Due partite ufficiali, due gol. È partito forte, fortissimo, Carlos Tevez. Altro che idee di ritiro. Brutti pensieri, maturati in un momento di sconforto, quando col Manchester City le cose gli andavano male, malissimo persino. Confessioni di mezza estate dell'attaccante argentino già finite nel dimenticatoio, come un brutto sogno. La Vecchia Signora gli ha fatto tornare la voglia. Di gol. Subito, in Supercoppa contro la Lazio. Poi alla Sampdoria al debutto in campionato, la rete decisiva.

valore aggiunto — Non è che il precampionato di Tevez fosse stato brillante, per niente. Come quello di tutta la Juve. Che d'estate lavora sodo, si preoccupa solo di correre, di mettere benzina nelle gambe. Per poi sollevare trofei la primavera successiva. E così l'Apache era imballato nella tournèe americana. Non saltava l'uomo. Ma preoccuparsi era prematuro per chiunque conosca un minimo dei meccanismi del gioco del pallone. Appena sono arrivate le partite che contano, è arrivato anche il vero Tevez. Ancora non al meglio, fisicamente, certo. Ma tonico abbastanza per vincere le partite. Per fare la differenza contro le squadre che si chiudono, in partite come quella di Marassi che in passato la Juve proprio non digeriva. Con la sua difesa ermetica a 3 che le toglie un uomo di manovra contro avversari che pensano solo a non prenderle, con attaccanti (Vucinic, Giovinco) più di fioretto che di spada, più belli che efficaci sottoporta. Lui no. Carlitos bello non è. Fa il calciatore, mica il modello. Ma ha una personalità da gigante, e sottoporta non perdona. Con Vucinic si trova bene, ma soprattutto sono e saranno gli altri a trovarsi bene con lui: giocare al fianco dei campioni non è difficile. E con Llorente da centravanti, nel caso, Tevez potrà pure evitarsi qualche pedata, con quello scoglio frangiflutti (e terzini) davanti. Intanto, però, con lo spagnolo in panca, come il superpagato Ogbonna, Tevez è l'unico vero volto nuovo bianconero titolare, rispetto alla passata stagione. Ma basta e avanza per un ulteriore salto di qualità, sinora. Hai voglia a dire che alla Juventus contava il collettivo - legittimo ed inevitabile refrain del recente passato in casa bianconera - e che di un top player non c'era necessariamente bisogno....Tevez fa sognare i tifosi anche in chiave Champions, la prossima grande sfida dei ragazzi di Conte. Lì si misurerà il suo peso specifico e quello della Juve targata 2013-14.

Tevez festeggia la vittoria in Supercoppa. LaPresse

un mulo — No, non (solo) perchè ha la testa dura, come si sarebbe potuto pensare ripercorrendo all'indietro il film della sua carriera, in cui qualche scintilla, le ultime con Mancini al City, c'è stata, con avversari o anche compagni di colori. Conte l'ha detto forte e chiaro nel dopopartita del Ferraris: "Su di lui ne avevo sentite tante, invece ho scoperto un campione anche nei rapporti con i compagni". C'è poco da fare. I campioni sono così. Lavorano più degli altri, perchè vogliono fare meglio degli altri. Sono perfezionisti. E allora non stupiscono le parole di Chiellini:, uno dei leader dello spogliatoio bianconero. "Ci ha sorpreso nel quotidiano, per come approccia il lavoro e riesce a trascinare la squadra senza parole, ma con i fatti. Ha parlato poco, ma ha lavorato con un mulo, adesso comincia a raccogliere i frutti". E se fa la differenza quando non è al meglio, chissà cosa farà quando entrerà in forma...