dopo lo scontro diretto. Il programma si chiude lunedì con il posticipo AlbinoLeffe-Verona. Ecco tutto il quadro:

Ciro Immobile festeggia il gol del 2-0. LaPresse

pescara-torino 2-0 — Il Toro cade a Pescara e perde la testa. Insigne e Immobile, i gemelli del gol, stendono con un 2 a 0 secco la corazzata di Ventura e fanno volare la squadra di Zeman verso la Serie A. Un traguardo che manca da vent’anni e che potrebbe materializzarsi martedì sera, in caso di vittoria nel recupero dei 60’ da giocare contro il Livorno (si parte però dallo 0-2). Al 10’ è già l’apoteosi: Verratti da metà campo inventa un lancio con il contagiri per Insigne, che s’intrufola tra le maglie della difesa granata e sbuca davanti a Benussi, tagliandolo fuori con un solo tocco di palla che gli spalanca la porta vuota. Il folletto entra quasi in rete con il pallone tra i piedi e fa esplodere l’Adriatico. Il miglior antipasto possibile per una sfida scintillante. Il Toro si riorganizza in fretta e comincia a impensierire Ragni, 21 anni, con Pasquato. Prima su punizione dal limite, poi con un destro dalla distanza, l’ex juventino mette i brividi. La squadra di Ventura si difende con sei uomini e attacca con quattro punte quasi in linea davanti all’area avversaria. Gli scambi nello stretto di Antenucci e Meggiorini favoriscono spesso l’inserimento degli esterni Stevanovic e Pasquato, appunto. La rapidità del primo e la classe del secondo sono i grimaldelli per provare a far saltare la difesa abruzzese. Il Pescara però quando costruisce palla a terra è sempre pericoloso. Al 30’ scambio Sansovini-Zanon a destra, cross morbido per Immobile che di testa alza di pochissimo. Ed è questione di centimetri anche il gran tiro dalla distanza di Nielsen, che sfiora il palo alla sinistra di Benussi al 37’. Il Torino rischia comunque di pareggiare al 43’: Pasquato batte improvvisamente una punizione da venticinque metri, Ragni è fuori posizione per piazzare la barriera e fa in tempo a tuffarsi sul pallone per una questione di millesimi, deviando in angolo. E’ troppo poco per riprendere questo Pescara. Prima dell’intervallo, Nielsen serve Zanon a destra, il cross del terzino è perfetto, ancora una volta, per la testa di Immobile, che schiaccia nell’angolino realizzando il 2 a 0 che trasforma lo stadio in una bolgia assordante. Ventura sotto shock, cambia prima Stevanovic inserendo Surraco, poi dopo 19’ di nulla cosmico lancia Meggiorini togliendo il suo uomo migliore, Pasquato. Ma i cambi stentano a modificare il volto del Toro, mentre il Pescara al 23’ con Immobile servito da uno strepitoso Nielsen sfiora il tris. Poi tocca a Insigne al 28’ sciupare il più facile dei gol con un piatto impreciso. Zeman non approfitta del Toro alle corde e rischia di veder riaprire la partita a 3’ dalla fine: Sgrigna si libera sulla sinistra, calcia a botta sicura, ma trova prima Ragni e poi la deviazione di Capuano sul palo. (Orlando D'Angelo)

