Gigi Buffon consola Miroslav Klose a fine match. Eidon

E adesso, che succede dopo lo 0-2 con la Juventus? La Lazio di Vladimir Petkovic è arrivata ad aprile con il marchio di bella ma fragile. La squadra ha un'identità da prima della classe: ha uomini di carisma e tasso tecnico elevato e un gioco piacevole e redditizio. Però per la seconda stagione consecutiva la società deve inevitabilmente assumersi le responsabilità di aver costruito una squadra troppo anziana e con una panchina inadeguata e fin troppo corta di fronte alle esigenze. Giocatori importanti sì, ma con troppi minuti sulle gambe. Così fatalmente per la seconda stagione di seguito da gennaio è iniziata la serie di infortuni. E chi non si è infortunato è crollato atleticamente sul campo, stanco e con rendimenti in caduta verticale, accompagnati da errori spesso pagati con cartellini gialli (o rossi) costati squalifiche inevitabili. Morale della favola, il film laziale del 2013 è identico a quello del 2012. Con la differenza che la Lazio a inizio gennaio era seconda alle spalle della Juventus, viaggiava forte in Coppa Italia ed Europa League. Per questo adesso la frenata fa ancor più male.

da serie b — Il girone di ritorno è da retrocessione per la Lazio: 12 punti in 13 partite. Le 5 partite decisive in due settimane hanno fruttato la vittoria sul Catania, l'eliminazione dal Fenerbahçe, un derby in pugno buttato via e il fatale k.o. con la Juve. Eppure l'approccio alle gare è rimasto lo stesso. Anche contro la Juventus, Ledesma e compagni hanno messo in difficoltà più volte la prima della classe. La differenza, evidente, netta, sul campo era sul piano psicofisico: la Lazio manca ormai di lucidità nelle palle da fermo, nell'ultimo passaggio, nella fase difensiva. E in difesa su 4 uomini c'era Gonzalez, centrocampista adattato, e Stankevicius, che quest'anno aveva giocato meno di 5 minuti. L'emergenza è ormai una costante.

fuori rosa — Di fronte alla serie di infortuni lascia perplessi la scelta di mettere fuori rosa Diakité e Cavanda. Perché nel Napoli gioca Campagnaro, già pronto per l'Inter, mentre nella Lazio non ci si può affidare a due giocatori che avrebbero fatto tanto comodo in più occasioni? E potrebbero far comodo ancora, visto che la lista di infortunati e squalificati biancoceleste è sempre corposa: per la sfida con l'Udinese di sabato non ci sarà Cana squalificato e non rientrerà Senad Lulic, squalificato lunedì, ma fermato almeno 20 giorni da un infortunio muscolare. E' benedetto il rientro dalla squalifica di Radu e Biava. Resta il prolema stanchezza: sono 50 le partite giocate, con ripercussioni evidenti nelle prestazioni di leader del calibro di Hernanes e Ledesma: stanchissimi e senza sostituti adeguati.

e adesso? — La Lazio deve andare in Europa per non sciupare tutto. Ci sono due strade ancora: vincere la Coppa Italia, alla cui finale i biancocelesti sono già qualificati, oppure rimettere in sesto i cocci e provare a rimontare in campionato. Perché perdere la finale di Coppa, quest'anno, con una finalista fra Roma o Inter, potrebbe non garantire l'Europa League.

mercato — Il presidente Claudio Lotito, prima del match con la Juventus, ha ammesso: "All'estero le società sono aiutate anche dai governi, io invece devo pagare tasse anche per la gestione precedente alla mia, di più non posso fare. L'unico modo per competere è avere uno stadio di proprietà o una cittadella sportiva. Nel corso degli ultimi anni la Lazio si è già rinforzata a livello di rosa. Ogni estate abbiamo inserito 2-3 elementi di valore e lo stesso faremo ancora, anche se poi è sempre il campo ad avere l'ultima parola". Quest'anno, forse, sarebbe bene aggiungere qualche uomo in più, magari più giovane, per una panchina lunga quanto basta...

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