Giuseppe Marotta è amministratore delegato della Juve da ottobre 2010. LaPresse

Il top-player può aspettare. Specie se hai un top-allenatore e un collettivo che funziona a meraviglia. I vari Van Persie, Dzeko, Drogba o Llorente non sono arrivati eppure la Juventus è ancora lì, in testa alla classifica dopo otto giornate e soprattutto ancora imbattuta. Beppe Marotta, tra i principali artefici del progetto bianconero, gongola: il lavoro fatto in questi anni sta continuando a dare frutti importanti. "Le statistiche aiutano a fare un'analisi più completa - le parole di Marotta ai microfoni di Radio anch'io Sport su Radio1 - siamo quelli che hanno dalla propria una sola sconfitta in 55 gare ufficiali, 47 risultati utili consecutivi in campionato, siamo in testa alla classifica, abbiamo miglior difesa e miglior attacco. Tutto questo significa che il nostro modello è vincente".

spirito di gruppo — E continua: "Abbiamo badato, con l'avvento di Agnelli, a costruire uno zoccolo duro della società in termini di competenza e autonomia, poi ci siamo dedicati all'aspetto tecnico, identificando un allenatore con un profilo ben preciso, un ex capitano della Juve, con grandi valori professionali e tecnici e da lì è partito questo modello non legato a campionissimi ma al valore di un gruppo dove tutti i giocatori possono avere dei momenti di esaltazione e dare il loro contributo vincente. Quando abbiamo cominciato questa avventura due anni fa - ricorda l'a.d. bianconero - abbiamo rivoluzionato la rosa, dei vecchi sono rimasti solo Buffon, Marchisio, Chiellini e De Ceglie oltre al ritorno di Giovinco, per il resto sono tutti i nuovi elementi, abbiamo identificato dei profili particolari, di gente che sapesse benissimo cosa significa indossare la maglia della Juve, lottare con altri compagni per una maglia, essere pronti". Ma il vero grande protagonista di quanto ottenuto dalla Juventus da poco più di un anno a questa parte è sicuramente Antonio Conte. "La Juve ha l'obbligo di vincere sempre ma la cultura del lavoro è fondamentale e Conte in questo è un maestro, è un allenatore che non lascia nulla di intentato e c'è un forte senso di gruppo", conferma Marotta, che spera presto di riavere il suo allenatore in panchina anche se, almeno finora, la squadra sembra non risentire della sua squalifica e della conseguente assenza in panchina durante le partite.

conte — "Conte è un allenatore che ha un grande senso di professionalità, una grande cultura del lavoro e lo dimostra in settimana preparando la gara, coagulando anche stimoli e motivazioni al punto che la squadra, quando va in campo, è già ben preparata pur sapendo che le insidie sono dietro l'angolo - spiega Marotta - abbiamo poi giocatori che hanno dalla loro battaglie calcistiche ed esperienza tali da sopperire all'assenza del loro condottiero in panchina. La sua assenza pesa ovviamente ma lo staff di Conte è di primo livello, sono tutti dei tali professionisti che riescono a inculcare la giusta mentalità e le giuste disposizioni tattiche. Diciamo che soffriamo a denti stretti e la sua assenza in panchina potrebbe essere paradossalmente uno stimolo maggiore". La Juve aspetta Conte a braccia aperte e poco importa se alla fine, dopo le tanti voci estive, non sia arrivato il grande colpo. "Ma in Italia non c'è la possibilità di ingaggiare i cosiddetti 'top-player' - avverte l'ad bianconero -. Si parla di calciatori che costano non meno di 30 milioni di euro e nessun club italiano può permetterseli".

Paul Pogba al centro dell'esultanza Juve. Ansa

piccoli top player — "Abbiamo fatto di necessità virtù e abbiamo creato una serie di allenatori come Conte, Stramaccioni, Montella, Corini, Ferrara che stanno facendo bene, il prossimo passo deve essere avere più coraggio nel lanciare i nostri giovani", sottolinea ancora Marotta, che anche per gennaio sembra escludere grossi colpi in avanti. "In questo momento abbiamo il miglior attacco, 19 gol, con 12 giocatori a segno - spiega - il collettivo e le strategie tattiche sono le nostre armi vincenti, più che di top player parlerei di top team, dove tutti i giocatori sono piccoli top player. Il futuro è quello di coniugare l'esperienza dei vecchi e la spensieratezza dei giovani". E tra i "vecchi" c'è quel Pirlo che nella scorsa settimana ha dimostrato come può fare benissimo sia in Nazionale che in bianconero. "Concordo e rispetto la sua volontà, fermo restando che sono scelte che deve fare l'interessato - commenta - parliamo di un grande professionista che sa gestire il suo lavoro nel club e l'essere un punto di riferimento in azzurro. Elementi come Buffon e Pirlo possono continuare a giocare in Nazionale dove sono punti di riferimento per i giovani che stanno arrivando". Esempi, non "soldatini", per dirla alla Cassano. "Quando si è in una comunità ci deve essere il rispetto delle regole altrimenti non si va lontano - dice a riguardo Marotta - noi abbiamo fatto quello che dovrebbero fare tutte le società, abbiamo delle regole precise anche se poi di fatto non ce n'è bisogno perché i giocatori sono molto responsabili e sanno che il loro lavoro implica sacrifici e il rispetto di determinate regole".