Giovanni Stroppa e il presidente Sebastiani. Ansa

Giovanni Stroppa ripete come un mantra il suo credo per l’imminente stagione del debutto in serie A sulla panchina del Pescara: “Io vorrei salvarmi all’ultimo secondo dell’ultima giornata di campionato. E’ questa la missione che abbiamo di fronte in questa stagione e siamo pronti per provarci. E per questo abbiamo lavorato duro in ritiro, mettendo benzina nelle gambe per cercare di correre più e meglio degli altri. Con l’organizzazione cercheremo di giocarcela, senza dimenticare che dovremo regalare un bel calcio ai nostri tifosi, amanti dello spettacolo”.

rivoluzione — La squadra abruzzese esce dall’estate del ritorno tra i grandi profondamente rivoluzionata. Partiti gli eroi di zemanlandia, Insigne, Verratti e Immobile, sono arrivati giovani stranieri in cerca di un trampolino di lancio. Una squadra che avrà l’età media più bassa della serie A (poco più di 24 anni), nonostante l’arrivo di tre veterani come Terlizzi, Colucci e Blasi, e che porta nel campionato italiano dei carneadi che in patria hanno già ottenuto successi e un posto in nazionale. Dagli esterni Weiss e Celik, rispettivamente da Manchester City e Gais Goteborg, al brasiliano Jonathas, passando dal duttile centrocampista islandese Bjarnason e dall’elegante centrale serbo Cosic. Grande attesa per il baby colombiano Quintero, l’erede di Verratti nel cuore della manovra. Con l’arrivo dei nuovi stranieri, le caratteristiche complessive della rosa sono più vaste e consentiranno a Stroppa di svariare dal punto di vista tattico. Stroppa ha in mente un Pescara dai diversi volti, ma forte di una propria identità e della vocazione alla ricerca costante del gioco.

veterani — Quello figlio di Zeman, ad esempio, disegnato con il 4-3-3, che prevede anche lo schieramento di molti veterani della B, i difensori Zanon, Capuano, Romagnoli e Balzano, i centrocampisti Nielsen e Cascione, la freccia destra Caprari. Ma c’è anche la nuova versione del Delfino, schierata con il 4-2-3-1: due mediani a copertura della difesa, diversi elementi in grado di sostenere la punta centrale (Quintero, Bjarnason, Cascione) ed esterni che affondano e rinculano fino alla propria metà campo (Weiss e Celik). A un impianto di squadra già delineato potrà dare un valore aggiunto l’arrivo di un nuovo attaccante centrale, un bomber di razza che garantisca il bottino di gol necessario per la salvezza. Un arrivo che non cambierà i piani tattici di Stroppa, ma consentirà al tecnico di utilizzare in diverse posizioni Jonathas: l’ex bresciano può fungere anche da rifinitore o da seconda punta.