Quattro gol e sei assist in tre partite. Fabrizio Miccoli è tornato il re di Palermo. Tra infortuni, panchine, proposte dall’estero e prime pagine non desiderate era stato lontano per un po’, ma da due settimane ha ricominciato a far sognare il popolo rosanero.

Fabrizio Miccoli segna di testa in tuffo a San Siro. Ansa

le parole — La tripletta di San Siro con l’Inter è l’apice di un periodo d’oro: “E pensare che passavo per l’uomo in meno quando il Palermo giocava fuori casa…Adesso sta andando bene e sono soddisfatto”. Con Bortolo Mutti sembra rinato: “È un uomo semplice, educato e preparato, ha portato esperienza, ma anche con Mangia mi trovavo bene, sia chiaro”. La sfida di San Siro è anche stata la battaglia a suon di gol con Diego Milito: “Un grande attaccante, ha fatto quattro gol, io tre ma il mio primo è stato il più bello della serata!” L’ammazzarecord rosanero ha conquistato un altro primato, quello dei gol realizzati, 64 contro i 62 di Carlo Radice, bomber anni ’30 (quest’ultimo però li ha realizzati solo in campionato): “E’ un traguardo importante, il più bel gol l’ho segnato alla Juve fuori casa, ma sono orgoglioso di aver sbagliato un rigore, l’anno scorso, contro il Bari. Visto quello che è successo dopo (combine saltata per quell’errore, ndc)… Comunque c’è ancora tempo per migliorarmi”.

passato e futuro — Sul contratto glissa, ma dà priorità al Palermo: “L’anno prossimo sono qua di sicuro”. Poi spazio alla curiosità: “Zamparini mi aveva chiesto di formare un bel gruppo, io, con l’aiuto di Migliaccio e Balzaretti ci sono riuscito, e lui in cambio mi ha promesso un regalo al decimo gol stagionale, sono a nove, ma già ha detto che me lo farà lo stesso, i miei compagni aspettano perché ho promesso di dividerlo con loro”. Il sassolino dalla scarpa contro la stampa Miccoli se lo toglie, come consuetudine: “Mi ha dato fastidio che a settembre per quattro giorni sono andato su tutti i tg e i giornali per l’amicizia col figlio incensurato di uno che è stato arrestato, io cammino sempre a testa alta e quell’amicizia non la rinnego, è un mio coetaneo, e con me si è sempre comportato bene. Ecco perché non ho più parlato da allora”. Vabbè, ma adesso è tornato il sereno. “Mah, veramente io avrei continuato a non parlare, solo che - conclude scherzando il salentino - mi ha costretto l’ufficio stampa”.