Napoli, Reina: "In azzurro sono rinato. E sono ancora più affamato di successi"
Milano, 28 settembre 2013
Il portiere in un'intervista al Daily Mail: "Il mio passaggio con Benitez è stato una sorpresa, perché ha fatto tutto il Liverpool. Ma non mi pento, è stata una grande decisione: ora mi sento rinato e voglio vincere il più possibile"
- Josè Manuel Reina, 31 anni. Ai/Reuters
Scoprire mentre sei in vacanza che il tuo club ti ha ceduto in prestito nemmeno sei mesi dopo che il tuo allenatore giurava alla stampa che eri “il suo numero uno” e che i tuoi anni migliori “erano davanti a te e non dietro” è stato un colpo inaspettato per Pepe Reina, soprattutto perché al Liverpool aveva ancora tre anni di contratto e alle parole di Brendan Rodgers lui ci aveva creduto per davvero. Ma quando è arrivata la telefonata del Napoli che gli annunciava il trasferimento, il 31enne portiere è tornato a sorridere, perché Napoli significava Rafa Benitez, ovvero un tecnico che lo apprezzava sul serio e che non lo diceva solo per tenerselo buono e basta.
avvio super — E tale fiducia è stata ripagata con un avvio di stagione sfolgorante, culminato con il rigore parato a Mario Balotelli la scorsa settimana (“sono stato solo fortunato, ma se avessi un segreto su come parare i rigori lo terrei per me”, spiega divertito) che non solo ha interrotto la fantastica striscia positiva dell’attaccante del Milan, ma è stato anche determinante per la prima vittoria del Napoli a San Siro in 27 anni. “Il mio passaggio al Napoli è stata una sorpresa – ammette Reina in un’intervista esclusiva al Daily Mail - perché ha fatto tutto il Liverpool, a mia insaputa. Io infatti ero in vacanza e all’improvviso ho ricevuto una telefonata dai dirigenti del Napoli dove mi avvisavano di aver raggiunto un accordo con il Liverpool per il prestito di un anno e due giorni dopo il club mi ha chiamato per dirmi la stessa cosa: avranno avuto le loro ragioni per comportarsi così, avrei solo preferito salutare in un modo diverso”.
vado al massimo — Ragioni che lo stesso Reina identifica (senza acredine, va detto) in Simon Mignolet, il portiere preso per ordine di Rodgers dal Sunderland e destinato ad essere titolare anche negli anni a venire, togliendo di fatto allo spagnolo la possibilità di vestire ancora Reds quando finirà il prestito al Napoli (anche se Benitez si sta già muovendo per rendere il passaggio definitivo, sebbene ci sarebbe la concorrenza del Barcellona, che lo vorrebbe come sostituto di Victor Valdes, in scadenza). E a Reina tutto sommato va benissimo così. “Non mi pento del trasferimento, perché è stata una buona mossa, una grande decisione. Mi sento rinvigorito dal fatto di essere qui ed intendo proprio godermi questa stagione che, con il Mondiale dietro l’angolo, è davvero molto importante per me. E poi tornare a giocare ad alti livelli, ritrovare la Champions e lottare per il titolo era qualcosa che avevo ormai perso negli ultimi due-tre anni e che mi mancava. Mentalmente poi mi sento più fresco e ancora più affamato (di successi), non che prima non lo fossi, ma un cambiamento è sempre buono, perché ti spinge a dover dimostrare qualcosa agli altri e a farti trovare pronto". E poi c’è Benitez, una garanzia. “La sua tattica di gioco e le sue abilità di allenatore riescono a tirar fuori il meglio di me e questa è una ragione in più per rendermi felice della scelta fatta. Insieme al Borussia Dortmund, il Napoli è probabilmente il club (finanziariamente) più sano d’Europa, la squadra si sta costruendo passo dopo passo, c’è spazio per migliorare e sta andando tutto nel modo giusto”.
napoli come liverpool — E se l’impatto con la cucina napoletana è già stato ottimo (come ha twittato lo stesso Reina ieri, in un perfetto italiano, dopo un pranzo particolarmente gradito in una trattoria di Marechiaro), quello coi tifosi e la città è stato addirittura “magnifico”. “Io e la mia famiglia siamo stati accolti benissimo, i miei figli sono felicissimi nella nuova scuola e anche mia moglie si sta facendo degli amici. E poi Napoli è molto simile a Liverpool: una città umile, ma con un attaccamento e una passione quasi religiose nei confronti della squadra e questo tipo di pressione è sempre positiva per un calciatore”. Una passione che esplode ad ogni partita e che accompagnerà il Napoli anche la prossima settimana, quando volerà a Londra, per la seconda sfida nel “girone della morte” di Champions. “Tornare in Inghilterra per giocare una gara di Champions è una sensazione assolutamente fantastica. E’ vero, siamo nel cosiddetto “girone della morte”, ma abbiamo esordito con una vittoria e anche se l’Arsenal è un avversario davvero tosto in casa, la buona partenza nel girone ci ha dato un po’ più di fiducia”.
Simona Marchetti© RIPRODUZIONE RISERVATA
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