crotone-nocerina 3-1 — Vince il Crotone e acciuffa la salvezza aritmetica, si mette male per la Nocerina che perde una posizione in classifica ma il futuro è tutt’altro che roseo. Nocerina con la formazione annunciata ma senza tanti titolatri e con Farias in panchina mentre il Crotone propone De Giorgio dal primo minuto. Il caldo non aiuta le due squadre che soffrono a guadagnare la trequarti avversaria e il primo tentativo di rete giunge al 13’per merito di Castando che impegna Belec ad una parata non difficile. Il Crotone si fa vedere dalle parti di Concetti alla mezzora quando Ciano smarca in area Correia che spara sul corpo del portiere in uscita. Cinque minuti dopo è ancora Cataldo che dialoga con Laverone sulla sinistra e conclude a rete con un diagonale che Belec para. Tocca a Ciano al 44’ chiamare alla paratone Concetti con un sinistro da fuori area che prima tocca terra costringendo il portiere nocerina ad un’affannosa deviazione in angolo. Allo scadere la palla gol più ghiotta del primo tempo capita sui piedi di La verone smarcato da Marino ma il piatto interno destro dell’esterno di Auteri assomiglia più ad un passaggio a Belec che ad un vero tiro. Nella ripresa il primo tiro in porta attiva al 6’ per merito di De Giorgio ma Concetti non si fa sorprendere e blocca a terra. Al 12’ Mazzotta scappa sulla sinistra e mette in mezzo dove Florenzi, dopo una finta di Caetano, spara addosso a Concetti in disperata uscita. Al 17’ un erroraccio di Castaldo che lanciato da Figliomeni sul filo del fuorigioco tenta un improbabile pallonetto ai danni di Belec da meno di tre metri dalla porta sul quale il portiere sloveno resta freddo fino alla fine parando il goffo tentativo. Alla mezzora arriva il gol del Crotone ad opera di un sonnacchioso Caetano Calil (diciassettesimo centro) che però inventa un gol di tacco su prezioso assist di Florenzi, roba da brasiliani. Il Crotone non si ferma e al 37’ raccoglie anche il raddoppio grazie ad una punizione che Ciano si procura e trasforma con un sinistro violentissimo che lascia di stucco Concetti realizzando la sua sesta rete stagionale. Reazione dei campani che accorciano al 42’ con Di Maio che sfrutta una mischia e batte Belec ma proprio allo scadere micidiale contropiede di Ciano che mette Gabionetta (sesto centro) in condizione di battere per la terza volta Concetti e va a festeggiare direttamente in tribuna dopo aver scavalcato la recinzione e beccatosi il giusto cartellino. (Luigi Saporito)

La gioia di Buscè dopo il gol del pareggio. LaPresse

empoli-vicenza 1-1 — Alla fine è il Vicenza a recriminare sul pareggio del ‘Castellani’. Un punto che sta stretto agli uomini di Cagni, per la prima volta da ex contro l’ Empoli su questo campo. Doveva essere la partita della tranquillità per gli azzurri di Aglietti che però hanno fin da subito accusato il forte caldo e la stanchezza della quinta partita in 15 giorni. Al termine di questo tour de force sono 9 i punti guadagnati in 5 gare, di cui tre in trasferta. Un bel bottino che consente all’Empoli di raggiungere l’ Ascoli, ma di posizionarsi avanti grazie alla classifica avulsa. Il Vicenza cerca ancora la salvezza diretta e Cagni ha già detto: “Non ditemi la classifica perché neanche la guardo. So solo che nelle ultime due gare dobbiamo guadagnare 6 punti”. La partita si accende intorno al 20’ quando sono i veneti a prenderla in mano, anche perché Maccarone non è al top e sarà sostituito, Tavano non è il solito. Il più vivace in avanti è Paolucci, ben supportato da Pinardi: l’attaccante prima ci prova con un paio di tiri dal limite, poi al 39' si beve Ficagna in velocità: il centravanti s'invola verso l’area battendo Dossena appena dentro. Nella ripresa entra in campo un Empoli diverso: Tavano si fa più intraprendente aiutato da Dumitru e Saponara, poi costretto a uscire per crampi e far spazio a Lazzari. Proprio da quest’ultimo, al 19', è arrivato un cross dalla sinistra che ha trovato Buscé solo in area: conclusione al volo di destro e pareggio. Il Vicenza risponde solo con una conclusione di Mustacchio centrale. Al 38' ancora Lazzari protagonista suo malgrado, lascia i suoi in 10 per un fallo di reazione dopo una gomitata di Gavazzi. Nel finale Cagni prova la carta Abbruscato, ma l’attaccante non incide. Finisce 1-1. (Giacomo Cioni)

