Sebastian Giovinco, 26 anni. LaPresse

A 7 anni il Toro lo scartò. Sebastian Giovinco non si arrabbiò e bussò all’altra porta del pianerottolo: la Juve aprì l’uscio, lo fece entrare e così iniziò un’altra storia. Una storia fatta di anni nel settore giovanile bianconero, di una fugace esperienza in prima squadra, di un parcheggio a Parma, di un rientro alla base e di una stagione da titolare vissuta tra alti e bassi. Con una grande, indiscutibile gioia che è anche un filo diretto col passato: il gol al Torino. Nei derby del settore giovanile sembrava quasi che Giovinco volesse punire il Toro per quella bocciatura e lui stesso nel libro "La favola bella della Formica Atomica", scritto da Bruno Bernardi, ricordava di aver perso contro i granata appena due volte su venti e di aver segnato parecchi gol. E anche quando è passato a giocare con i "grandi" il bilancio è rimasto positivo: cinque sfide al Toro, una sconfitta (con l’Empoli), un pareggio (sempre con i toscani) e tre vittorie (con la Juve).

verso il recupero — In questo campionato all’andata Sebastian realizzò il momentaneo 2-0 in quello che è passato alla storia come il derby della cantera bianconera: doppietta di Marchisio, rete di Giovinco, titolare De Ceglie e in panchina Marrone. Adesso si avvicina il derby di ritorno: la Juve ancora non sa se potrà cercare di festeggiare lo scudetto domenica (impossibile se sabato il Napoli vince a Pescara, titolo matematico se il Napoli pareggia e i bianconeri vincono o se il Napoli perde e i bianconeri pareggiano) e intanto il piccolo attaccante della Juve sta lavorando per ritrovare la condizione dopo l’infortunio del 6 aprile. Da martedì Giovinco si allena con i compagni e sta facendo il possibile per convincere Conte a dargli un’occasione, magari durante il secondo tempo. Il derby per Seba è una partita speciale e gli piacerebbe trovare proprio nella gara che sente di più lo slancio per un buon finale di stagione.

l'analisi — Finora il bilancio di Giovinco recita 29 presenze in campionato (40 comprese le coppe), 21 incontri da titolare (29), 1.829 minuti giocati (2.570), 7 gol segnati (11), zero reti decisive (due in Coppa Italia). Nella stagione di Seba ci sono cose buone (al di là dei gol, ha fatto ammonire parecchi avversari, con qualche dribbling ha creato situazioni interessanti, ha generato alcune reti dei compagni su calcio piazzato), ma anche un profondo senso di incompiuta. Lasciando perdere le cifre e le statistiche, è evidente che Giovinco può essere utile alla Juve ma in questa stagione non ha mostrato la personalità indispensabile per indossare una maglia pesante, la freddezza per fare la differenza quando conta, la cattiveria nei momenti delicati. Insomma, pur essendo stato protetto da Conte che lo ha aiutato in ogni modo e pur avendo giocato più degli altri attaccanti (Vucinic escluso), non si è ancora meritato sul campo un posto da titolare per il futuro. E’ vero, però, che il secondo campionato in bianconero potrebbe essere più semplice da un punto di vista psicologico e magari in futuro Sebastian riuscirà a trasformare le promesse in fatti. Le doti tecniche non gli mancano, l’autostima nemmeno. Gli serve una scossa, chissà che arrivi proprio nel derby.

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