De Sciglio e Abate, terzini del Milan e della Nazionale. Bozzani

La Juve ha già superato da tempo il punto di non ritorno della festa-scudetto. Deve solo fissarla sul calendario. Ha 11 punti di vantaggio, mancano 6 giornate, e, dopo il Milan, incontrerà squadre attualmente dal decimo posto (Cagliari) in giù. A Conte potrebbe bastare anche un punto stasera, e invece giocherà per vincere, possibilmente per stravincere. E non lo farà per vendicare la sconfitta dell’andata, il rigore che non c’era o ruggini antiche. Il passato non c’entra. Vuole stravincere perché questa, di fatto, è già una partita del prossimo campionato.

Rincorsa Milan — La corsa scudetto del Milan era già finita all’8ª d’andata, quando, sconfitto dalla Lazio all’Olimpico, si ritrovò a 15 punti dalla Juve. Come recuperarli a una squadra che stava battendo i record di imbattibilità? Ma ha ragione Galliani a notarlo: i 15 punti di ottobre sono i 15 di oggi. Significa che per 5 mesi il Milan ha tenuto il passo della Juve. Di più. Quando si incrociarono a San Siro, il 25 novembre, i punti di distacco erano 17. Da quella partita (compresa) a oggi il Milan ha fatto 44 punti, la Juve 2 in meno. Allegri ha perso terreno all’inizio, comprensibilmente, impegnato in cantiere a ridare un nuovo senso tattico e nuova autostima a una squadra devastata dalle partenze di Thiago Silva e Ibra. Rimossi monumenti come Gattuso e Inzaghi, doveva trapiantare germogli come El Shaarawy (6 presenze da titolare nel campionato precedente) e De Sciglio (2). Trovato l’assetto, il Milan è decollato; trovato Balotelli al mercato di gennaio, ha moltiplicato la sua competitività, come dimostrano l’imbattibilità nel 2013 e i 14 risultati utili consecutivi.

Conte lo sa — Questi numeri Conte li conosce anche meglio di Galliani. L’allenatore campione d’Italia sa bene che il Milan di Balotelli, a dispetto dei 15 gradini di distacco, è diventato ormai una cosa molto vicina alla Juve e nei prossimi mesi potrebbe diventarlo ancora di più. Se, appena ne ha occasione, Conte, a ragione, sottolinea la straordinarietà dell’impresa dei suoi ragazzi (due scudetti consecutivi dopo due settimi posti) è anche per avvisare che in futuro potrebbe essere molto più complicato dominare in Italia, perché squadre come la Roma (se trova una felice guida tecnica) e soprattutto il Milan, appunto, hanno margini di crescita superiori. Allegri ha già i due terzini della Nazionale: Abate, De Sciglio. Il secondo, a 20 anni, ha dimostrato la personalità e la maturità tecnico-tattica dei predestinati. Il tridente Niang-Balotelli-El Shaarawy ha 10 anni di corse davanti a sè e nella prossima stagione, forte di rodaggio ed esperienza, sarà ancora più appuntito. Montolivo, nella migliore stagione della sua carriera, ha guadagnato definitivamente la consistenza e la continuità del capitano vero. E’ ai suoi fianchi che il Diavolo è ampiamente perfettibile. I Muntari, Nocerino, Flamini non reggono il confronto con i Vidal, Marchisio, Pogba. Se l’estate porterà mezzali di valore o un autorevole perno centrale che consenta a Montolivo di scalare; se al centro della difesa arriverà un baluardo che sia più simile a Thiago Silva che a Mexes, il giovane Milan di Allegri sarà in prima fila.

Nuova Juve — Conte lo sa e sa che la sua Juve, più vecchia, non può crescere molto più di così. Difficile pretendere dalla truppa, per la terza stagione consecutiva, la stessa feroce intensità, atletica ed emotiva, che l’ha resa quasi imbattibile in Italia. La soluzione potrebbe essere cambiare qualcosa a livello tattico, per dare nuovi stimoli e acquistare imprevedibilità. Infatti Conte, per la nuova stagione, vorrebbe ricorrere di più al 4-3-3, meglio esportabile in Europa, ma dovrà essere dotato di pezzi nuovi: attaccanti esterni e il famoso bomber di caratura internazionale, atteso più di Godot. Dovesse arrivare tutto, servirebbe comunque un periodo di rodaggio, perché in questa Juve l’attacco è abituato a lavorare per gli altri, mentre un domani, gli altri dovrebbero lavorare di più per la stella offensiva. E poi il tempo prima o poi presenterà il conto a Pirlo, la colonna portante, e quindi bisognerà cominciare a introdurre l’erede per tempo.

Fuori i secondi — Il vantaggio che si è preso la Juve del 3-5-2 a inizio stagione, con un assetto già perfettamente rodato che le ha consentito di sgommare al via, mentre tanta concorrenza stava stringendo bulloni ai box (Milan, Inter, Roma), sulla prossima griglia di serie A potrebbe toccare al Milan. Per tutte queste ragioni, Conte sente che il Milan sarà il prossimo grande avversario e stasera lo aggredirà per rimpicciolirlo. Perché batterlo (strabatterlo) stasera significa imporgli una sensazione di inferiorità che lavorerà come un tarlo per tutta l’estate nell’autostima; ma significa anche spezzargli del tutto il sogno del secondo posto e costringerlo a un preliminare che complicherà comunque la gestione della prossima stagione. Lo vedete? Stanotte allo Stadium si gioca già per lo scudetto 2013-14.