juve stabia-sampdoria 1-2 — La Sampdoria conquista tre punti fondamentali in chiave playoff andando ad espugnare il Romeo Menti dopo aver chiuso meritatamente in svantaggio il primo tempo. Nella ripresa arriva invece la metamorfosi dei blucerchiati che riescono a capovolgere il risultato, con una rete del giovane Icardi, addirittura in inferiorità numerica. Piero Braglia, a sorpresa, manda in panchina l'argentino Erpen avanzando uno scalpitante Baldanzeddu sulla fascia destra con lo scopo di mettere in crisi il compassato centrocampo doriano. Tre assenze importanti invece per Iachini: quella annunciata di Pozzi, quella a sorpresa di Eder e quella improvvisa, dopo che era già stato inserito nella distinta di gara, di Gastaldello in difesa. Neanche il tempo di prendere nota degli schieramenti in campo e la Juve Stabia passa subito in vantaggio dopo neanche 20 secondi sul cronometro. Azione avvolgente dei gialloblù sull'asse Baldanzeddu-Scozzarella, palla al centro per il neo papà Zito che, dopo una prima conclusione ribattuta, festeggia la nascita del primogenito Salvatore con il secondo gol stagionale. La Sampdoria traballa e gli uomini di Braglia sfiorano per due vole il raddoppio tra il 7' e l'8': prima Sau, con un sinistro dal limite, regala l'illusione ottica del gol, poi Falcinelli prende il palo, complice anche una deviazione di Rossini. Per vedere la prima conclusione a rete degli ospiti bisogna pazientare sino alla mezz'ora del primo tempo: ci prova Foggia con un sinistro dal limite di un soffio alto.Al 41' il sinistro da posizione defilata del solito Zito vede Da Costa disimpegnarsi con qualche difficoltà. Ultima emozione al 42' con Munari che vola sulla destra e serve al centro Pellè la cui conclusione a botta sicura vede Maury salvarsi miracolosamente nei pressi della linea bianca. Ben altra storia nel secondo tempo con la Samp che spinge subito sull'acceleratore e raggiunge il pari al 6'. Ingenuo fallo di Molinari al limite dell'area, la punizione a girare di Foggia coglie la traversa e, sulla ribattuta, Munari è lesto ad impattare. La Juve Stabia supera il momento difficile e reclama anche un penalty per un discusso intervento in area di Rossini sul nuovo entrato Erpen al 22'. E, sul capovolgimento di fronte, Pellè si fa cacciare clamorosamente fuori collezionando il secondo giallo, per un fallo di mani, dopo la prima ammonizione per proteste nel primo tempo. E al 27' Sau ed Erpen falliscono il raddoppio lasciando ipnotizzare da Da Costa dopo un lancio lungo un contropiede. Ma la sorpresa è dietro l'angolo e, al 39', i blucerchiati passano addirittura in vantaggio con il giovane attaccante Icardi, lesto a beffare il tandem centrale gialloblù su cross di Costa. (Gianpaolo Esposito)

Duello aereo tra Paulinho e Piccioni. LaPresse

livorno-sassuolo 0-0 — Il punto serve più ai padroni di casa che agli ospiti. Il Livorno interrompe la striscia di cinque sconfitte di fila e rimane sul quint'ultimo gradino della classifica, con una lunghezza di margine sul Vicenza e due sulla Nocerina. Per gli amaranto (con Perotti in panchina in luogo di Madonna, esonerato domenica scorsa), la salvezza è ancora tutta da conquistare, ma la ritrovata solidità difensiva (per la prima volta dopo 29 partite i toscani non hanno incassato gol) può permettere di guardare allo sprint finale con fiducia. Il Sassuolo, dopo le tre vittorie ottenute nelle precedenti tre giornate, non è riescito a compiere il definitivo salto di qualità. I neroverdi emiliani (nella circostanza in tenuta bianca) hanno provato a spingere sull'acceleratore nella ripresa, senza però sfondare. La formazione di Pea rimane in piena lotta per la promozione diretta, ma forse sul campo di una squadre che nelle precedenti 19 gare casalinghe aveva raccolto appena 17 punti, poteva fare qualcosa di più. Nel complesso il risultato di parità (zero a zero) è da considerare equo. Cronaca. Al 17' Dionisi lavora un buon pallone, entra in area e, da posizione angolata, mira il primo palo. Pomini, d'istinto, con il piede, devia in corner. La risposta del Sassuolo al 22', con Sansone che tenta la conclusione dalla distanza. Tiro insidioso che, Bardi, dopo il pericoloso rimbalzo del pallone, smanaccia oltre il fondo. Al 28' vibranti proteste dei labronici per un presunto fallo di mano di Cofie in area di rigore. L'arbitro Candussio lascia correre. All'intervallo, lo zero a zero non fa una grinza. Nella ripresa, gli ospiti fanno avanzare il proprio baricentro ed attaccano con continuità. Al 17' Missiroli in mezza rovesciata chiama Bardi ad un non facile intervento. Al 19' incornata dall'interno dell'area di Longhi, ancora Bardi si deve tuffare per respingere la minaccia. La partita si mantiene vivace, con gli ospiti che attaccano a testa bassa e i locali pronti a replicare in contropiede. Al 39', in azione di rimessa, Siligardi spara di prima intenzione, con Pomini che si esalta e devia con una mano. Finisce zero a zero e a conti fatti è giusto così. (Fabio Giorgi)

