Ve la ricordate l'etichetta appiccicata a Conte, quando arrivò alla Juventus? Lo chiamavano integralista. Talebano della tattica. L'uomo del 4-2-4, testato con l'Arezzo e che lo aveva poi lanciato nell'orbita del grande calcio a Siena. Beh, in due stagioni, e la seconda non è ancora completa, Conte ha dimostrato che quella nomea era completamente sbagliata. Diventando semmai l'uomo degli scudetti.

Vidal e Marchisio: attaccanti aggiunti di centrocampo. Reuters

juve malleabile e camalentica — È stato flessibile, tatticamente. Plasmando la sua Juve come fosse di pongo, adattandola alle caratteristiche dei suoi giocatori. E quindi, via le ali offensive (alla Krasic, Martinez, con Elia confinato in un angolino), da subito, poi, da metà dalla scorsa stagione, spazio alla difesa a 3 perchè Bonucci non sarà un fenomeno da difensore puro, ma da regista arretrato può fare la differenza. E centrocampo a 5, così Pirlo ha manforte in fase di recupero palla grazie ai due interni, e gli stessi Vidal e Marchisio possono sfruttare la superiorità numerica in mezzo per concedersi gli inserimenti centrali che ne fanno degli attaccanti aggiunti.

marchisio dietro a vucinic — L'ultima magata tattica è recentissima: Lazio-Juventus, il successo dell'Olimpico. Nella scorsa giornata di campionato la Juve ha giocato con Marchisio a supporto di Vucinic, già di per sè un centravanti arretrato, di manovra. Marchisio in certi momenti ha fatto proprio la punta, sfiorando il gol in un paio di circostanze. In pratica, Conte ha fatto giocare i suoi uomini migliori. A prescindere dai ruoli. E siccome Pogba è venuto fuori forte, e non può star più fuori, allora Conte ha fatto giocare insieme i suoi 4 talenti di centrocampo: il regista Pirlo, e gli incursori Vidal, Pogba e Marchisio. Col Principino "alzato" di qualche metro. Non è un'invenzione. Se vi ricordate Lippi provò Marchisio in questa posizione all'inizio del Mondiale 2010 in Sudafrica. Non andò benissimo, per usare un eufemismo. Ma nel frattempo il centrocampista torinese è cresciuto tanto, e soprattutto l'alternativa è far giocare un attaccante che segna quanto Marchisio (o poco più, lui è già a quota 7 gol), ma non ne garantisce il movimento costante in orizzontale e in verticale, oltre alla fase di contenimento e pressing e alla capacità di non concedere mai puti di riferimento alla difesa.

Antonio Conte, seconda stagione alla Juventus. Ansa

le prospettive — Può funzionare, un centrocampo a 5 più Marchisio trequartista di facciata, con un centravanti unico, in maniera permanente? Probabilmente no. Però può funzionare in trasferta, contro squadre di qualità che attaccano con tanti uomini. E sarebbe servito, eccome, ma è facile parlare dopo, a Monaco di Baviera. Conte ce l'aveva già in canna, contro il Bayern. Poi l'infuenza di Vucinic fece saltare l'idea, meno proponibile con un centravanti classico come Matri. E all'Allianz Arena la Juve vide le streghe, con il Bayern più forte di per sè, ma per di più in costante superiorità numerica in mezzo, attaccando con 8 uomini e costringendo i centrali della Juve ai raddoppi sugli indemoniati esterni Ribery e Robben. Insomma, Conte, il profeta della duttilità tattica, cambia sempre modulo, e mai i risultati. In Italia la Juve dal suo arrivo sa solo vincere. E il secondo scudetto è dietro l'angolo.