Argento vivo. Più dell'oro. La panchina di Tesser, secondo miglior allenatore italiano del 2011 dietro Guidolin, torna a risplendere dopo essere stata occupata da Mondonico per un mese e mezzo circa. Per l'Udinese altro che campanelli d'allarme. In Friuli risuona una sirena fastidiosa, di quelle che sei costretto a tapparti le orecchie: i bianconeri perdono anche a Novara, per la terza partita consecutiva non segnano e non riescono ad affrancarsi della pericolosissima compagnia del Napoli che li ha agganciati al quarto posto. E i rimpianti aumentano per una rete regolare annullata a Danilo. L'unica buona notizia arriva da Roma: la Lazio perde e il posto Champions non si allontana. Resta a -2. Per il Novara non cambia molto: da -12 (rispetto al Siena) a -11 (rispetto a Parma e Cagliari). Ma c'è almeno la consapevolezza che il gruppo vuole ancora lottare.

Il colpo di testa vincente di Jeda al 16' del primo tempo. LaPresse

l'uomo in più — Scosso dal cambio di allenatore, il Novara va in campo con lo stesso modulo dell'ultimo mese (5-3-2) ma con ben altro atteggiamento. La prudenza resta, l'aggressività aumenta e soprattutto il meccanismo di pressing cambia. I piemontesi provano a recuperare palla già nella tre quarti avversaria, in modo da trovare subito Rigoni, Jeda o Mascara tra le linee e lanciare in verticale uno dei due attaccanti che è andato ad attaccare la profondità. Morganella e Gemiti salgono a turno e così, o si attacca a destra o a sinistra, l'azione d'attacco vede almeno cinque protagonisti. Il segreto non c'è, dunque: semplicemente Tesser prova a sfruttare il suo uomo migliore, Rigoni, l'unico in grado di trascinare i compagni per intelligenza tattica e qualità tecniche. La prima opportunità viene fallita da Mascara su lancio di Porcari, poi il gol è frutto di uno schema su calcio piazzato: corner di Porcari e tempestiva incornata di Jeda, titolare al posto dello squalificato Caracciolo. Prima dell'intervallo, infine, ci pensa Handanovic a fermare due volte l'indemoniato Rigoni.

immobili — Logorata dalla stanchezza per gli impegni in Europa League, da un passo superiore alle attese in campionato e dagli infortuni che l'hanno privata di Isla e Basta, l'Udinese fa fatica a rendersi pericolosa. Il ripescato Ekstrand si fa notare per uno scontro duro con Garcia dopo 14 secondi e poi sparisce dal campo, sicché i bianconeri sono praticamente monchi a destra; il centrocampo Fernandez-Pinzi-Asamoah, perfetto quando si tratta di ripartire o quando hanno a disposizione mille alternative per le loro aperture, si dimostra privo di inventiva con uomini fermi ai loro lati o davanti. Di Natale si lascia sopraffare dal nervosismo, Torje dall'incapacità di inserirsi nei meccanismi della squadra. A parte una bella girata, il presunto Messi dei Carpazi non salta mai l'uomo e il problema è che nemmeno ci prova. Così, senza qualità, l'Udinese appare molle e incapace persino di reagire.

Un nervosissimo Di Natale protesta nei confronti di Peruzzo nel primo tempo. LaPresse

le mosse — A suonare la carica ci pensa Guidolin che nell'intervallo fa un triplo cambio: Pazienza prende il posto di Pinzi (più geometrie, meno incursioni), Floro Flores sostituisce Torje (più profondità, meno fantasia), il 3-5-1-1 diventa 3-5-2 con Ekstrand e Armero che avanzano sempre di più le loro posizioni. Le intenzioni, tuttavia, si trasformano a fatica in occasioni: con Floro Flores accanto Di Natale appare più ispirato e soprattutto più nel vivo della manovra, ma non va al di là di una conclusione a lato. Il gol che pareggerebbe i conti arriva anche (26'), ma l'arbitro vede un fuorigioco inesistente di Danilo dopo un miracolo di Ujkani su Benatia. Dall'altro lato il Novara fa fatica a mantenere i ritmi elevati del primo tempo, paga la stanchezza e così abbassa via via il baricentro sostituendo due giocatori di qualità (Mascara e Rigoni) preferendo la freschezza di Radovanovic e Morimoto. Ma resiste fino alla fine, tutto sommato senza soffrire più di tanto. E tiene viva la speranza di una salvezza che resta comunque lontanissima.