L'esultanza di Sforzini dopo il vantaggio al 2'. LaPresse

modena-grosseto 2-1 — E' il giorno della salvezza matematica del Modena (lo sarebbe stato anche con una sconfitta in virtù del pareggio del Livorno) grazie alla vittoria conquistata nel recupero con un gol di testa di Di Gennaro. Al riparo da ogni pericolo anche il Grosseto che si mantiene a 48 punti in una posizione rassicurante. Bergodi chiedeva un riscatto ai suoi dopo due ko di seguito, in particolare quello di Vicenza di una settimana fa. Soffrendo e crescendo alla distanza, la squadra ha risposto alle sollecitazioni del tecnico recuperando una gara iniziata male con il gol dell'ex Sforzini al 2' di gioco, con un bel tiro dal limite dell'area. Il Modena ha provato a reagire, ma forse per il caldo ma anche per il gioco poco fluido, il Grosseto non ha corso grandi pericoli. E quando la squadra di casa si è presentata nell'area avversaria, ci ha pensato Narciso, portiere ospite, a negare più volte la rete del Modena. Narciso, che è stato fischiato dal pubblico di casa dall'inizio della gara per il suo coinvolgimento nel calcio scommesse anche quando vestiva la maglia emiliana. Nella ripresa la formazione di casa ha provato a riprendere il match e c'è riuscita al 33' con Cellini (settimo gol stagione con questa casacca, 5 con il Varese) che fortunosamente ha sfruttato un calcio d'angolo toccando la palla a due passi dalla porta. Al primo dei cinque minuti di recupero, l'acuto vincente di Di Gennaro su assist dalla destra di Nardini. (Paolo Reggianini)

padova-gubbio 3-0 — Il Padova torna alla vittoria all'Euganeo dopo due mesi, ma la corsa per i playoff resta complicata per le vittorie di Varese e Sampdoria. Il Gubbio compromette, invece, la corsa salvezza. Padova che ritrova la difesa titolare con Dal Canto che schiera Legati a destra (Donati in panchina) e Schiavi confermato centrale. Nel Gubbio (4-3-1-2) con Guzman messo da Apolloni dietro le due punte, Ciofani e Graffiedi. L'incontro è giocato a viso aperto, i ritmi però non sono elevati, anche a causa della giornata molto calda. Il Gubbio ha due occasioni nella prima parte: al 4' Lunardini calcia alto con il sinistro da buona posizione, poi all'8' Trevisan salva su Graffiedi. Il Padova si fa vedere con un tiro di Cacia, parato in due tempi, da Farabbi. Al 17' il vantaggio della squadra di Dal Canto: punizione dalla destra con Schiavi che esce dai blocchi e trova di destro la deviazione vincente. Il Gubbio potrebbe pareggiare subito con Sandreani, ma il centrocampista colpisce debolmente da buona posizione. Nel finale di tempo le occasioni migliori sono per il Padova con Cutolo, Schiavi e Cacia (palo colpito al 39'). Nella ripresa il Padova sfiora il raddoppio con un pallonetto alto di Cacia al 9', poi il Gubbio è pericoloso con due conclusioni di Graffiedi e Sandreani respinte da Perin. Partita praticamente chiusa al 17' con Cacia che sorprende con un pallonetto il portiere Farabbi. Al 44' in contropiede Cutolo fissa sul 3-0 il risultato. (Andrea Moretto)

