Simon Kjaer con la nuova maglia n.44. Ansa

Ancora non si gioca e in casa Roma c'è già chi ha motivi per sorridere sereno. Uno sicuramente è Simon Kjaer, che si presenta vestito di giallorosso. Il difensore danese, dopo aver fatto mercoledì la scoperta del centro sportivo di Trigoria, al giovedì dice le sue prime parole da giocatore della Roma. Per Kjaer un ritorno in Italia, dopo l'avventura nel Palermo, di fatto un trampolino di lancio decisivo per chi, allora 18enne, era sconosciuto ai più in Europa. "Ho lasciato il Wolfsburg e la Germania per tornare in Italia perché a Roma c’è un grande progetto. Ci sono un sacco di nuovi giocatori e sono molto contento: in squadra abbiamo tanti giovani talenti, l'età media è bassa, ma ci sono anche Totti e De Rossi con grande esperienza. Possiamo fare un bel campionato". La presenza di Kjaer in campo è una piccola notizia se si va a guardare quel che era successo nell'ultima settimana di mercato, quando la trattativa sembrava ormai saltata. Lui fa una smorfia: "Ho avuto paura che saltasse tutto. Quando mi hanno richiamato in Germania non ero felice. Ma ogni giorno parlavo con Sabatini e mi diceva che avremmo trovato una soluzione. Il Wolfsburg ha rappresentato una grande esperienza, ma non è andata bene né per me né per la squadra. C’era un grande progetto che non ha funzionato".

Simon Kjaer, 22 anni, con la Danimarca, martedì. Ansa

SEMPRE CON TOTTI — In difesa la Roma ha due centrali collaudati come Juan e Burdisso, per Kjaer non sarà facile conquistarsi un posto da titolare. Ma lui non fa una piega: "Loro due sono i titolari. Io devo lavorare tantissimo per poi sperare di andare in campo. Dobbiamo andare in Europa: Milan, Inter e Juve sono grandi squadre, ma secondo me possiamo arrivare al top. Ho una grande voglia di riscatto, anche io potrò aiutare. Sono pronto a giocare già domenica col Cagliari". Che piaccia o meno, una domanda sul capitan Totti era d'obbligo, e il difensore danese non si è tirato indietro: "Totti è Totti. Ci ho giocato contro un paio di volte, ha qualità enormi e fa sempre la differenza, anche in questo progetto. E’ il capitano e secondo me deve giocare sempre, perché apre spazi agli altri giocatori, fa la differenza sempre".

SCUDETTO... — E allora questa Roma dove può arrivare? Kjaer azzarda: "Secondo me è possibile arrivare anche al primo posto, ma ci vorrà tempo per la squadra che ha un sacco di nuovi giocatori. Dopo 5-10 partite potremo vedere come va e valutare la nostra reale forza. Quando col Palermo ho giocato all'Olimpico i tifosi erano un'arma in più. E' sempre difficile venire qui a giocare. Perché ho scelto il numero 44? Perché Juan ha il 4, il 24 non era libero e il 34 non andava bene..." E giù una risata. A 22 anni, Kjaer ha ancora tempo per migliorarsi: "Vero, devo migliorare in tutto. Sono ancora giovane e ho un sacco di voglia di imparare. In Germania non ho giocato molto di anticipo e qui dovrò farlo, anche per il tipo di calcio che vuole fare Luis Enrique. Lui ha il suo modo di fare calcio e sta lavorando molto con la squadra per questo. Per me è perfetto perché giochiamo a calcio. Vuole che anche in difesa si tenga la palla e mi piace non dover soltanto difendere, ma dovere anche essere attivo anche nella fase offensiva e propositiva. E’ perfetto. Mi piace questo tipo di calcio".

Marco Borriello, 29 anni. Fornasari

BORRIELLO si dice sereno — E un sorriso arriva nel frattempo anche da Marco Borriello. Messo sul mercato dalla Roma, rimasto in giallorosso con tanti dubbi sullo spazio che Luis Enrique gli concederà in questa stagione. L'attaccante ha spiegato: "Mi avevano cercato 3-4 squadre. Non capivo bene come sarebbe andata a finire ed ero in confusione. Poi ho deciso di confronarmi con il ds Walter Sabatini il 30 agosto e mi ha detto che ero fuori dal mercato e che ero un giocatore importante. La mattina del 31 agosto ho rifatto le stesse domande all'allenatore e mi ha risposto allo stesso modo per cui mi sono sempre più convinto di restare. Avevo richieste importanti, ma di fronte a questi attestati di stima non ho avuto più dubbi e sono felice di essere rimasto alla Roma. Il mio pensiero è sempre stato quello di rimanere".