All'ottava giornata forse è presto per le iperboli. Sfida scudetto. Nuova classica di riferimento del calcio italiano. Ma i numeri di Juventus e Napoli, che si affronteranno sabato alle 18 a Torino, non mentono: sei vittorie e un pareggio (a Firenze per la Juve, a Catania per il Napoli, entrambi per 0-0) ci suggeriscono che la prossima giornata metterà di fronte le due squadre migliori del campionato. Al di la degli addetti ai lavori (Ferrara, Chiellini, Giaccherini), anche il campo ha dato un'impressione netta: non ci sono due squadre migliori. E nell'ultimo anno ci sono stati quattro precedenti ricchi di gol e spettacolo, ma anche di tensioni e polemiche. E la partita sta salendo di rango, perché ogni volta le due squadre si sono giocate qualcosa d'importante.

LA SVOLTA DEL S. PAOLO — La rivalità tra i due club, ben presente negli scorsi decenni (Maradona sostiene: "Vincere nella Torino degli Agnelli era una rivoluzione"), ha ripreso vigore a partire dalla scorsa stagione. Il 29 novembre a Napoli si gioca il recupero dell'undicesima giornata, dopo un polemico rinvio causa maltempo. Antonio Conte, che da inizio campionato sta cercando un modo per inserire Arturo Vidal, per cui stravede, abbandona il 4-2-4, modulo che tra l'altro sacrifica un po' Pirlo, che ha bisogno due vere mezzali accanto. Ed ecco che proprio al S. Paolo debutta il 3-5-2, con Lichtsteiner ed Estigarribia esterni e Pepe mezzo sinistro vista l'indisponibilità di Marchisio. In realtà la Juve per 45' ci capisce poco. Dopo il rigore ripetuto e sbagliato da Hamsik, lo slovacco sblocca di testa, prima del 2-0 di Pandev. Dopo i gol di Matri a inizio ripresa e Pandev, che firma la doppietta con un Bonucci troppo contemplativo, la Juve sembra morta. Sembra. Perché quando meno te lo aspetti, trova la forza di risalire. Prima Estigarribia firma l'unico gol in bianconero, poi Pepe, fin lì tra i peggiori, spacca in due la difesa azzurra in percussione e pareggia. Punto che vale doppio per la Juve. E partita bellissima, oltre che cattivella. Svolta tattica e mentale.

PASSO IMPORTANTE — Al ritorno a Torino c'è poca storia: la Juve deve vincere per restare a meno due dal Milan e sperare in uno scudetto che a inizio anno pareva improbabile, per dirla con un eufemismo. La Juve in quel posticipo dell'1 aprile mette in cassaforte il secondo posto e approfitta di un Napoli che buca completamente la partita. Forse la peggior versione della squadra di Mazzarri nella scorsa stagione. Dopo un primo tempo non memorabile, la Juve sfrutta un episodio nella ripresa, quando la palla calciata da Vucinic in area sbatte su Bonucci e spiazza De Sanctis. Da lì in poi la squadra di Conte straripa, con un gol da fenomeno di Vidal e la firma di Quagliarella, messo in porta da Del Piero, che in 8' lascia comunque il segno.

De Laurentiis festeggia il suo primo trofeo. Ansa

NIENTE DOUBLE — E proprio lui, il Capitano, vorrebbe chiudere l'irripetibile capitolo in bianconero con un trofeo, la Coppa Italia. Ale parte titolare nella finale dell'Olimpico di Roma - il 20 maggio - e a ad impedire il double della Juventus c'è il Napoli. Che stavolta la partita non la sbaglia. Si capisce già dai primi 10', con Zuniga e Lavezzi a mettere paura a Storari. La difesa bianconera, orfana di Chiellini, sbanda. La gara è nervosa e l'arbitro (Brighi) non aiuta. Ma il direttore di gara non sbaglia al 16' della ripresa, quando Bonucci si perde Lavezzi su una rimessa laterale e Storari stende abbastanza ingenuamente il Pocho. Cavani dal dischetto dice 1-0, poi Hamsik arrotonda nel finale su assist di Pandev. Giusto così. Il Napoli di De Laurentiis vince il suo primo trofeo.

La Juve alza la Supercoppa a Pechino. Ansa

QUANTE POLEMICHE — Il resto è storia recentissima. Di questa stagione. La nuova annata parte l'11 agosto a Pechino, con Juve e Napoli a giocarsi la Supercoppa. E' un estate rovente per i bianconeri, con la squalifica di Antonio Conte per il caso scommesse e Massimo Carrera in panchina. La partita è tesissima. Si vede di tutto: gol stupendi, errori difensivi marchiani, entrate pesanti, sei reti e tre espulsioni (Pandev, Zuniga e Mazzarri in panchina). Inevitabili le conseguenti polemiche, proseguite nel dopopartita con la mancata partecipazione del Napoli alla cerimonia di premiazione su esplicito invito di De Laurentiis. La Juve fa la partita, ma va sotto due volte nel primo tempo per i gol di Cavani e Pandev, con una difesa che concede davvero tanto, soprattutto a causa di Bonucci e Lucio. Dopo l'1-1 di Asamoah, che debutta col gran gol di sinistro, i 90' regolamentari si chiudono sul 2-2. Grazie a Vucinic, che entra a inizio secondo tempo per Matri e cambia la partita, conquistando il rigore poi segnato da Vidal. Le polemiche iniziano soprattutto per l'espulsione di Pandev, che Mazzoleni caccia per essersi rivolto (con insulto?) al guardalinee. Nel recupero col doppio giallo a Zuniga. Supplementari giocati in 11 contro 9, con la Juve che ovviamente dilaga, aiutata anche dall'autorete di Maggio prima del 4-2 finale di uno straordinario Mirko Vucinic. Uno degli uomini chiave della partita di sabato. E le polemiche sono già ricominciate. Da Coverciano.