L'esultanza al pareggio di Ciancio. LaPresse

reggina-cittadella 3-3 — Tutto come da programma tra Reggina e Cittadella. Il 3-3 fotografa il finale di campionato delle due formazioni. Gara senza stimoli e motivazioni. Davanti a un Granillo spoglio come gli alberi in autunno, la formazione di Breda è scesa in campo con l’obiettivo dei 61 punti per eguagliare il bottino dello scorso campionato quando, però, furono sufficienti per disputare i playoff. Adesso per centrare tale traguardo necessitano due vittorie con Sassuolo e Vicenza. Senza sussulti le battute iniziali e gara che si sblocca al 35’ con un gol di testa dell’amaranto Armellino, servito da un perfetto cross dalla sinistra del solito Rizzato. Palla al centro e Cittadella che raggiunge subito il pari con Ciancio, il quale di testa concretizza l’angolo battuto da Pellizzer. Prima dell’intervallo padroni di casa vicini al raddoppio con Rizzo su punizione e pallone di poco altro sopra la traversa e subito dopo Ceravolo fa tutto da solo, ma il suo diagonale viene respinto in angolo da Cordaz. Cittadella in vantaggio ad inizio ripresa con Di Carmine che in area sfrutta un doppio rimpallo e batte Belardi (1-2). Da una respinta corta di Gorini all’altezza del dischetto di rigore, la Reggina raggiunge il pari con il nuovo entrato Alessio Viola bravo di sinistro a trovare l’angolo più lontano alla destra di Cordaz. Non si fanno del male le due formazioni, così alla mezzora Di Carmine trova il jolly con un bolide che s’insacca alla destra di Belardi (2-3) e subito dopo risponde la Reggina con Alessio Viola, bravo sfruttare il regalo del difensore veneto e battere Cordaz. (Lorenzo Vitto)

Neto Pereira, doppietta all'Ascoli. LaPresse

varese-ascoli 4-0 — Rolando Maran aveva chiesto al Varese di affrontare l’Ascoli con la massima concentrazione. E la squadra ha risposto al tecnico con la quarta vittoria consecutiva, conquistata grazie al poker di gol servito da Cacciatore, Neto Pereira (autore di una doppietta) e Granoche. Il successo permette ai biancorossi di raggiungere i 68 punti, gli stessi con cui il Varese aveva chiuso il campionato dell’anno scorso. Restano, comunque, ancora due giornate – prima in casa del Verona e poi a Masnago con la Sampdoria – per migliorare la quota della passata stagione. Ma, in ogni caso, agli uomini di Maran basta un solo punto per avere la certezza dei playoff. Per battere l’Ascoli dopo 36 anni (l’ultima affermazione – 3-1 – risaliva al 12 dicembre del 1976) e spezzare la serie positiva dei bianconeri (reduci da quattro vittorie e due pareggi), il Varese ha dovuto sudare una mezz’ora abbondante. Il tempo per capire come scalfire una difesa che incominciava a sentire la forte pressione dei padroni di casa, trascinati dall’ottimo Neto Pereira. Le pungenti discese del brasiliano sulla destra non hanno però trovato gli sviluppi desiderati dai biancorossi che, per segnare, hanno dovuto attendere il 35’. Rivas, sempre dall’ala destra, ha spedito sulla testa di Cacciatore, indisturbato a centro area, l’assist telecomandato da cui è nato l’1-0. Da quel momento, la strada è stata completamente in discesa per il Varese che ha raddoppiato nove minuti più tardi: al 44’, Zecchin ha servito in area Neto Pereira, pronto a sfornare un diagonale vincente. L’Ascoli, che si era visto solo con qualche tiro da lontano nella fase iniziale della gara, è andato in gol con Papa Waigo appena è incominciata la ripresa ma l’arbitro Tommasi ha annullato per fuorigioco. Sull’altro fronte, Neto Pereira, che non segnava dallo scorso mese di dicembre, ha realizzato la doppietta personale, raccogliendo una sponda di Troest dopo un calcio d’angolo di Zecchin. La classica ciliegina l’ha messa Granoche al 40’ procurandosi un calcio di rigore (con contemporanea espulsione di Andelkovic) e fissando il 4-0 dal dischetto. (Filippo Brusa)